Gli abitanti della Repubblica autonoma dei Ciuvasci (al tempo dell’URSS) vivono ora, in forma autonoma, nella Russia centrorientale.
Il ciuvascio è una lingua della famiglia turca, parlata anche inTartaria e Bakiria, nonché nelle province russe di Simbirsk e altre. Appartiene al cosiddetto gruppo bulgaro, che comprendeva lingue come il bulgaro (il bulgaro turanico, da non confondere con il bulgaro, lingua slava) e il chazaro. È parlata da oltre un milione e mezzo di persone.
Di una letteratura ciuvascia scritta si può parlare solo verso la fine del secolo XIX. I Ciuvasci possedevano però una scrittura anche prima, come la possedevano i Chazari. Nel 1872 lo studioso ciuvascio I. Ja. Jakovlev (1848-1930) inventò un alfabeto per il suo popolo, sulla base di quello russo, e pubblicò un Abbecedario per i ciuvasci, in cui oltre al materiale didattico normale per i sillabari c’erano favole, racconti, indovinelli, circa 400 proverbi e altro materiale. Il libro, pubblicato nel 1872, è il primo libro stampato in lingua ciuvascia.
Altri autori contemporanei di Jakovlev furono I. I. Ivanov (1848-1885), I. N. Jurkin (1863-1943), M. E Fedorov (1848-1904).
Nel periodo 1905-1907, durante la rivoluzione russa, uscì un giornale ciuvascio, Khypar (Notizie), con articoli, racconti, poesie di vari scrittori. Ja. V Turkhan (1874-1938) scrisse e pubblicò il poema Varusi (1905), sulla base di materiale folkloristico. Nel 1890 nacque K. V. Ivanov, un “classico” della letteratura ciuvascia, scomparso nel 1915, autore di poesie, poemi, racconti di carattere realistico.
Dopo la rivoluzione e specialmente dopo la costituzione della Repubblica autonoma dei Ciuvasci si ebbe un notevole sviluppo della letteratura, specialmente con I. E. Tkhti (1889-1938), autore di poemi satirici, I. E. Akhakhn (1898-1920), G. V. Zajcev-Tal-Mrza (1895-1921). Nel 1919 fu messo in scena la prima opera teatrale (moderna) in lingua ciuvascia. Nel 1924 cominciò a essere pubblicata la rivista letteraria, artistica, sociale e politica Suntan (L’incudine).
La letteratura ciuvascia seguì naturalmente le orme della letteratura russa sovietica e le direttive del partito: quindi gli scrittori ciuvasci ligi alle direttive cercarono di elaborare opere scritte secondo i principi del cosiddetto “realismo socialista”. Quindi grande interesse per l’industrializzazione e per la trasformazione in senso socialista dell’economia agricola. Del 1932 è il poema La montagna di magnete di Khuzangaj.
All’inizio della seconda guerra mondiale la letteratura ciuvascia espresse molti poeti, alcuni dei quali morirono combattendo. Al centro delle opere furono temi d’amore (lirico-sentimentali) e patriottici. La tematica della ricostruzione, della vittoria ecc. fu proseguita dopo la guerra: V S. Alendej (1919) scrisse L’ape d’oro (1964), Agakov Figli di soldato (1961) e La speranza (1971), e numerosi altri: ma si tratta di opere più che altro di propaganda. Interessante il romanzo diTur-khan La Sijaga sfocia nella Volga, pubblicato postumo nel 1967.