La letteratura dei popoli dell’Angola si è sviluppata in lingue africane e in portoghese. Esiste una ricca letteratura orale, con miti in cui si narra l’origine degli uomini, si cantano ancora nei villaggi poemi epici, fra cui quelli dedicati a una leggendaria figura di eroina, Anna Žinga Moandi o al fabbro meraviglioso Bumu Mulu. Sono diffuse inoltre moltissime fiabe. Tra gli esseri fantastici è famosa una tartaruga, incarnazione e simbolo dell’intelligenza umana.
L’Angola era una colonia portoghese, faceva parte delle province portoghesi d’oltremare, e ha ottenuto l’indipendenza nel 1975. L’indipendenza ma non la pace, per la feroce guerra civile che ha sconvolto il Paese, fra il Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola (partito del lavoro), che nel 1992 ha vinto le elezioni, e l’Unione per l’indipendenza totale dell’Angola, che contesta le elezioni, per cui si è continuato a combattere.
La scrittura è entrata in Angola (abitata prevalentemente da popoli bantu) dopo l’occupazione portoghese. In portoghese fu svolta propaganda politica e culturale dall’inizio del XX secolo, su vari giornali e riviste (L’angolese, Il diritto, La fiaccola del popolo).
Nel 1948 sorse a Luanda, la capitale, un movimento culturale e sociale Per la scoperta dell’Angola. Si andò formando così una coscienza nazionale, e si costituirono gruppi di intellettuali e di patrioti, che cercarono di diffondore, fra molte difficoltà (a causa della polizia portoghese) le idee di coscienza nazionale e di indipendenza. Le difficoltà derivavano naturalmente anche dalle divisioni fra le molte tribù ed etnie.
Nel 1953 fu pubblicata un’antologia di poesie in portoghese, opere di autori che costituiscono ancor oggi il nerbo della letteratura angolana: fra questi il maggiore poeta lirico dell’Angola, Agostinho Neto (1922-1979), Mario de Andrade e altri. Tra i prosatori è notevole Castro Soromenho.
Si tenga presente che prima dell’indipendenza era proibito pubblicare libri in lingue locali.