La letteratura fondamentale in Algeria è in lingua araba, ma anche i Francesi d’Algeria hanno sviluppato una loro letteratura. Inoltre si hanno anche canti e poemi popolari in lingua berbera.
L’Algeria è stata un crocevia di popoli, la cui storia è antichissima i progenitori degli attuali Algerini sono Berberi (Numidi), Cartaginesi e Arabi. Ma i popoli che hanno contribuito alla formazione del popolo algerino sono molti di più.
Sant’Agostino d’Ippona, nato in territorio algerino, era propriamente un berbero. Lo era anche l’eretico Donato.
Poichè l’Algeria per molti secoli fu dominio turco, tra gli antenati degli odierni Algerini ci sono, naturalmente, anche i Turchi (e altra gente venuta nel Paese al seguito del sultano conquistatore). La letteratura arabo-mussulmana, tra i secoli VI e XVI, si identifica con la letteratura araba classica, anche se nel Paese si sviluppò un dialetto arabo locale. Molti autori algerini erano di origine marocchina o tunisina ecc., oppure andarono dall’Algeria in Tunisia, Marocco, Egitto ecc. Il poeta andaluso in lingua araba Ibn Chani (nato nel 972) era originario della città algerina di Biskra.
Uno Stato algerino definito, con suoi confini, si formò nel 1520, sotto il famoso pirata Haireddin detto Barbarossa, Stato che fu presto occupato dai Turchi.
Solo all’inizio del XVIII secolo Algeri ottenne uno status di città autonoma, vassalla naturalmente dell’impero ottomano. La letteratura algerina, con caratteri propri, nazionali, si forma nel XIX secolo e si rafforza nel XX.
Nel 1830 avviene l’aggressione francese, e l’Algeria diventa colonia francese. Questa situazione ebbe influenza sulla letteratura del Paese. Nei canti di questo periodo si riflette questa situazione tragica: la persecuzione colonialista, la ribellione. Esprime questi sentimenti Abd el-Kadir (1808-1883). Ma lo spirito del popolo algerino, amante della libertà, è espresso in modo più intenso da Si Mohand (1840-1906).
Gli intellettuali algerini sono stati (e sono) molto attenti alla problematica culturale e anche ai temi dell’educazione: ricordiamo, fra i molti, Muhamed as-Said ibn Zekri, Mustafà ibn al-Khugià, Abd al-Kadir al-Magiaui, Muhamed Ben Sceneb, membro dell’Accademia di Damasco, Mahmed Taufik al-Madami, che nel 1931 scrisse un libro, Algeri, mentre, nel 1932, a Costantina fu pubblicato il volume La storia di Algeri dai tempi più antichi, opera storica (e letteraria) di Mubarak al-Mili.
Pubblicista, riformatore religioso, vigoroso scrittore, pedagogo insigne, fu Abd al Khamil Ben Balis, fondatore dell’Associazione degli Ulema e organizzatore di una vasta serie di scuole per l’insegnamento dell’arabo. Il pericolo era la possibile assimilazione (ai Francesi) della gioventù algerina. Contro questo pericolo, di perdita dell’identità nazionale, scrissero insigni poeti come Muhamed al-Aida (nato nel 1904), Muhamed al Lakkani, Ahmed Katib e altri.
Fra i prosatori del periodo successivo alla seconda guerra mondiale emersero Ahmed Rida Khudu. Ahmed Taufik al-Madani, autore (nel 1950) della tragedia storica Annibale; Abdallah Nakli nel dramma Kachina (1950) sviluppò il tema dell’unità dei molti gruppi etnici algerini. Kachina era una regina berbera, scomparsa nel 702, che guidò la lotta degli indigeni contro gli stranieri. Tra i prosatori si ricordano Akhmed Ashur, Sharif al-Huseini, Zukhur Vanis e altri.
Dopo otto anni di aspra lotta contro i Francesi, l’Algeria è una Repubblica indipendente dal 3 luglio 1962. Ma dopo la conquista dell’indipendenza il Paese entrò in uno sconvolgente periodo di guerra civile, tra fondamentalisti mussulmani e non fondamentalisti e altri gruppi, guerra con limitazione delle libertà e danno per la naturale vitalità letteraria.
Molta letteratura politica, per altro, è espressa in lingua francese, che permette maggiore diffusione delle istanze nazionali e sociali degli Algerini. Tra gli autori algerini contemporanei ricordiamo la scrittrice Assia Djebar, autrice di numerosi romanzi dedicati ai problemi sociali ed esistenziali delle donne mussulmane; tra questi, Donne dAlgeri nei loro appartamenti.