La lingua armena è una lingua parlata oggi in Armenia, in Azerbaigian (specialmente nel Nagorno Karabakh o Alto Karabakh), in Georgia, Caucaso, e anche in alcuni Paesi dell’Europa occidentale (in Italia, la colonia armena di Venezia), nel Vicino Oriente, in India, negli Stati Uniti d’America e nell’America meridionale.
Appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee ed è una delle lingue che possiedono una scrittura (l’alfabeto armeno) fra le più antiche. La scrittura esisteva già nel II secolo a.C. Dopo il 301 d.C., anno della conversione degli Armeni al cristianesimo, questa scrittura fu eliminata perchè considerata pagana.
Alla fine del IV secolo Mesrop Mashtoz creò l’alfabeto nazionale armeno, sulla base dell’alfabeto greco bizantino e, forse, della scrittura persiana pehlevi. La lingua armena costituisce una lingua a sè, nell’ambito indoeuropeo, con qualche affinità con le lingue iraniche. La letteratura armena si distingue in letteratura armena classica o antica e letteratura armena moderna.
Letteratura armena classica o antica:
I primi esempi della letteratura armena antica si possono far risalire alle iscrizioni dell’Urartu, in caratteri cuneiformi. Nell’Armenia pagana furono scritti, in armeno, libri religiosi, annali, altre opere: tutto perduto. Al tempo del re Tigrane II (I secolo a.C.) in alcune città (come Tigranakert) c’erano teatri e rappresentazioni teatrali in armeno. Non sappiamo nulla della letteratura armena che venne distrutta, come s’è detto, al tempo della cristianizzazione. La storia della letteratura armena (documentata) incomincia nel V secolo. I primi libri religiosi erano però in greco o in siriaco. Il re Mesrop Mashtoz (361-440), cui si attribuisce l’invenzione del nuovo alfabeto armeno, fece tradurre la Bibbia e i Vangeli. Ma si sviluppò anche una letteratura scritta originale: filosofica, religiosa, storica. Di particolare rilievo gli antichi storici armeni, come Agatangelo, Korjun e altri. Duri furono i secoli dell’invasione araba e di quella bizantina (VII-IX): con l’affermarsi dell’Armenia indipendente (886) e lo sviluppo economico si pubblicarono molti libri letterari, economici, scientifici. Verso la fine del X secolo si può parlare di un vero rinascimento armeno, di cui fu rappresentante Grigor Narekazi (951-1003), autore di un libro di Canti e di Canzoni tristi.
Nell’XI secolo l’Armenia perse di nuovo la sua indipendenza e divenne una colonia di Bisanzio. Contemporaneamente ci fu l’aggressione dei Turchi selgiuchidi. Gli Armeni riuscirono a formare un loro Stato, ma in Cilicia (Asia Minore). Tanto in Armenia quanto in Cilicia si sviluppò una letteratura armena laica. Fra i numerosi nomi si ricordano Ioann Sarkavag il Filosofo, Mkhitar Gosh, Nerses (Narsete) Shnorali. Gosh fu un fecondo autore di favole, mentre Shnorali fu il maggiore poeta del suo tempo. Tutte queste opere sono scritte in lingua armena antica, detta grabar. Il grabar cominciò a indebolirsi per poi esaurirsi nel XII secolo.
Nel XIII secolo si delineano due tendenze fondamentali, quella feudale e quella popolare, in contrasto fra loro. Si ricordano i poeti Frik e Costantino Erzikazi, il primo iniziatore della poesia d’amore scritta (naturalmente gli preesisteva una lunga tradizione di poesia folkloristica, in cui erano comprese anche le poesie d’amore). Di questo periodo è Vardana Ajghetzi, autore di favole divenute famose (una specie di La Fontaine armeno).
Nel XIV secolo cessò di esistere il regno armeno di Cilicia. L’Armenia fu sottoposta a invasioni, stragi, persecuzioni da parte di Persiani e Turchi: molti Armeni furono costretti ad abbandonare la patria, ma molti poeti continuarono a difendere il nome armeno, le tradizioni storiche e popolari, come Ovanes Tulkuranzi (XIV secolo). I maggiori poeti furono Kuciak (XVI secolo) e Sayat Nova (1712-1795).
I primi libri armeni furono stampati a Venezia nel 1512-1513 (la tipografia armena esiste tuttora). Tipografie armene sorsero in molte città (fra cui Milano, Livorno, Roma, Costantinopoli, Calcutta, Ecmiadzin, la città santa dell’Armenia, Pietroburgo).
Nel 1794 fu fondato e pubblicato a Madras in India il primo giornale armeno, Il messaggero. Nei secoli XVII e XVIII divampa la lotta degli Armeni per l’indipendenza, contro Persiani e Turchi. Un momento importante per l’Armenia fu l’unione dell’Armenia orientale alla Russia, Paese cristiano, che si proclamò protettrice degli Armeni.
Letteratura armena moderna:
La letteratura armena moderna ha inizio con l’unione dell’Armenia alla Russia (1801-1827). Sorsero focolari della cultura armena, e sorsero molte tipografie armene, in città russe e in Armenia. Cominciò a diffondersi una letteratura in una lingua armena rinnovata, comprensibile alla gente (lingua detta ashkharabar). Modello per i nuovi poeti fu Sayat-Nova. Della metà del XIX secolo è Grigori Alishan (morto nel 1901), poeta assai noto ma il maggiore poeta è Khaciatur Abovian (morto nel 1848), autore, oltre che di liriche e poemi famosi, del romanzo storico Le ferite dell’Armenia.
Poeti e scrittori democratici si riunirono come collaboratori della rivista Jusisapajl (Aurora boreale), che veniva pubblicata a Mosca. Fra questi va ricordato Michele Nalbaldian (morto nel 1866), cui si devono scritti di impeto progressista e libertario. Ma anche la letteratura dell’Armenia occidentale negli anni 1850-1860 si sviluppò. Un importante rappresentante della poesia civile e nazionale di questo tempo fu Raffaele Patkanian (1830-1892), patriota e satirico, autore della raccolta Liberi canti (1872).
Dopo la rivoluzione d’ottobre l’Armenia divenne una repubblica sovietica autonoma e seguì le vicende dell’URSS. Anche la letteratura armena sovietica ebbe un buono sviluppo. Nel 1991, dopo lo scioglimento dell’URSS, l’Armenia divenne uno Stato indipendente, con qualche problema (per esempio la contesa con l’Azerbaigian per il Nagorno Karabakh, abitato prevalentemente da Armeni ma sottoposto alla sovranit azerbaigiana).
Molti poeti e prosatori di valore accettarono il nuovo regime sovietico, anche perchè dopo secoli l’Armenia (o parte di essa) aveva ritrovato la sua autonomia, e la possibilità di organizzare la sua cultura, le sue scuole. Fu anche fondata un’università armena a Erevan. Fra le personalità della letteratura ricorderemo anzitutto Egish Ciarentz (1897-1937), la cui arte riflette profondamente la vita e i problemi del popolo armeno. Scrisse molti poemi e ballate il cui tema è il risveglio rivoluzionario del popolo armeno. Il momento più felice di Ciarentz fu negli anni Venti. Un altro personaggio di grande rilievo fu Avetik Isaakian, autore di poesie, poemi e romanzi.
La censura sovietica si abbattè anche sugli scrittori armeni come su quelli russi, e ne fu uno degli strumenti l’Unione degli scrittori armeni con i suoi congressi, in cui si ripetevano le parole d’ordine di Mosca. Gli scrittori e i poeti di oggi operano nella nuova Armenia, ed esprimono il nuovo spirito che anima la nazione.