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28 Dicembre 2021

Verbi – Utilizzo e Proprietà

Indice

  • L’uso dei tempi passati dei verbi
  • Verbi irregolari nella lingua italiana

Il verbo ha un ruolo fondamentale nel meccanismo della frase. Non può esserci una frase con significato compiuto senza il verbo. Attorno al verbo si organizzano i diversi elementi che servono ad esprimere un’idea.

Proprietà del verbo:

Modo: indica l’atteggiamento di chi parla per esprimere con esattezza il significato di ciò che si dice.

A) modi finiti

Esempi:

  1. certezza: modo indicativo (viene – tempo indicativo)
  2. possibilità: modo congiuntivo (credo che venga – modo congiuntivo)
  3. desiderio: modo condizionale (verrei – modo condizionale)
  4. comando: modo imperativo (vieni! – tempo imperativo)

B) modi indefiniti

I modi indefiniti sono forme verbali in cui sono assenti il tempo, la persona, e il numero. (Nota: i verbi espressi in un modo indefinito possono essere ristrutturati in un modo finito).

Esempi:

  1. infinito: è sempre un piacere tornare a casa (quando torno a casa)
  2. participio: finito un buon pranzo, mi sento meglio (dopo che ho finito)
  3. gerundio: tornando a casa ho incontrato mio zio (mentre tornavo)

Tempo: precisa la relazione cronologica tra il momento in cui si parla e il momento in cui si verifica il fatto; tale relazione può essere di:

  1. Contemporaneità: (viene – tempo presente)
  2. anteriorità: (venne – tempo passato)
  3. posteriorità: (verrà – tempo futuro)

Persona: specifica a quale persona, tra quelli coinvolti direttamente o indirettamente nel discorso, il verbo fa riferimento:

  1. prima persona: che designa il parlante (io)
  2. seconda persona: che designa l’ascoltatore (tu)
  3. terza persona: che designa qualsiasi altra persona o cosa, presente o assente (egli/esso, o anche qualcuno, qualcosa, etc.)

Nota: la persona può essere singolare o plurale: io/noi, tu/voi, egli/esso – essi. Inoltre, l’uso moderno della lingua italiana accetta lui/lei – loro quando ci si riferisce a persone invece di egli‑essi, etc.

Transitività o intransitività: se il verbo può avere o no il complemento oggetto (verbo transitivo: studio la lezione – che cosa studio? La lezione) (verbo intransitivo: vado a scuola – non posso fare la domanda chi o che cosa dopo in verbo andare).

Forma attiva e passiva del verbo: Il verbo transitivo può essere espresso nella forma attiva o passiva, nella forma attiva il verbo è usato in funzione del soggetto, nella forma passiva, il soggetto subisce l’azione o stato espresso dal verbo: (forma attiva – il bambino ha lanciato un sasso; forma passiva — un sasso è stato lanciato dal bambino)

Verbi ausiliari: essere e avere, sono usati nei tempi composti del verbo. Se il verbo è transitivo si usa sempre l’ausiliare avere, se il verbo è intransitivo l’ausiliare richiesto può essere a volte essere a volte avere.

Verbi riflessivi: I verbi transitivi possono essere espressi nella forma riflessiva quando il soggetto e l’oggetto sono la stessa persona (Maria si vede allo specchio continuamente – Maria è oggetto e soggetto del verbo vede). A volte la forma riflessiva è apparente, quando esiste un altro oggetto (Maria si lava le mani – le mani è il vero oggetto, il significato è Maria lava le sue mani).

L’uso dei tempi passati dei verbi

Imperfetto – per esprimere la durata o la ripetizione nel passato

La pioggia cadeva continuamente da due giorni
Venivano a trovarci tutte le settimane
L’imperfetto indica un’azione incompiuta o indefinita nel passato. L’imperfetto si usa come il tempo della descrizione, serve a rappresentare scene statiche (background).

La stazione era deserta.
Carla indossava un soprabito scuro.
L’orologio segnava le venti e trenta.
Passato prossimo – è un tempo composto, formato dal presente dell’ausiliare (essere /avere) e dal participio passato del verbo, esprime un fatto compiuto nel passato, ma che ha una qualche relazione col presente, o perché l’avvenimento descritto influisce ancora sul presente.

Due giorni fa ho preso una brutta influenza (sta ancora male)
Marco è nato il 21 settembre del 1963
Ho imparato l’inglese durante un soggiorno di studio negli Stati Uniti sa ancora l’inglese)
Passato remoto – indica un’azione conclusa nel passato che non riflette connessioni col presente.

Manzoni nacque nel 1785
Moravia scrisse La ciociara (un fatto concluso nel passato, definisce il fatto di scrivere)
Tempi composti – si usano per descrivere un’azione o stato avvenuto prima di un corrispondente fatto o azione accaduta nel passato. A volte il trapassato si usa come forma attenuativa. Il trapassato remoto si usa soltanto in relazione al passato remoto nelle proposizione temporali seguite da quando, dopo che, non appena … Il futuro anteriore si usa per descrivere un’azione o stato precedente ad un futuro, ma non precedente al presente.

Mi ero appena addormentato quando bussarono alla porta
Scusi, volevo farle una domanda (trapassato attenuativo)
Te lo dissi dopo che lo ebbi incontrato
Sono sicuro che quando mi telefonerai, l’avrò già finito

Verbi irregolari nella lingua italiana

La grammatica italiana ha origine nella grammatica del latino, e molte forme irregolari hanno la radice nelle forme irregolari del latino. Questo è presente soprattutto nelle irregolarità del passato remoto e del participio passato dei verbi.

Es.: prendere, presi, preso / vedere, vidi, visto / dire, dissi, detto

Coniugazione dei verbi regolari nel passato remoto:

prima coniugazione seconda coniugazione terza coniugazione
andare temere sentire
andai temei/temetti sentii
andasti temesti sentisti
andò temè/temette sentì
andammo tememmo sentimmo
andaste temeste sentiste
andarono temerono/temettero tenrirono

I verbi della seconda coniugazione ammettono due forme, una regolare e una irregolare nella prima e terza singolare, e nella terza plurale.

Altre forme irregolari sono di natura fonetica.

1. varianti fonetiche: si sono sviluppate attraverso l’evoluzione della lingua attraverso i secoli, questo accade spesso quando sono presenti consonanti e vocali dai suoni che tendono a fondersi, es. –ner–, –ver–,  –der–, –cer–, –ter– ecc.

Sono fenomeni presenti specialmente nel futuro e condizionale: andare: andrò, andrei (perde la e tra la d e la r); avere: avrò, avrei  (perde la e tra la v e la r); potrò, potrei (perde la e tra la t e la r) nell’infinito e condizionale: porre, porrò, porrei  (–ner– si contrae in –rr–); infinito, futuro, presente e condizionale: (–cer– dove –ce– scompare): fare, farò; dire, dico, dirò; bere, bevo, berrò (contrazioni nel presente, futuro, condizionale, infinito)

direi che è interessante – non lo farò né lo potrei

2. irregolari nel passato remoto e participio passato: queste irregolarità provengono dal latino; la maggior parte (ma non tutte) avvengono nei verbi classificati nella terza declinazione nel latino (quelli che terminavano con la e breve, ma in italiano sono della seconda coniugazione con l’accento tonico nella terz’ultima sillaba) – prendere, vivere, dire, fare, porre (dicere, facere, ponere). Queste forme non si possono dedurre dall’infinito, sono date da un vocabolario della lingua italiana.

prendere, presi, preso –vivere, vissi vissuto – dire, dissi, detto (da dicere) – fare, feci, fatto (da facere) – porre, posi, posto (da ponere) ecc. – notare che le forme dell’infinito dire, fare, porre sono irregolari, l’imperfetto (sempre regolare) di questi verbi è dicevo, facevo, ponevo.

Coniugazione dei verbi irregolari nel passato remoto:

te lo dissi l’anno scorso, te l’ho detto questa mattina, e te lo dico adesso (tutte forme irregolari) – lo dicevo solo per informarti (regolare)

Forme regolari e forme irregolari:

Nei verbi irregolari, l’imperfetto e il è sempre regolare, nel passato remoto, le forme irregolari sono presenti solo nella prima e terza persona singolare e terza persona plurale, le altre forme sono regolari:

prendere, presi (passato remoto), presi, prese, presero (desinenze –i, –e, –ero per le forme irregolari sono le stesse per tutti i verbi irregolari – prendesti, prendemmo, prendeste – sono le forme regolari)

presi il treno per Firenze (io – irregolare) – prendemmo il treno per Firenze (noi – regolare)

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