Si aggiunge al nome per determinarne la qualità, quantità, ecc.
es.: quella bella bimba bionda è la figlia del fornaio (bella e bionda indicano le caratteristiche, quella determina un rapporto di spazio.
Gli aggettivi si dividono in diverse categorie:
Aggettivi qualificativi: quelli che indicano una qualità, un carattere, un modo di essere (bello, gentile, alto).
Genere, numero concordanza
L’aggettivo qualificativo non ha un genere e numero propri, ma si concorda con il nome a cui si riferisce.
Per quanto riguarda la formazione del femminile e plurale, possiamo dividere gli aggettivi qualificativi in tre gruppi:
La formazione del femminile e del plurale
1° maschile
1° femminile |
singolare: -o
-a |
Plurale: -i
-e |
nuovo, nuovi
nuova, nuove |
2° m. e f. | -e | -i | forte, forti |
3° invariabili | pari, pari |
All’ultimo gruppo appartengono alcuni aggettivi in –i (pari, impari), gli aggettivi che terminano con vocale accentata o in consonante, quelli di origine straniera, gli aggettivi di colore derivanti da nomi (rosa, viola, ecc.), o accompagnati da un’altra derivazione (una cravatta rosso fiamma, giacca verde cupo).
Gli aggettivi in –co piani hanno il plurale in –chi: antico-antichi, stanco-stanchi (ma non sempre, es.: amico–amici, greco–greci); quelli sdruccioli hanno il plurale in –ci, simpatico-simpatici (ma non sempre, es.: carico-carichi).
Gli aggettivi in –go hanno generalmente il plurale in –ghi, largo-larghi, prodigo-prodighi.
Gli aggettivi in –cio, -gio hanno il plurale in –ci, -gi, ma se la i è accentata mantengono la i anche al plurale, pio, pii.
Gli aggettivi composti formano il femminile e il plurale solo nella seconda parte, sordomuto-sordomuti, italo-americano, italo-americani.
bello segue la struttura dell’articolo determinativo, e buono segue la struttura dell’articolo determinativo se precedono in nome, bel cane, buon amico.
Gradi dell’aggettivo:
Comparativo (ci sono tre tipi di comparativo):
- Comparativo di maggioranza – introdotto da più: Fabio è più studioso di Massimo;
- Comparativo di uguaglianza – introdotto da tanto, così (espressi o sottintesi): Fabio è (tanto) studioso quanto Massimo;
- Comparativo di minoranza – introdotto da meno: Fabio è meno studioso di Massimo.
Il confronto avviene tra due termini (nei nostri esempi Fabio e Massimo) che vengono detti primo e secondo termine di paragone. Se il paragone avviene tra due aggettivi o due verbi, si usa più/meno-che, Marco è più studioso che intelligente.
Superlativo:
Il superlativo può essere di due tipi:
Superlativo assoluto – che indica una qualità espressa al grado massimo e assoluto, cioè indipendente da ogni circostanza: Fabio è studiosissimo.
Superlativo relativo – che indica una qualità espressa al massimo grado, ma relativa ad un gruppo: Fabio è il più studioso della classe.
Comparativi e superlativi speciali:
positivo | Comparativo di maggioranza | superlativo |
buono
cattivo grande piccolo alto basso interno esterno vicino |
migliore
peggiore maggiore minore superiore inferiore interiore esteriore |
ottimo
pessimo massimo minimo supremo sommo infimo intimo estremo prossimo |
Ovviamente questi aggettivi accettano anche la forma regolare: buono, più buono, buonissimo.
Aggettivi possessivi: Indicano a chi appartiene una determinata cosa, e si concordano con la persona a cui si riferiscono nel genere e nel numero. Gli aggettivi possessivi sono:
1a singolare: mio, mia, miei, mie – plurale: nostro, nostra, nostri, nostre
2a singolare: tuo, tua, tuoi, tue – plurale: vostro, vostra, vostre, vostri, vostre
3a singolare: suo, sua, suoi, sue – plurale: loro (invariabile)
La nostra casa, la vostra casale nostre lezione, le loro lezioni
proprio: può sostituire il pronome possessivo singolare e plurale
parlava delle proprie idee
Aggettivi dimostrativi: per determinare un rapporto di vicinanza o lontananza nello spazio e nel tempo. I dimostrativi sono questo (per indicare una cosa vicina) e quello (per indicare una cosa lontana) (raramente codesto – vicino a chi ascolta)
Questa lezione è difficile – ha seguito quel discorso?
Aggettivi indefiniti: per determinare una indicazione generica e approssimata; si uniscono al nome per esprimere una più o meno vaga di quantità e qualità.
vado a scuola ogni giorno, non ho nessun dubbio, hai qualche notizia per me?, non ci sono molte cose, hai comprato un’altra macchina?
Aggettivi interrogativi: servono a domandare la qualità, l’identità, la quantità di un sostantivo (che, quale, quanto).
che lavoro fai?, qual è la tua idea?, quanto hai speso?
Aggettivi numerali: esprimono il concetto di un numero; si distinguono in cardinali (invariabili – numeri semplici, uno, due, tre …), ordinali (variabili – primo, secondo, terzo …), moltiplicativi (variabili – doppio, triplo …).
Luisa ha ventidue anni, è la terza volta che mi chiami, costa il doppio.