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29 Dicembre 2021

Aggettivo – Utilizzo e Proprietà

Si aggiunge al nome per determinarne la qualità, quantità, ecc.

 es.: quella bella bimba bionda è la figlia del fornaio (bella e bionda indicano le caratteristiche, quella determina un rapporto di spazio.

 Gli aggettivi si dividono in diverse categorie:

 Aggettivi qualificativi: quelli che indicano una qualità, un carattere, un modo di essere (bello, gentile, alto).

 Genere, numero concordanza

 L’aggettivo qualificativo non ha un genere e numero propri, ma si concorda con il nome a cui si riferisce.

 Per quanto riguarda la formazione del femminile e plurale, possiamo dividere gli aggettivi qualificativi in tre gruppi:

 La formazione del femminile e del plurale

1° maschile

1° femminile

singolare: -o

-a

Plurale: -i

-e

nuovo, nuovi

nuova, nuove

2° m. e f.                  -e               -i forte, forti
3° invariabili     pari, pari

 All’ultimo gruppo appartengono alcuni aggettivi in –i (pari, impari),  gli aggettivi che terminano con vocale accentata o in consonante, quelli di origine straniera, gli aggettivi di colore derivanti da nomi (rosa, viola, ecc.), o accompagnati da un’altra derivazione (una cravatta rosso fiamma, giacca verde cupo).

 Gli aggettivi in –co piani hanno il plurale in –chi: antico-antichi, stanco-stanchi (ma non sempre, es.: amico–amici, greco–greci); quelli sdruccioli hanno il plurale in –ci, simpatico-simpatici (ma non sempre, es.: carico-carichi).

 Gli aggettivi in –go hanno generalmente il plurale in –ghi, largo-larghi, prodigo-prodighi.

 Gli aggettivi in –cio, -gio hanno il plurale in –ci, -gi, ma se la i è accentata mantengono la i anche al plurale, pio, pii.

 Gli aggettivi composti formano il femminile e il plurale solo nella seconda parte, sordomuto-sordomuti, italo-americano, italo-americani.

 bello segue la struttura dell’articolo determinativo, e buono segue la struttura dell’articolo determinativo se precedono in nome, bel cane, buon amico.

 Gradi dell’aggettivo:

 Comparativo (ci sono tre tipi di comparativo):

  1. Comparativo di maggioranza – introdotto da più: Fabio è più studioso di Massimo;
  2. Comparativo di uguaglianza – introdotto da tanto, così (espressi o sottintesi): Fabio è (tanto) studioso quanto Massimo;
  3. Comparativo di minoranza – introdotto da meno: Fabio è meno studioso di Massimo.

Il confronto avviene tra due termini (nei nostri esempi Fabio e Massimo) che vengono detti primo e secondo termine di paragone. Se il paragone avviene tra due aggettivi o due verbi, si usa più/meno-che, Marco è più studioso che intelligente.

 Superlativo:

 Il superlativo può essere di due tipi:

 Superlativo assoluto – che indica una qualità espressa al grado massimo e assoluto, cioè indipendente da ogni circostanza: Fabio è studiosissimo.

 Superlativo relativo – che indica una qualità espressa al massimo grado, ma relativa ad un gruppo: Fabio è il più studioso della classe.

 Comparativi e superlativi speciali:

positivo Comparativo di maggioranza superlativo
buono

cattivo

grande

piccolo

alto

basso

interno

esterno

vicino

migliore

peggiore

maggiore

minore

superiore

inferiore

interiore

esteriore

ottimo

pessimo

massimo

minimo

supremo

sommo

infimo

intimo

estremo

prossimo

 Ovviamente questi aggettivi accettano anche la forma regolare: buono, più buono, buonissimo.

Aggettivi possessivi: Indicano a chi appartiene una determinata cosa, e si concordano con la persona a cui si riferiscono nel genere e nel numero. Gli aggettivi possessivi sono:

1a singolare: mio, mia, miei, mie  – plurale: nostro, nostra, nostri, nostre

2a singolare: tuo, tua, tuoi, tue – plurale: vostro, vostra, vostre, vostri, vostre

3a singolare: suo, sua, suoi, sue – plurale: loro (invariabile)

La nostra casa, la vostra casale nostre lezione, le loro lezioni

proprio: può sostituire il pronome possessivo singolare e plurale

parlava delle proprie idee

Aggettivi dimostrativi: per determinare un rapporto di vicinanza o lontananza nello spazio e nel tempo. I dimostrativi sono questo (per indicare una cosa vicina) e quello (per indicare una cosa lontana) (raramente codesto – vicino a chi ascolta)

Questa lezione è difficile – ha seguito quel discorso?

Aggettivi indefiniti: per determinare una indicazione generica e approssimata; si uniscono al nome per esprimere una più o meno vaga di quantità e qualità.

vado a scuola ogni giorno, non ho nessun dubbio, hai qualche notizia per me?, non ci sono molte cose, hai comprato un’altra macchina?

Aggettivi interrogativi: servono a domandare la qualità, l’identità, la quantità di un sostantivo (che, quale, quanto).

che lavoro fai?, qual è la tua idea?, quanto hai speso?

Aggettivi numerali: esprimono il concetto di un numero; si distinguono in cardinali (invariabili – numeri semplici, uno, due, tre …), ordinali (variabili – primo, secondo, terzo …), moltiplicativi (variabili – doppio, triplo …).

Luisa ha ventidue anni, è la terza volta che mi chiami, costa il doppio.

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