Bacone (Ruggero), in ingl. Roger Bacon, filosofo e scienziato inglese (Ilchester, Somerset, 1214 – Oxford 1294), soprannominato Doctor mirabilis. Sembra che abbia studiato a Oxford prima di stabilirsi a Parigi, dove soggiornò dal 1236 al 1251. Dopo essere entrato nell’ordine dei francescani, si dedicò al commento dell’opera di Aristotele, ma, a partire dal 1247, si orientò verso gli studi scientifici. Nel 1251 ritornò a Oxford e scrisse De speculis, De mirabili potestate artis et naturae, Metaphysica, De multiplicatione specierum, De computo naturali; nel 1257, costretto ad abbandonare l’insegnamento, ritornò a Parigi. Quando nel 1266 il papa Clemente IV, che era stato in precedenza suo protettore, gli richiese una copia delle sue opere, Bacone si diede alla stesura dei Communia mathematica e del Liber communium naturalium, quali introduzioni generali ai trattati speciali di matematica e di scienze naturali, che poi abbandonò per scrivere l’Opus maius (1267-1268), inviato al papa insieme con il De multiplicatione specierum, l’Opus minus e, forse, l’Opus tertium. In seguito lavorò a diversi studi, in particolare al Compendium studii philosophiae. Nel 1277 le sue opere furono giudicate sospette dal generale dei francescani Gerolamo d’Ascoli, a causa soprattutto degli attacchi che egli aveva diretto contro alcuni domenicani contemporanei, specialmente Alberto Magno e san Tommaso. Le sue tesi vennero condannate e dal 1277 al 1292 fu imprigionato; dopo la liberazione scrisse il Compendium studii theologiae, ma morì senza portarlo a termine. Spirito scientifico tra i più acuti del suo tempo, Bacone per primo s’accorse degli errori del calendario giuliano e avvertì e segnalò i punti vulnerabili del sistema di Tolomeo. Nel campo dell’ottica, indicò le leggi della riflessione e i fenomeni di rifrazione, comprese il funzionamento degli specchi sferici e avanzò una sua teoria dell’arcobaleno. Descrisse inoltre parecchie invenzioni meccaniche, come battelli, vetture e macchine volanti. Per quanto riguarda la chimica, è stato considerato l’inventore della polvere da sparo, la cui formula fu ritrovata nei suoi scritti, ma che sicuramente egli aveva conosciuto dagli Arabi. Sebbene credesse alla pietra filosofale, disdegnò tuttavia di ricercarla sperimentalmente. Spirito essenzialmente innovatore, aperto, interessato a tutti gli aspetti della conoscenza, Bacone non volle considerare la scienza come una realtà compiuta, arrestando ogni sforzo e ogni progresso del pensiero e dello studio in nome del rispetto per gli antichi; anzi l’antichità gli parve semplicemente la giovinezza del mondo. In sede filosofica, non rimase estraneo alle grandi questioni del suo tempo e trattò del problema della forma e della materia, dell’individuazione, ecc.; partecipò anche al dibattito sul problema degli universali, che risolse, a quanto sembra, nel senso di un nominalismo di tipo occamistico (terminismo). Tra i primi, si liberò dal giogo scolastico e celebrò con entusiasmo la scientia experimentalis: “La scienza sperimentale non riceve la verità dalle mani di scienze superiori; essa è sovrana e le altre scienze sono alle sue dipendenze”. Distinse due tipi di osservazione, di esperienza: l’una passiva e volgare, l’altra attiva e dotta.