Ramusio, Giovanni Battista (Treviso 1485 – Padova 1557), umanista e geografo italiano. Allievo di Pietro Pomponazzi, fu versato nello studio delle lingue classiche e curò edizioni di Quintiliano e di Livio; grazie ai suoi incarichi e missioni per il senato della Serenissima, di cui fu nominato segretario nel 1515, compì viaggi in vari paesi, tra cui Francia e Svizzera. Non si sa quando possa aver maturato l’idea dell’opera per cui va famoso, Navigazioni et viaggi: forse quando ebbe l’incarico di trattare con il navigatore Sebastiano Caboto, figlio di Giovanni, la sua proposta di mettersi al servizio di Venezia. Le Navigazioni sono un’opera poderosa, che intendeva fare il punto dei più importanti viaggi compiuti dall’antichità classica fino al suo tempo, ma che, per la sua precisa e dotta compilazione e per la competenza dei dati cartografici, fu considerata uno dei fondamenti degli studi geografici moderni. L’opera fu pubblicata originariamente in tre volumi, di cui il primo edito nel 1550, il terzo nel 1556 e il secondo nel 1559. I volumi della raccolta furono ristampati più volte fino al 1613, con l’aggiunta di altre relazioni di viaggio. I materiali sono organizzati secondo un criterio di riferimento geografico. L’opera di Ramusio è una miniera di informazioni, osservazioni, racconti, in parte veritieri in parte frutto di tradizioni favolose o di stereotipi mitici. Ramusio scompare a Padova nel 1557.
Delle navigationi et viaggi (Le frasi iniziali)
“L’Africa nella lingua arabica è appellata Ifrichia, da faraca, verbo che nella favella degli Arabi suona quanto nella italiana “divide”, e perché ella sia cosí detta sono due opinioni. L’una delle quali è percioché questa parte della terra è separata dalla Europa per il mar Mediterraneo e dall’Asia per il fiume del Nilo; l’altra è che questo tal nome sie derivato da Ifrico, re dell’Arabia Felice, il quale fu il primo che venisse ad abitarla. Costui, rotto in battaglia e scacciato dai re d’Assiria, non potendo far ritorno al suo regno col suo esercito velocemente passò il Nilo, e avendo dirizzato il cammino verso ponente, non si fermò prima che nelle parti vicine a Cartagine pervenne. E di qui è che gli Arabi non tengono quasi per Africa altro che la regione di Cartagine, e per tutta Africa comprendono la parte occidentale solamente.”
La raccolta esaltava anche gli aspetti letterari della scrittura, costituendo quasi il riconoscimento ufficiale di un genere – la letteratura di viaggio –, che avrebbe avuto anche in seguito, terminata la fase eroica e pionieristica delle scoperte, significativi esponenti.