Il preziosismo è un fenomeno sociale, letterario e linguistico, sviluppatosi in Francia, a Parigi, nel periodo 1630-70.
Il termine «précieuse» (preziosa) comparve per la prima volta nel 1654, a indicare un certo tipo di donna frequentatrice dei salotti aristocratici e dell’alta borghesia finanziaria. Inizialmente il fenomeno si sviluppò nei salons nati agli inizi del Seicento come forma di opposizione dell’aristocrazia tradizionale alla politica monarchica, che intendeva allargare l’élite del potere ad altri gruppi sociali (nobiltà di provincia, alta borghesia finanziaria). Il salon della marchesa di Rambouillet, strettamente legata ai Condé, costituì uno dei centri principali di questa forma di dissenso, divenendo ben presto un vero e proprio punto di riferimento politico e culturale per i frondisti. L’elitaria società del salon di Mme de Rambouillet e di altri salons analoghi affermò propri valori culturali, nel tentativo di ricostruire la propria egemonia intellettuale e politica sui gruppi di potere concorrenti. Ne derivò un’esperienza singolare di ricerca linguistica e di produzione letteraria. L’honnéte homme mondano di questa ristretta e artificiosa società era un virtuoso della parola e della sensibilità; linguaggio arcaico ispirato alla grandeur medievale, neologismi motivati dalla necessità di pedanti analisi dei sentimenti e delle passioni, neoplatonismo e un po’ di giansenismo erano gli ingredienti della sua raffinata «virtù». La letteratura come gioco di società produsse opere singolari come l’anonima e collettiva Ghirlanda di Julie (Guirlande de Julie, 1634), e poeti come V. Voiture, I. de Benserade, J.-F. Sarasin. Il fenomeno fu di estese dimensioni e incise profondamente nella cultura parigina del tempo. Tutti gli scrittori del periodo 1620-55 furono in qualche rapporto con l’Hòtel de Rambouillet, dove Comeille lesse le sue tragedie e Bossuet il suo primo sermone. Con il fallimento della fronda, l’aristocrazia parigina rinunciò ai sogni di restaurazione della gloria passata; il p. cessò di essere espressione di un solo ceto sociale e venne adottato anche dall’alta borghesia finanziaria. Il salon principale di questa seconda fase del p. fu quello promosso da Mite de Scudéry, frequentato anche da borghesi. Questa trasformazione privò il fenomeno dei suoi contenuti originari, riducendolo a puro esercizio formale, affare di letterati frivoli e pedanti, e sede di rivendicazioni femminili. In questo momento il termine précieuse assunse connotazioni ironiche, che anticipavano un vero e proprio rifiuto da parte della nuova cultura emergente. I précieux e le précieuses furono infatti accusati di gratuita corruzione del linguaggio, di esibizionismo sofisticato. La critica borghese al p. ormai in crisi trovò la sua celebrazione nelle Preziose ridicole (1659) di Molière, e registrò la definitiva archiviazione del problema nel Grande dizionario delle preziose (1660) di A.-B. de Somaize. In realtà, il p. svolse un ruolo di grande importanza nell’affermarsi di una lingua classica formalmente controllata.