Dickens ha scritto quello che è diventato un classico della letteratura universale a soli venticinque anni. E come altri lavori di Dickens, Oliver Twist mette in evidenza diversi problemi sociali dell’Inghilterra nella prima metà del 1800, come il lavoro minorile, il reclutamento dei bambini per il crimine e le condizioni di degrado delle città.
Oliver è un piccolo orfano di Londra. Egli finisce all’orfanotrofio. Il terribile orfanotrofio dei poveri di cui è direttice la Signora Mann. All’orfanotrofio si occupano della crescita del ragazzo fino all’età di nove anni usando metodi estremamente severi. L’orfanotrofio è finanziato dalla chiesa ma tutti i soldi sono intascati dai gestori ed i piccoli che vi sono accolti sopravvivono a stento.
Oliver è succube dei grandi e non può essere aiutato neppure dai suoi coetanei poiché tutti hanno il solo scopo di sopravvivere alla disumana situazione in cui versano. Vessato dai compagni e “insegnanti” il piccolo Oliver diventa ben presto un problema per la direttrice e per il Sig. Bumble il “mazziere” che sovraintende alla disciplina dei ragazzi. Bumble è grasso e collerico, utilizza metodi molto grezzi con i ragazzi indisciplinati. Dopo un ennesimo episodio in cui è coinvolto suo malgrado Oliver, la direttrice dell’istituto decide di liberarsene.
Il ragazzo viene affidato a Gamfield, uno spazzacamino che, bisognoso di denaro, prende il ragazzo in qualità di apprendista col prinpicale scopo di intascare il denaro fornito dalla parrocchia a chi si accolla il ragazzo. Un giudice, capendo la natura violenta dello spazzacamino, impedisce che ciò avvenga. Oliver è quindi mandato a servire presso un fabbricante di bare: il Sig. Sowerberry. Questi nonostante tutto si convince della buona stoffa presente in Oliver, a differenza della moglie che in seguito lo spingerà a cacciare il ragazzo da casa. Oliver esasperato dalla continue percosse che subisce in quella casa scappa in cerca di fortuna. Raggiunge a piedi la grande città di Londra.
Quando arriva alla sua periferia è allo stremo delle forze; incontra per strada un coetaneo: Jack Dawkins un ragazzo con il naso schiacciato e la fronte piatta sopranominato “Doger il malandrino”. Il nuovo compagno d’avventure lo porta a conoscere Fagin, uomo di circa 70 anni che non ha cura della sua persone e si dimostra essere un ebreo molto tirchio e taccagno. Fagin è un losco ricettatore di merce rubata.
Ospitato nella casa di Fagin al ragazzo viene, a poco a poco, insegnato dall’ebreo e dai ragazzi, il mestiere del ladro. Oliver è ancora ingenuo e non riesce ad interpretare i sentimenti che lo sconvolgono, inizia ugualmente a capire la razza di compagnia in cui si è imbattuto. La sua sorte non volge al meglio: il suo primo lavoro è rubare dalle tasche di benestanti e distratti passanti qualsiasi oggetto prezioso riesca a racimolare. Ma po tempo dopo gli “amici” borsaioli derubano in una libreria un vecchio gentiluomo di cultura , il Signor Bronlow. Quando i ragazzi scappano dopo il furto Oliver nel fuggi fuggi è scambiato per il vero ladro e viene arrestato.
Brownlow, anziano membro dell’alta società, lo discolpa ed offre ospitalità ad Oliver per qualche giorno a casa propria in quanto il ragazzo era oltremodo sfinito e malato. Brownlow si dimostra gentile e premuroso nei confronti di Twist e lo convince a smascherare i suoi ex amici come ladri e imbroglioni ma essi la faranno franca.
Dopo qualche tempo, per ordine di Fagin, che ha paura delle possibili rivelazioni che Oliver può fare, incarica Sikes (un rude e alcolizzato scassinatore sempre accompaganto da un grosso cane) e sua amante, la giovane Nancy di rapire il ragazzo mentre questi si reca in città. I manigoldi intendono servirsi ancora del ragazzo e ottenere per esso un lauto riscatto.
Oliver, subdolamente minacciato, è costretto ad aiutare il rozzo Sikes per rapinare una villa di campagna. Il compito affidato al ragazzo è di penetrare attraverso una stretta apertura nella casa e aprire l’ingresso al ladro. L’intrusione è però scoperta. Oliver ferito ad una spalla da un colpo di pistola cade a terra e Sikes fugge. Il ragazzo è soccorso dalla Signora Maylie e dalla nipote adottiva Rose, una ragazza dalle forme miti e gentili. Oliver in apparte fin di vita è accudito e ospitato in quella casa. Grazie alle cure amorevoli il ragazzo guarisce e si rimette in forze, ritrova fiducia nella vita e nel prossimo.
L’ebreo Fagin, avvisato da Sikes dell’accuduto e temendo per la propria incolumità si accorda con Monks, un uomo misterioso che sembra nutrire un odio particolare per il ragazzo, per eliminarlo (in seguito Monks si scoprirà essere il fratellasco di Oliver e l’unico che conosca le origini del ragazzo).
Venuta a conoscenza della congiura, la giovane Nancy (che si è sempre dimostrata buona ed affettuosa con Oliver, prendendone anche le parti durante le frequenti liti in cui il ragazzo aveva la peggio) avvisa Rose. Purtroppo il tradimento di Nancy è scoperto da Sikes e questi in preda alla collera e ai fumi dell’alcol la elimina in una taverna.
Una folla di popolani che ha sentito le grida della ragazza morente insengue l’assassino e mentre questi tenta di fuggire rimane accidentalmente impiccato.
Il signor Brownlow, venuto a conoscenza dei tragici avvenimenti fa arrestare Fagin e la sua banda che subiranno la giusta punizione per i crimini da essi compiuti: Fagin sarà impiccato e i suoi ragazzi subiranno una lieve detenzione prima di essere rimessi sulla strada.
Il signor Brownlow scopre infine che Monks è in realtà il fratellastro di Oliver e che il ragazzo è il figlio illegittimo della sorella di Rose: Maylie. Rose è quindi una parente di Oliver, è sua zia.
Monks ha nascosto la verità e tentato di eliminare il proprio fratello/astro in quanto il rispettivo padre prima di morire, ha lasciato a entrambi i figli una ricca eredità. Per ottenerla solo per se Monks non ha esitato ad eliminare il sangue del suo sangue.
Oliver al fine trova l’affetto di una famiglia vera e nel signor Brownlow il padre che mai ha conosciuto.