Trattato di etnologia dell’inglese James George Frazer (1854-1941), scritto fra il 1890 e il 1915; ebbe varie edizioni; la terza e definitiva (1911-’15) comprende sette parti, distribuite in dodici volumi: “L’Arte Magica e l’Evoluzione della Regalità” [“Magic Art and the Evolution of Kings”]; “I Tabù e i Pericoli dell’Anima” [“Taboos and the Perils of the Soul”]; “Il Dio Morente” [“The Dying God”]; “Adone, Ati, Osiride” [“Adonis, Attis, Osiris”]; “Gli spiriti del Grano e della Landa” [“Spirits of the Corn and of the Wild”]; “Il Capro Espiatorio” [“The Scapegoat”]; “Balder il Bello” [“Balder the Beautiful”]; infine un volume di “Bibliografia e Indici generali”.
Il Frazer, ricercando le origini di molte costumanze, credenze e riti, sia praticati dai popoli più progrediti del mondo antico, sia sopravviventi nel folclore dei popoli moderni, arriva a tracciare una “Storia del pensiero umano” e, in un certo senso, una storia delle religioni primitive e dei riti che, derivanti da esse, si conservarono attraverso i secoli, spesso adattandosi e modificandosi secondo le nuove esigenze.
L’opera ebbe inizio, a quanto dichiara l’autore, dalla curiosità destata in lui nel constatare come nel cuore stesso della raffinata civiltà di Roma imperiale si fosse conservata la barbara costumanza del Sacerdote-Re di Aricia, custode del tempio di “Diana Nemorensis”. Questi, generalmente un poveraccio evaso dal carcere o un gladiatore in disgrazia, era re e sacerdote fino al giorno in cui un altro, più forte o più astuto di lui, non fosse riuscito a ucciderlo e a cogliere un ramo dall’albero sacro intorno al quale l’infelice era pertanto costretto a vigilare continuamente. “La strana regola di questo sacerdozio – afferma l’autore – non trova alcun riscontro in tutta l’antichità classica e non si può spiegare per mezzo di essa; si tratta quindi di un costume di origine barbarica”. Estendendo la sua indagine, il Frazer non tardò a trovare costumi in tutto o in parte simili a questo in altre regioni, in altre epoche, in paesi lontani; e il materiale raccolto per questa prima ricerca offrì nuovi spunti per altre indagini che furono esposte nei seguenti volumi.
L’opera del Frazer può essere considerata, nel campo dell’evoluzione del pensiero, la controparte della famosa Origine dell’uomo del Darwin: l’uomo civile, come appare al Frazer, non è altro che il prodotto dell’evoluzione, e dell’adattamento all’ambiente del barbaro primordiale. Premesse e conclusioni, come molte altre teorie meramente materialistiche della fine del secolo scorso, hanno trovato facile confutazione in anni più recenti, ma Il ramo d’oro rimane interessante ed è una delle più ricche fonti di informazione del genere. Il titolo allude all'”aureo ramo” che Enea dové cogliere per poter penetrare in Averno (Eneide, Canto VI), allusione, forse, alla iniziazione ai misteri eleusini.
Nel 1922 l’autore pubblicò un riassunto in due volumi della sua monumentale opera, che ebbe grande diffusione, ed esercitò una profonda influenza sul pensiero inglese contemporaneo.