Risulta essere considerato padre della linguistica generale moderna. Fino all’età moderna ad occuparsi del linguaggio sono stati i filosofi, che studiano le relazioni tra realtà e lingua o le origini del linguaggio, e i maestri (retori, maestri di scuola) che descrivono il linguaggio grammaticalmente, oltre ai letterati e i critici letterari. Il quadro cambia dal Settecento con la nascita della linguistica storica, con la quale ci si accostava alla lingua con un approccio che parve del tutto scientifico, e ciò continua fino alla fine dell’Ottocento; nasce l’interesse per la storia delle lingue, ci si chiede come si arrivi da un certo punto di partenza ad un punto di arrivo nell’ambito morfologico, fonetico e semantico. Con Saussure cambia l’interesse e l’atteggiamento; egli nasce nel 1857 da una ricca famiglia ginevrina i cui componenti si distinguono per meriti nelle scienze naturali; durante gli studi ginnasiali intuisce la presenza delle nasali sonanti nei verbi greci, formalizzata a livello scientifico tre anni dopo. Frequenta l’università a Lipsia, centro in vista riguardo alla linguistica storica, poi a Berlino dove entra in contatto con la scuola dei neogrammatici tra cui Bruchmann, e diventa docente universitario; ha la formazione tradizionale di un linguista storico, e tra le sue opere principali ci sono appunto alcune di linguistica storica (memoir sul sistema vocalico primitivo delle lingue indoeuropee). Si credeva che la lingua più vicina alla base indoeuropea fosse l’antico indiano, caratterizzato da un sistema vocalico tritimbrico, a i u, e che anche l’indoeuropeo fosse trivocalico; Saussure nell’opera dimostra che il sanscrito è lingua più recente e che in una fase precedente anche le lingue dell’antico indoario avevano posseduto la E, e dimostra l’esistenza di suoni particolari che possono evolvere in direzione vocalica o consonantica, che organizza in un sistema: le semivocali i u, le liquide e le nasali sonanti. Teorizza l’esistenza di un coefficiente vocalico che unendosi a vocale vicina poteva modificarne durata o timbro (anticipazione dell’odierna teoria delle laringali). Dopo queste pubblicazioni gli viene affidata la cattedra di linguistica storica, e negli ultimi anni tenne anche corsi di linguistica generale, cioè teoria del funzionamento del linguaggio; gli appunti di queste lezioni confluirono nella famosa opera “corso di linguistica generale” che uscì postumo ad opera di due suoi studenti, Bally e Sechehaye, che li riunirono e diedero ad essi una veste editoriale. Esso non è dunque del tutto sua opera anche se riflette i suoi spunti e le sue convinzioni, gli allievi creano legami che forse non erano nell’intenzione del professore.
Uno degli aspetti più rilevanti del pensiero di Saussure è la coppia langue-parole: ciascuno dei termini manifesta uno degli aspetti fondamentali del linguaggio: esiste il livello del codice (langue) che è necessario conoscere per parlare una lingua e che è fatto da regole astratte cioè è il modello di lingua a cui facciamo riferimento, ed ha una dimensione sociale ed è uguale per tutti i parlanti; la parole è la lingua in atto di contro alla langue in potenza, è molteplice perché ciascuno la usa a proprio modo, è concreta perché è la lingua dell’uso, è un fatto individuale. È impossibile studiare atti di parola molteplici e sempre unici, soggetti a continui mutamenti, dunque si dovrà astrarsi dalla parole e restare al livello della langue. A questo livello si colloca quello che Saussure chiama segno, cioè la relazione che si instaura tra un significante e un significato, entrambi nozioni astratte: il significante è l’immagine acustica, cioè non la parola pronunciata ma il modello ideale della parola che va al di là dell’infinita varietà di pronunce. La relazione tra significante e significato è per Saussure puramente arbitraria, e l’arbitrarietà del segno si estende anche al significante ed agli elementi che lo costituiscono: ciascuna lingua seleziona all’interno della gamma di possibilità dell’apparato fonatorio alcuni suoni che in quella lingua creano opposizioni distintive (fonemi), e questo è impredicibile, il fatto che un gruppo di parlanti formi il sistema fonematico valorizzando alcuni tratti e non altri. Ma anche il significato ha caratteri di arbitrarietà: sembra che la necessità di chiamare con nomi diversi entità diverse sia una necessità di natura, mentre non tutte le lingue selezionano gli stessi tratti concettuali: ad esempio l’inglese non distingue blu e azzurro, ma li considera sfumature dello stesso colore. La realtà esterna è un continuum che noi sentiamo di dominare perché lo classifichiamo, ma le categorie in base a cui dividiamo la realtà non esistono a priori ma sono fenomeni linguistici e culturali: pensa a distinzioni non comuni a tutte le lingue, sistema dei colori diverso da popolo a popolo, eppure l’occhio umano è strutturato allo stesso modo, percepisce le stesse onde, latino e greco distinguono colore lucido e colore opaco, li trattano come diversi. Quello che emerge è che seppure non esiste la categoria linguistica esiste la categoria logica, questo è alla radice dell’impossibilità di trasferire perfettamente un testo da un sistema linguistico ad un altro.
Non esiste motivo extralinguistico per cui la lingua debba pertinentizzare suoni o tratti di suoni e non altri. Pertinentizzare vuol dire rendere significativo a livello fonematico. Ma anche la pertinentizzazione dei contenuti è del tutto arbitraria, non esiste motivo per cui alcuni sistemi rendano significativi alcuni tratti. Se il segno non trova ragion d’essere nella realtà esterna, da dove si stabilisce il valore di un segno nella lingua? All’interno di un sistema, e si definisce per opposizione: guardando alle categorie morfologiche, in italiano il plurale indica quantità superiore a uno, in greco superiore a uno e a due perché esiste il duale. La lingua come sistema è struttura composta da elementi solidali il cui valore è determinato in negativo (ciò che non è singolare è plurale) e in relazione a tutti gli altri elementi del sistema. Ciò implica che non si può aggiungere o sottrarre o modificare un elemento del sistema senza cambiare anche gli altri elementi: se il greco perde il duale il singolare e il plurale cambiano valore, il sistema si deve ristrutturare; pensa anche alla perdita dell’opposizione latina tra vocali lunghe e brevi, il sistema si è dovuto ristrutturare ed è nata quella tra vocali aperte e chiuse. Il sistema è chiuso, e se vi entra un termine nuovo, o questo viene sentito come superfluo o scompare quello originario o si specializzano. Anche i prestiti hanno quindi ragion d’essere, se non arrivano insieme agli oggetti come computer, nel fatto che hanno sfumatura di significato o di registro, denotativa o connotativa. Gli esempi di ristrutturazione possono moltiplicarsi: dimostrativi da tre a due, allocutivi opposizione binaria tra tu e lei ecc. ecc. Se ogni elemento ha valore solo in relazione al sistema, il ragionamento di Saussure continua con la suddivisione del sistema in piano paradigmatico e sintagmatico. Il paradigma è nell’ambito della langue ed è la raccolta dei segni che intrattengono una relazione con quello che stiamo considerando: esempio dottore, relazioni di tipo morfologico, altri nomi come attore hanno suffisso analogo; semantico altri termini medici, ambulatorio ecc., le associazioni sono le più varie anche fonetiche e sintattiche. Operare a livello paradigmatico significa selezionare, la lingua ha un andamento lineare e tra tante possibilità se ne sceglie una e si operano combinazioni (sintagma); ogni tratto ne seleziona altri ed essi si combinano nell’andamento o della catena parlata o della lingua scritta. Nella stringa di parlato o di scritto le relazioni passano dalla potenza all’atto ed acquistano senso, non solo hanno valore in sé. Per studiare queste relazioni è necessario fotografarle in un momento, in maniera sincronica: lo studio sincronico fotografa uno stato di lingua, mentre la diacronia studia le evoluzioni del sistema.
La correttezza di una lingua dipende dallo stato del sistema, la categoria di corretto cambia a seconda delle ristrutturazioni del sistema: vedi la distinzione dei pronomi personali soggetto e complemento per tutte le persone, ora quelli di terza persona non sono distinguibili, il neostandard si sta ristrutturando e specificando e probabilmente questo non sarà più censurato dalla norma. La nozione del valore sostituisce quella del significato come noi lo intendiamo, e non è assoluto ma in relazione agli altri elementi del sistema, allo stesso modo delle categorie grammaticali. Il privilegiare la sincronia potrebbe far sembrare quello di Saussure un tradimento delle sue origini da linguista storico, aspetto molto sottolineato dai suoi allievi in parte al di là delle loro intenzioni; essi hanno operato dei collegamenti che l’autore non avrebbe mantenuto, scoperta effettuata grazie agli studi filologici sui manoscritti lasciati da Saussure. Non era intenzione dell’autore dare questo risalto alla necessità di studiare la lingua in un suo stato; se si analizza la langue che ha una forte componente sociale, condivisa da tutti i parlanti, e riflette i cambiamenti di quella società, non si può studiarla senza considerarla in base a ciò che la condiziona, situazione economica e trasformazioni di ogni genere.