Risulta essere considerato da alcuni il migliore dei 96 romanzi della grande Comèdie humaine. Papà Grandet, uomo ricco ma avaro, pur continuando ad accumulare oro, vive in una tetra casa della città di Saumur assieme alla moglie (donna debole e silenziosa), alla fedele serva Nanon e alla giovane figlia Eugenia la cui dote richiama le attenzioni di due famiglie rivali, i Cruchot e i Des Grassins. La sera stessa del compleanno di Eugenia giunge inaspettato un giovane parigino, vero tipo di dandy, Carlo Grandet, figlio del fratello di papà Grandet, commerciante a Parigi, il quale in seguito a un fallimento si era suicidato affidando il figlio a suo fratello. Eugenia prova subito per il cugino un interesse, che si trasformerà rapidamente in amore. Mentre il vecchio Grandet cerca di sistemare gli affari del fratello, Carlo decide di partire per le Indie in cerca di fortuna; allora Eugenia gli dona la collezione di monete d’oro, dono del padre, ignara dei freddi calcoli del giovane. Ma quando il padre lo viene a sapere, la rinchiude nella sua camera e si riconcilia con lei solo quando la moglie sta per morire; infatti Grandet fa subito firmare alla figlia una rinuncia alla successione della madre, rimanendo così padrone di un’immensa fortuna che amministra fino alla drammatica scomparsa. Eugenia, rimasta sola ma ricca ereditiera, all’età di trent’anni continua a essere incrollabilmente fedele alla sua illusione d’amore per il cugino lontano, di cui non ha più avuto notizie. Carlo, che nel frattempo ha fatto fortuna nelle Indie ricorrendo a tutti i mezzi, non pensa più a lei e, ritornato a Parigi per negoziare il suo matrimonio con una giovane nobile, della quale assume il nome, scrive una lettera di rottura a Eugenia: lei accetta la prova in silenzio e giunge al punto di saldare i debiti del padre di Carlo pur di salvare l’amato cugino dal disonore. Accordata poi la sua mano a uno dei Cruchot a condizione che sia un “matrimonio bianco”, conserva in sè le sentiment inextinguible che le brucia il cuore e, rimasta poco tempo dopo vedova, malgrado la sua favolosa ricchezza continua la sua vita semplice e senza calore, riversando la sua fortuna in opere di carità. Le figure di Grandet e di Eugenia, i due protagonisti del romanzo, sono veramente indimenticabili, tra le più felici di Balzac: Grandet, violento e tiranno, spesso trascinato da veemenza e scoppi d’ira, non possiede nulla di umano eccetto un sentimento paterno che è quasi “un vago rispetto della sua futura ereditiera”: è “il più grande maestro di avarizia, che la letteratura d’immaginazione ha posto davanti a noi” (Bellesort), ma è un avaro moderno e originale, un uomo d’affari, che investe il suo oro invece di sotterrarlo. In aperto conflitto con lui è Eugenia, il cui grande amore durerà quanto la sua vita a dispetto di tutte le disillusioni.