Considerato uno dei più importanti trattati di strategia militare mai scritti, è tutt’oggi adottato come libro di testo in numerose accademie militari, sebbene alcuni passaggi, come la descrizione della “guerra assoluta”, siano stati fortemente contestati per l’influenza distruttiva che si ritiene abbiano esercitato nel corso delle due guerre mondiali.
Karl von Clausewitz (Burg 1780 – Breslavia 1831)
Generale e studioso dell’arte militare prussiano. Frequentò l’accademia per ufficiali di Berlino e combatté nelle guerre contro la Francia rivoluzionaria e contro Napoleone, prima nell’esercito russo poi in quello prussiano, prendendo parte alla battaglia di Waterloo. Dal 1818 al 1830 diresse l’accademia militare di Berlino. È noto soprattutto come teorico dell’arte militare, grazie al trattato Della Guerra, pubblicato postumo in 3 volumi (1832-1837).
Della Guerra
Trattato d’arte militare di Karl von Clausewitz (1780-1831), pubblicato postumo nel 1832-37. Il Clausewitz è un fervente assertore di quella corrente che all’esagerata valutazione delle forze numeriche e dei mezzi, opponeva la superiorità dei valori morali. In guerra, i mezzi materiali hanno naturalmente la loro importanza, che non è però decisiva perché la guerra non può esser considerata come un episodio a sé nella storia, intimamente legata com’è in realtà alla psicologia e alla coscienza del popolo. Decisiva è dunque la sola forza dello spirito di fronte alla quale sono privi di valore e di significato i più complessi schemi teorici. Elemento di primaria importanza è il “genio del condottiero”, che soprattutto si vale dei mezzi morali. Il genio del comandante si esplica nella volontà eminentemente offensiva, che si impone all’avversario ed è garanzia di vittoria. La superiorità del numero e dei mezzi può acquistare tutta la sua potenza nel campo tattico e in quello strategico solo se coordinata e impiegata con tempestività e saggezza che dipendono esclusivamente dalla genialità del capo, e che i gregari sapranno seguire se moralmente forti e preparati. Il dominio degli uomini e degli eventi costituisce il risultato più completo di questa perfetta armonia tra le forze morali e materiali. Aggredire l’avversario nel modo più rapido, sorprenderlo senza indugi, agire su lui violentemente, inesorabilmente, costringerlo ad accettare battaglia dopo il concentramento di tutte le forze, sono gli scopi verso i quali deve orientarsi il pensiero del Capitano. Da queste premesse nascono i principi della massa, dell’offensiva, degli sforzi combinati, a cui il Comando, organo direttivo e supremo, deve attenersi nel concretare il piano di battaglia.
Perfettamente intonata allo spirito e alla mentalità tedesca, la dottrina del Clausewitz si fonda sui princìpi fondamentali di quella ideologia: la superiorità della razza tedesca, e il concetto “della nazione armata” sostenuto dal Blume, dal Von der Goltz, da Guglielmo II. Mai rigido, sempre equilibrato, ampio, geniale nelle idee, nuovo nelle concezioni, il Clausewitz è veramente il fondatore della dottrina militare tedesca del sec. XIX.