Formalismo è il termine col quale fu designata (dapprima con una sfumatura negativa) la corrente critica affermatasi nella letteratura russa intorno al 1914 e attiva sino al 1930 circa.
P. Bogatyrèv, R. Jakobson, G.O. Vinokur, O. Brik, B. Tomasevskij, riunitisi nel Circolo linguistico di Mosca (1915), e L. Jakubinskij, E. Polivanov, V. Sklovskij, B. Ejchenbaum, fondatori nel 1916 dell’OPOJAZ (Società per lo studio della teoria della lingua poetica) di Pietroburgo, formularono una prestigiosa e anticipatrice teoria in cui, mettendo in rilievo il principio dell’automatismo della percezione nella lettura delle forme, concentravano tutta l’attenzione critica sui procedimenti volti a rompere tale automatismo, procedimenti attraverso i quali si esprime e prende consistenza la forma letteraria.
Essi rifiutavano, così, ogni tipo di approccio psicologico o sociologico all’opera d’arte, di cui ribadivano la natura esclusiva di «convenzione» o «finzione».
Quasi un manifesto della nuova corrente (che operò in stretto contatto con le avanguardie del tempo, soprattutto col futurismo) fu il saggio di V. Sklovskij L’arte come artificio, apparso sul primo numero dell’almanacco «Poetica» (1919). In seguito, i teorici del f. approfondirono la loro ricerca fornendo illuminanti saggi: sulla tipologia della forma narrativa (Sklovskij, Teoria della prosa), sul rapporto tra lingua emozionale e lingua poetica (Jakobson, La poesia contemporanea russa e Sul verso ceco), sull’intonazione come principio costitutivo del verso (Ejchenbaum, La melodia del verso), sulla funzione della norma metrica nel verso e nella prosa (B. Tomalevskij, Sul verso), sulla struttura delle favole (V.J. Propp, Morfologia della fiaba).
Rilevanti anche le applicazioni della teoria a singoli momenti della storia letteraria: i lavori di Ejchenbaum su Tolstoj giovane, su Gogol’, su Blok; di Tynjanov su Gogol’ e Dostoevskij; di Sklovskij su Puskin e Sterne; di Zirmunskij su Byron e Puskin.
Alla fine degli anni Venti, dopo il violento dibattito che l’oppose al nascente e già imperioso monopolio del realismo socialista, il f. cessò praticamente di esistere.
La sua ricerca venne ripresa e continuata dal Circolo di Praga, nel cui ambito nacque lo strutturalismo, di cui il f. può essere dunque considerato il diretto antecedente storico.