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La xilografia la tecnica piú antica, usata originariamente (sec. XIV) per stampare motivi devozionali o decorativi di carattere popolaresco. In parallelo alla sopravvenuta incisione su metallo, assunse presto grande dignità artistica affermandosi inoltre, con la diffusione della carta (sec. XV), come mezzo fondamentale per l’llustrazione e la decorazione di libri, usato come tale fino a tutto il sec. XIX, spesso anche per giornali.
Caratterizzata negli esemplari piú antichi da un segno piuttosto rigido e grossolano, usato come semplice contorno senza tratteggi (molto difficili da incrociare con scioltezza), ha raggiunto con alcuni artisti (per esempio Dürer) libertà segnica e ricchezza di valori pari a quelle dell’incisione su metallo, alla quale si è accompagnata per la stampa di traduzione. Notevole al riguardo l’invenzione (Ugo da Carpi, sec. XVI) della stampa a piú matrici per la resa del chiaroscuro. Importante per qualità e originalità la produzione xilografica giapponese (XV-XVIII secolo). Relativamente meno usata rispetto ad altre tecniche dagli incisori di invenzione, la x ha interessato nuovamente gli artisti e ha avuto sviluppi originali in tempi moderni, in particolare con gli espressionisti (per esempio E. Munch).
Tecnica
Si usano tradizionalmente legni duri con fibra compatta (in genere alberi fruttiferi e meglio di tutti, il bosso) che garantiscono precisione e resistenza. Non sono però da escludere altri tipi di legno, anche compensati, quando la precisione del segno e della tiratura non sono essenziali e, specialmente, quando le stesse irregolarità della materia sono ricercate come qualità. Le tavolette possono essere tagliate ォdi testaサ, con le fibre perpendicolari al piano di incisione, o di filo, con le fibre parallele al piano. Il legno tagliato di testa offre al ferro resistenze uniformi in ogni direzione ed è indicato per lavori con segni fini e precisi. Si incide con bulini del tutto simili a quelli per metallo e con ciappole, bulini piú grossi con sezione a U. La tavola tagliata di filo non ha compattezza uniforme a causa delle fibre e oppone ai ferri resistenze variabili nelle diverse direzioni. Ne risultano minor finezza e scioltezza del segno che caratterizzano questo tipo di incisione. Si incide con lancette e coltellini per delimitare i segni, con sgorbie e scalpelli per scavare.
L’inchiostrazione xilografica si fa distribuendo col rullo uno strato sottile di inchiostro tipografico sulla tavoletta incisa. Si stampa su carta secca o leggermente inumidita con torchio a pressione piana, oppure con torchio tipografico a rulli, o con torchio calcografico adattato. Conviene stampare a mano, su carta leggera tipo giapponese, premendo sulla carta con un corpo convesso (dorso di cucchiaio, stecca di scultore ecc.), quando si vogliono modulare i valori.
Estremo Oriente
Cina
L’invenzione dell’incisione sul legno, che consentí una tiratura piú rapida rispetto allo stampaggio, sembra sia dovuta allo sviluppo del buddismo e al grande consumo di immagini devote. Già praticata almeno dopo il sec. VIII, la x religiosa si è sviluppata fino ai giorni nostri senza grandi variazioni. L’incisione profana comparve solo nel sec. XVI per illustrare opere varie, romanzi, raccolte di pittura (Studio dei Dieci Bambú), manuali di pittura (Giardino grande come un grano di senape), medicina. Il genere si rinnovò soltanto nel sec. XX, quando lo scrittore Lu Siun fondò a Shangai, nel 1930, una scuola di incisione su legno che, per influsso dell’incisione russa contemporanea, si proponeva di illustrare la vita del popolo nei campi o in armi, temi propagandistici sviluppati ancora oggi.
Giappone
Come in Cina, la x venne praticata nei conventi buddisti, e solo nel sec. XVII fu edita la prima opera illustrata. La storia dell’incisione si confonde in seguito con quella della stampa, benché l’epoca contemporanea abbia conosciuto litografi o incisori su metallo, tra i quali spicca la personalità di Hasegawa.