Nella teoria del linguista danese Louis Trolle Hjelmslev, uno dei due piani del segno linguistico, inscindibile dall’altro piano, quello del contenuto. Per la descrizione del rapporto tra espressione e contenuto Hjelmslev riprende la distinzione tra significante e significato formulata dal linguista ginevrino Ferdinand de Saussure, elaborando per ciascuno dei due piani un’ulteriore divisione, quella tra “forma” e “sostanza”.
Come sul piano del contenuto ogni lingua proietta sulla materia amorfa, composta dalle cose in sé, la sua forma per articolarla in sostanza, così, sul piano dell’espressione, ogni lingua proietta sulla materia amorfa composta da tutti i suoni producibili dall’apparato fonatorio umano un principio (una forma) che struttura e articola la materia per renderla sostanza sonora. Nel caso dell’espressione, le “figure”, ossia gli elementi minimi, sono i fonemi (vedi Fonologia), e il sistema fonologico (la forma) di ogni lingua trasforma la voce umana in sostanza sonora.