Le lingue sono quelle delle popolazioni che gravitano sul Mare del Nord: inglese, frisone e dialetti tedeschi. In questo gruppo si può operare una suddivisione, gruppo più meridionale dei dialetti tedeschi, quelli soggetti alla seconda rotazione consonantica, tutte suddivisioni sulla base di isoglosse.
L’inglese è diviso in antico (450-1150, lungo arco naturalmente non omogeneo in tutto, mantiene caratteri ben definiti diversi dagli altri periodi), medio (1150-1500) e moderno; la documentazione scritta va dall’VIII secolo in poi. È lingua importata in Inghilterra, abitata da popolazioni celtiche alle quali si erano affiancati i Romani, nel 450 arrivano gli Angli i Sassoni e gli Iuti che provengono dalla Germania settentrionale, dall’Olanda e dalla Danimarca; i Celti erano in lotta tra loro e viene chiesto l’aiuto di queste popolazioni del continente che arrivano a più riprese facendo scalo nelle isole a Nord dell’Olanda dove si parlava il frisone. Angli Sassoni e Iuti si sono serviti delle isole come basi di rifornimento, ma con queste soste hanno assunto elementi frisoni e per questo qualche traccia se ne trova nell’inglese. Queste tribù germaniche, pur essendo stanziate a Nord, avevano ricevuto anche elementi latini, dunque parole latine sono penetrate a quella latitudine perché designavano cose nuove e utili; quando le tribù si sono trasferite in Inghilterra avevano la lingua infarcita di elementi anche latini ed in Inghilterra ne hanno trovati altri portati fin dall’epoca di Cesare. Gli Angli si stanziano nella regione che prenderà il nome di Anglia, i Sassoni nelle tre zone che si chiameranno col loro nome e un’indicazione geografica: Essex = Sassoni dell’Est, Sussex = Sassoni del Sud, Wessex = Sassoni dell’Ovest; gli Iuti andranno nel Kantium oggi Kent per metafonia palatale, influenza di i sulla vocale precedente a. Le tre varietà dialettali dell’Inghilterra antica erano dunque anglico, sassone e chentico. La cristianizzazione parte con la conversione di un sovrano del Kent e la lingua si arricchisce di nuovi termini legati alla nuova religione; la regina Berta di origine francone favorisce la cristianizzazione e la predicazione, dunque abbiamo la presenza di una diversa varietà germanica anch’essa parlata sul continente che si mescola ai dialetti originari e agli elementi portati dai monaci irlandesi; tutto questo tra V e VI secolo. Nei secoli successivi la lingua assume una forma più anglosassone e re Alfredo il Grande, oltre ad una folitica militare, attua una politica culturale di grande respiro traducendo e facendo tradurre testi latini non solo liturgici ma anche filosofici (Boezio, Orosio) creando le basi per una lingua con tutta la gamma espressiva per le necessità poetiche e scientifiche. Il grammatico Aelfrich fu l’autore della grammatica latina in antico inglese. I Vichinghi arrivano tra X e XI secolo e l’Inghilterra viene sottomessa; è così forte la presenza scandinava che la parte orientale è chiamata Danelaw ovvero terra sottoposta alla legge danese. In un primo momento quella vichinga è un’invasione brutale, poi una convivenza abbastanza pacifica; nel 1066 si collocano la battaglia di Hastings e l’arrivo degli anglo-Normanni, stanziati in Normandia dove si parlava una varietà di francese. Con Guglielmo il Conquistatore la corte è trasferita in Inghilterra ed egli porta con sé usi e costumi appresi in Francia (moda, cucina) e la lingua, misto tra lingua dei Normanni e francese del Nord; la lingua inglese si arricchisce di elementi di origine composita.
Durante il Medioevo in seguito alle guerre per i feudi inglesi su territorio francese, si attua una politica matrimoniale come compromesso e si instaurano legami; entrano nell’inglese molte parole di origine francese. La storia successiva è di uno stato con monarchia costituzionale e l’inglese si assesta; è soggetto ad influsso italiano con il Rinascimento e negli anni di fioritura e prestigio della musica italiana; tra Settecento e Ottocento l’inglese si diffonde come lingua di una fotenza coloniale in Asia, Africa ed America del Nord, abbiamo diverse varietà diatopiche differenziate nel lessico e nella pronuncia.
Parole di origine celtica: toponimi contenenti il termine che indica l’acqua (le scogliere di Dover che deriva dal celtico dubris = acqua, così come Awen); Shakespeare sarebbe nato a Stretford on Awen. Altro termine celtico per Acqua è exe, oppure Trent, anche nome di un fiume. La preposizione down è ciò che rimane dall’espressione celtica af dune = dal colle, dall’alto verso il basso.
Questi elementi celtici possono fondersi con elementi di origine germanica o latina: exeter, primo elemento exe = acqua, elemento latino castra, accampamento vicino all’acqua; Lincoln, lin parola celtica = stagno, elemento latino colonia, colonia vicino allo stagno. Ci sono anche casi di tautologia: toponimo chetwood, elemento celtico e germanico significano entrambi legno o foresta; Brill, entrambi gli elementi significano collina. Un luogo viene chiamato con la ripetizione di una stessa parola perché i parlanti sono indecisi, c’è una forma di bilinguismo imperfetto per cui il primo termine non è più trasparente e vi si pone accanto l’elemento nuovo (italiano Moncibenna con lo stesso meccanismo, Cibenna è parola araba che significa ancora monte). Il nome del tasso è parola celtica antica.
La presenza romana lascia un’impronta notevole sulla lingua: toponimi con castra, con vicus che assumerà la forma wich, spesso accompagnati a un primo elemento che indica o animali o prodotti agricoli, questi toponimi erano probabilmente fattorie o centri rurali: butterwich = fattoria il cui prodotto principale è il burro. I prestiti latini coprono varie aree del lessico, Sassoni Angli e Iuti arrivati in Inghilterra intorno al 450 avevano avuto contatti con il mondo romano anche sul continente ed avevano assunto molti prestiti, in Inghilterra poi vengono a contatto con i prestiti arrivati al tempo di Cesare. È quindi difficile dire se le parole latine dell’inglese siano state portate da Cesare o arrivate dalle popolazioni germaniche dal 450.
Esempi di prestiti: street da strata, a lunga diventa e lunga; chalk da calcem, materiale importante per la costruzione, poi in inglese assume il significato di gesso a causa del colore bianco. Street è la tipica strada romana, chalk è materiale da costruzione; anche il latino tegula nello stesso ambito è continuato da tile. Wall deriva da vallum, da trincea diventa la parete che fa da contrafforte. Copper è il latino cuprum = rame. Kitchen deriva da coquina, la pronuncia affricata è resa graficamente con ch, la parola è stata presa quando qui era pronunciato ci; o seguita da i in sillaba seguente è spesso resa con i (moneta munita mint). Pound deriva da pondus = peso, moneta ufficiale o misura di peso.
Con la cristianizzazione arrivano termini sia in forma greca latinizzata sia con influsso della pronuncia dei monaci predicatori; altri termini germanici verranno trasmessi dai Franchi. Ricordiamo Abbot da abbas abbatis, bishop da episcopus con aferesi e sonorizzazione di sorda intervocalica; Pope da Papas. La struttura dove si insegnava school era scola forma latinizzata di greco scholè; la chiesa church è la kuriakè = del Signore sott casa, tedesco kirke, l’inglese ha pronuncia affricata.
Altro momento della storia dell’inglese è l’arrivo dei Vichinghi danesi, le cronache anglosassoni dell’epoca lo descrivono; queste popolazioni compiono distruzioni e si insediano sulla costa orientale da Nord a Sud. Il fatto più evidente è l’imposizione di articolare le consonanti velari con pronuncia velare mentre in inglese normalmente questi suoni hanno dato luogo a pronunce diverse: verbo dare to give ha pronuncia velare, verbo presente in Inghilterra ghevan che non sarebbe arrivato a give se non fosse stato toccato da imposizione danese; per l’uso frequente del verbo la pronuncia imposta si è mantenuta. Per citare una parola non toccata da influsso danese, abbiamo ghet, che è arrivato a yet, lo stesso sarebbe avvenuto di ghevan. Anche la parola yeard yard ha accanto, derivata dalla stessa base, garden; la parola originaria era yeard. I danesi imposero anche l’abbandono completo di certe parole: to cut = tagliare viene dal Nord e così take = prendere, ma nei testi anteriori al IX secolo epoca dell’avvento dei danesi si usava neman, che poi cade in disuso. Cast = gettare entrato poi nel linguaggio specialistico. To die è nordico, indica il perdere la vita; il termine germanico che è equivalente del tedesco stewel assume il significato di morire di fame, in questo caso non si è avuta perdita totale ma specializzazione del significato. Sky è cielo di origine nordica, chelo è pangermanico e ha limitato il significato. Knife è coltello, kettle è il catillus del latino diminutivo del catinus: quando entra nel germanico a subisce metafonia palatale diventando e, la prima consonante in inglese si era palatalizzata ma con l’arrivo dei Vichinghi cade chietel e rimane kettle. Compaiono poi parole della vita di tutti i giorni legate all’ambito domestico e alla vita femminile, ciò indica che si è stabilita una relazione pacifica tra le popolazioni dominatrici e quelle sottomesse, come avverrà in Italia tra Goti e latini. Husband letteralmente è il contadino che governa la casa; si crea una situazione di bilinguismo e rimane sullo sfondo l’elemento celtico tra X e XI secolo, e il latino è usato a scuola e nella Chiesa. Il costituirsi della lingua inglese è perciò lungo e lento e comporta il concorrere di vari elementi.
Con il 1066 arrivano gli Anglo-Normanni e con Guglielmo il Conquistatore la corte viene trasportata in Inghilterra, quindi negli ambienti alti della società si continua a parlare anglo-normanno: era questa una popolazione del Nord insediatasi in Normandia e venuta a contatto con il francese parlato nella zona, hanno assunto modi di vivere tipici della cultura francese antica e la lingua ne ha risentito. Il francese con cui essi vennero in contatto era diverso da quello centrale di Parigi, con gli Anglo-normanni arrivano parole come porch e beef che si affiancano a pig e oxe, indicano il maiale e il bue in francese e in Inghilterra passeranno ad indicare l’animale cucinato.
Parole francesi: merchant, pronuncia con l’affricata, in francese con sibilante palatale, ma nel francese medievale c’era l’affricata; la parola inglese è entrata quando il fonema ch aveva la pronuncia affricata. Altro caso: change, tale era la forma medievale, poi nel francese la parola ha cambiato pronuncia, ha le due sibilanti sorda e sonora. Questa è spia che nel Medioevo il francese conosceva le affricate.
Percorso: mercatu(m), ma forme popolari marcatu(m), anche nei dialetti settentrionali c’è la vocale a; in inglese abbiamo le due forme, quella con e è derivata dal francese. Tutto il Medioevo l’influsso francese è marcato: i suffissati in -tion arrivano ora tramite il francese, sono alla lontana parole latine che hanno assunto una pronuncia diversa in francese e inglese. Più tardi entrano parole italiane, nel Rinascimento e con lo sviluppo e il prestigio della musica italiana. Vitali sono i suffissi latini come -arius che diventa -air per metafonia palatale e -tor, entrambi suffissi dei nomina agentis.
Il frisone si parla nel Nord dell’Olanda e nelle isole, il tratto fonetico tipico del frisone che ha influito sull’inglese può essere la semplificazione dei nessi nasale + consonante: ingl goose, tedesco guns = oca. Esisteva la lex Frisonum in epoca romana.
Quanto ai dialetti tedeschi si distinguono per la posizione geografica, zona bassa a Nord, zona media al centro, zona alta a Sud. Fase antica, fino al 1200: nel Nord, Olanda Belgio e Germania, basso francone a Ovest e basso sassone a Est; basso francone: comprende varietà di fiammingo e olandese, si potrebbe chiamare gruppo nederlandese, che ha a che fare con i Paesi bassi; il basso sassone è rappresentato da un testo l’Heliand, traduzione della genesi, la parola significa salvatore ed è un participio presente (cfr formante nt di greco e latino), l’accento cadeva sulla sillaba davanti al suffisso del participio, dunque la consonante finale si sonorizza anche perché davanti a nasale; oggi questo basso sassone è rappresentato dal plat deutsch. In queste zone la seconda rotazione consonantica non è arrivata, dunqve queste parlate sono molto simili all’inglese.
Dam: presente nei toponimi olandesi, significa diga, sbarramento dall’acqua. Den haag = spazio recintato, l’Aya. Nome del battello da caccia: yact, il nome che vuol dire caccia: gli olandesi sono stati potenza commerciale dotata di una flotta notevole e con possedimenti in Asia, e una varietà di olandese si parla in Sudafrica. Boeri: coloni olandesi trapiantati in Sudafrica, bauer tedesco, indica i contadini.
Nella zona media abbiamo molti dialetti, in fase antica e moderna.
Nella zona meridionale abbiamo nella fase antica parte del francone, Alemanno e bavarese che costituiscono il ober deutsch, tedesco superiore. Questa è la zona in cui è più marcata la seconda rotazione consonantica che si manifesta con focolai che esplodono ma non si realizza contemporaneamente ovunque e non è uguale per tutte le consonanti; va osservata luogo per luogo momento per momento e non sempre i testi danno informazioni univoche: un testo manoscritto può frovenire da area alemanna ma essere scritto da un bavarese che ha portato la sua parlata nativa ed è stato influenzato dalla parlata del luogo. Nella fase antica c’erano altre parlate ora perdute, una è il longobardo; i Longobardi sono scesi seguendo il corso dell’Elba passando in Pannonia e arrivando in Italia; la loro presenza e dominazione ha influenzato la nostra lingua per la durata della dominazione e la vastità dell’area che controllavano. Altri dialetti medievali sono i Walser, che dal versante svizzero delle Alpi sono arrivati in Valle d’Aosta e nella provincia di Verbania (Gressoney, Alagna, Macugnaga e altri paesi minori). Sempre in epoca medievale nelle province di Vicenza e Verona abbiamo i Cimbri, non gli stessi dell’epoca di Mario; non sappiamo quando e perché siano arrivati, si pensa per motivi economici, alla ricerca di nuovi territori; forse erano lavoratori del ferro, ancora oggi li ritroviamo in località rilevanti (Asiago). Cimbri e Walser tengono alla loro identità e alla loro lingua. Altra parlata è l’iddisch, mescolanza di tedesco ed ebraico, i parlanti questa lingua erano milioni prima della seconda guerra mondiale e ci sono scrittori famosi che hanno iniziato a scrivere in iddisch e sono passati dopo all’inglese per avere un pubblico più ampio. Oggi si parla tedesco in alcune colonie della Romania, alcune città hanno il doppio nome romeno e tedesco. Sieben Burgen = sette città, avamposti tedeschi che risalgono all’epoca medievale in cui si parlava una varietà di sassone, in quella che oggi è la Romania; sono isole linguistiche immerse in un contesto diverso che sopravvivono oggi pur in condizioni economico-sociali precarie. Con la sconfitta della Francia nel 1870 la Germania ha conseguito territori come Alsazia e Lorena poi persi nella prima guerra mondiale; dunque il confine occidentale è stato mobile negli ultimi 140 anni seguendo le vicende politiche, non fisso sul Reno. Il tedesco come lingua nazionale si è venuto consolidando specialmente dopo l’invenzione della stampa e dopo Lutero, prima si era creata una lingua particolare, il tedesco della poesia epica e cavalleresca (Nibelungenlied, Minnesang cioè poesia dei cantori di corte amorosa simile alla lirica provenzale). Agli albori dell’epoca moderna la diffusione di più copie dei testi da parte della stampa e la figura di Lutero determinano un’unificazione fra le tante varietà parlate in Germania (semplificazione). Non c’è una data precisa in cui far iniziare il tedesco moderno, sicuramente Lutero è stato figura determinante per la storia del Nord Europa; anche la cancelleria, i vescovi conti e l’insieme politico-religioso hanno influenza sulla lingua. L’influsso del latino è provato dal fatto che certi cognomi vengono latinizzati: Schmid o Schmidt o Schmitt è sostituito da faber; Fischer viene da piscator; Fuchs diventa Vulpius. Nel Seicento arrivano diverse parole dal francese e vengono adattate a grafia e pronuncia tedesca: armée, Kapitan (a con umlaut), offizier, kompliment che ha l’accento alla francese sull’ultima sillaba, non sulla prima come tipico delle lingue jermaniche.
La seconda rotazione consonantica riguarda i dialetti tedeschi meridionali più marcatamente, si innesca in più punti come tendenza continua in tedesco e distingue questi dialetti dal resto delle lingue germaniche; presenta sorprendenti analogie con la prima rotazione germanica che riguardava tutte le lingue (la legge di Grim-Werner). L’analogia più evidente è che
le consonanti sonore germaniche diventano sorde; sono derivate da indoeuropee sonore aspirate che per Grim avevano dato sonore ad inizio parola o dopo nasale, o sorde che per Werner sono diventate sonore.
Figlia: gotico da”uhtar, inglese dauter, tedesco tochter, l’iniziale è sorda per seconda rotazione. Dalla comparazione vediamo che all’origine l’iniziale era sonora aspirata: sanscr duhitar, qui abbiamo occlusiva sonora per legge di Grasmann; greco thugàter, da qui capiamo che era aspirata perché si trasforma in sorda. Dunque il suono da sonoro aspirato si è trasformato in occlusivo sonoro per Grim e poi in sordo per seconda rotazione.
Porta: gotico da”ur, inglese door, tedesco tur (con umlaut); antico indiano dhvaras, greco thùra, latino fores; anche qui avevamo sonora aspirata.
Altro punto della seconda rotazione: le occlusive sorde germaniche (derivate da sonore per Grim) hanno due esiti che dipendono dalla posizione, dal contesto fonetico: diventano delle spiranti in posizione intervocalica, affricate nelle altre posizioni (inizio parola, all’interno dopo consonante). In questo cambiamento di articolazione rimane costante il luogo e cambia solo il modo.
Mangiare: gotico itan, inglese eat, la consonante in gotico è intervocalica (attenta in inglese è caduta la desinenza che però c’era anche in inglese); in indoeuropeo avevamo occlusiva sonora ben documentata dal latino edere; tedesco essen, fase antica ezzan ma pronunciato essan.
La seconda rotazione inizia nel V-VI secolo e non colpisce con la stessa intensità tutte le consonanti e tutti i dialetti.
Gotico ik, inglese ich, tedesco ich (è una spirante, in inglese un’affricata).
Il fenomeno colpisce anche i prestiti latini entrati già da tempo nella lingua germanica.
Strata: inglese street mantiene la t, tedesco prima strazza pronunciato strassa poi strasse; la prima t preceduta da s non è mutata, tratto che rende la seconda rotazione analoga alla prima (non mutano le consonanti precedute da s h f un’altra spirante).
Coquina pronunciato cochina, italiano cocina cucina, tedesco kuche, metafonia palatale u con umlaut in inglese poi si delabializza; anche qui la sonora era intervocalica.
Dieci: gotico taihun, inglese ten, all’origine c’era occlusiva sonora, dèka decem, in germanico ha agito Grim: tedesco zehn, affricata ad inizio parola.
Tegula prestito: inglese tile t mantenuta, tedesco prima ziagal poi ziegel. Tegula aveva e lunga, evoluta in ia poi indebolita in ie.
Dormire slepan, inglese sleep, tedesco antico slaffan, tedesco moderno slafen (f pronuncia palatalizzata se seguita da consonante).
Sedere: gotico sitan, inglese antico sittan la i raddoppia la consonante, inglese moderno sit; tedesco antico sittan doppia t comune all’area occidentale, tedesco moderno sitzen.
Latino campus: sorda preceduta da consonante, tedesco campf, indica la lotta (il campus era il terreno dove si svolgeva la lotta). Campus ha dato origine a campio campionis, it campione, francese champion, quando aveva la pronuncia affricata è passato in Inghilterra diventando champion.
Latino planta: inglese plant, due sorde una all’inizio una dopo consonante, tedesco medievale pflanza, due affricate determinate dalla posizione.
Latino puteus pronunciato putiu con i semivocalica, t+j = z, it pozzo; i grammatici latini dicevano che t+j in sibilum transit. Vitium: vezzo vizio. La parola latina pronunciata con j entrata nell’area germanica subisce metafonia palatale, la i provoca il passaggio da u ad u con umlaut e raddoppia la consonante precedente, putt, l’ultima vocale è caduta; in inglese u vicino a labiale porta a delabializzazione della vocale, prima pitt poi pit; in tedesco p inizio parola affricata, u con umlaut rimane, pfutze con affricata come sittan. Questo esempio rende l’idea della comunanza di alcuni fenomeni a tutta l’area germanica dopodiché si ha separazione tra inglese e tedesco.
Stare: inglese stay, tedesco stehen, non cambia la sorda preceduta da sibilante.