Demetrio Pianelli è un romanzo di Emilio De Marchi, pubblicato nel 1890 con il titolo La bella pigotta. E’ considerato uno dei migliori romanzi della letteratura italiana per la rappresentazione della gente umile lombarda, di cui esprime le lotte gli affanni e le sconfitte.
Cesarino Pianelli è un impiegato delle poste soprannominato Lord Cosmetico per la sua eleganza ed ecentricità. Ha fondato un circolo a Milano, il “Circolo Monsù Travet”, e sta pagando un debito, contratto al gioco, con il denaro versato dai soci del circolo; inoltre, pur di non disdire la festa di carnevale organizzata per il circolo, falsifica un assegno che presenta al cassiere Martini, suo amico e collega d’ufficio. Ma alla fine viene scoperto e, non riuscendo a soddisfare il debito contratto abbandonando la propria famiglia alla pietà e generosità del fratello Demetrio, anche lui modesto impiegato.
Così Demetrio, ricco di profondo senso umano, riesce a sopperire ai gravi bisogni della cognata Beatrice e dei nipoti e alla fine – pur spesso incompreso e offeso dalla leggerezza della cognata – comprende e si fa comprendere da Beatrice, che cessa di essere una bambola per diventare un’autentica donna. Questi due, Demetrio e Beatrice, sono le figure principali del romanzo; attorno a loro ruotano figure meno importanti, ma non meno umane, come i coniugi Pardi, il cui matrimonio si conclude con un adulterio e con l’uccisione della donna infedele; il capufficio di Demetrio, che cerca con vari mezzi di conquistarsi la simpatia della bella Beatrice; il cugino Paolino, uomo goffo e timido, che alla fine riesce a sposare Beatrice.
Il più sacrificato rimane sempre Demetrio, che ha subito umiliazioni e perfino la sospensione per due mesi dallo stipendio per aver difeso la bella cognata contro le mire del capufficio. Se protagonista morale del romanzo è dunque Demetrio, in campo diverso s’erge potente la figura di Beatrice, “la bella pigotta”; motivo dominante del romanzo è, secondo il Croce, l’amore o, secondo il Flora, la “femminilità che trae gli uomini alle loro sorti”; ma il protagonista per così dire metafisico è il corso delle cose, il duro gioco della vita, in cui si determina la parabola del destino dei vari personaggi. La ragione specifica del dramma di Demetrio è l’amore, ma Demetrio è un personaggio dimesso, introverso psicologicamente: da qui la sua sconfitta.