In questa guida spieghiamo quando e come utilizzare i tempi passati in italiano.
Imperfetto – per esprimere la durata o la ripetizione nel passato
La pioggia cadeva continuamente da due giorni. Venivano a trovarci tutte le settimane
L’imperfetto indica un’azione incompiuta o indefinita nel passato. L’imperfetto si usa come il tempo della descrizione, serve a rappresentare scene statiche (background).
La stazione era deserta. Carla indossava un soprabito scuro. L’orologio segnava le venti e trenta.
Passato prossimo – è un tempo composto, formato dal presente dell’ausiliare (essere /avere) e dal participio passato del verbo, esprime un fatto compiuto nel passato, ma che ha una qualche relazione col presente, o perché l’avvenimento descritto influisce ancora sul presente.
Due giorni fa ho preso una brutta influenza (sta ancora male). Marco è nato il 21 settembre del 1963. Ho imparato l’inglese durante un soggiorno di studio negli Stati Uniti (sa ancora l’inglese)
Passato remoto – indica un’azione conclusa nel passato che non riflette connessioni col presente.
Manzoni nacque nel 1785. Moravia scrisse La ciociara (un fatto concluso nel passato, definisce il fatto di scrivere)
Tempi composti – si usano per descrivere un’azione o stato avvenuto prima di un corrispondente fatto o azione accaduta nel passato. A volte il trapassato si usa come forma attenuativa. Il trapassato remoto si usa soltanto in relazione al passato remoto nelle proposizione temporali seguite da quando, dopo che, non appena … Il futuro anteriore si usa per descrivere un’azione o stato precedente ad un futuro, ma non precedente al presente.
Mi ero appena addormentato quando bussarono alla porta. Scusi, volevo farle una domanda (trapassato attenuativo). Te lo dissi dopo che lo ebbi incontrato. Sono sicuro che quando mi telefonerai, l’avrò già finito