Indice
Si dà il nome di stampa popolare a fogli volanti stampati su una sola facciata e illustrati da un’incisione spesso accompagnata da un testo, e dipinta a colori vivaci. Le sp erano prodotte da incisori spesso anonimi secondo le tecniche dell’incisione su legno e su rame, della litografia, nonché, in tempi piú vicini a noi, della cromolitografia e della fotolitografia. Il prezzo di queste è sempre stato sufficientemente basso affinché chiunque potesse procurarsi «una stampa da un soldo». La sua diffusione era rapida e su vasta scala. Un prodotto di grande consumo quindi, con i conseguenti difetti: qualità mediocre della carta, impiego dei legni e dei rami per finalità diverse e fino all’usura totale, colori applicati senza curare molto la precisione, a grandi tocchi a stampino o a pennello, con sovrapposizioni per variare le tonalità. Lo smercio delle sp era affidato a venditori ambulanti che, a volte, le esponevano agganciate ad asticelle mediante laccetti di cuoio o le accatastavano in gerle, come nei Paesi Bassi; in Italia, i venditori ambulanti erano seguiti da un asino; in Germania, si spostavano in gruppo. Dal 1782, alcuni di essi furono chiamati tesini perché originari, in gran numero, della valle del Ticino, si spingevano fino alla Russia asiatica, o all’Africa. Le sp erano vendute nei conventi, nei luoghi di pellegrinaggio e nelle fiere.
Si vendevano anche in città, nelle bottegucce raccolte intorno alle cattedrali, come a Saint-Donat a Bruges, sulla porta di Kiev a Mosca, al Palais de Justice a Parigi, e, in grandi quantità, nelle strade dove si radunavano fabbricanti e mercanti (rue Montorgueil o rue Saint-Jacques a Parigi). La sp corrispondeva ad esigenze profonde dell’uomo; acquistava valore di talismano; assicurava protezione divina, il conforto d’una presenza spirituale, il sogno di universi remoti o immaginari. Attaccata a una parete, la rischiarava con le sue tinte vivaci; sotto la cappa del camino, era punto di riferimento per la preghiera; incollata sul coperchio di un cassone, dietro la porta di un armadio, sull’uscio della stalla, proteggeva i beni, stornava i malefici. A capodanno, era di buon augurio; segnava i giorni propizi, conferiva realtà agli eventi storici, ai principi che ne erano protagonisti; concretizzava le catastrofi, rendendole piú vicine, piú terrorizzanti. Conferiva alla vita quotidiana, dipingendola a colori seducenti, una dignità che la rendeva sopportabile. Denunciava con umorismo e spesso con ferocia le ingiustizie, e anche i vizi di coloro che le subivano e ne soffrivano. La sp, soprattutto quando tratta soggetti profani, rappresenta una sorta di letteratura visualizzata. Era concepita per essere letta in immagini, e il testo era un promemoria per chi sapeva leggere.
Nate con l’invenzione della stampa ebbero presto una così vasta diffusione che produsse una complessità di correnti e di influenze di cui sono noti unicamente gli effetti; le motivazioni e le condizioni di questa produzione sono talvolta difficili da percepire.
Europa
Germania
I paesi di lingua germanica ebbero, nel sec. XV, un ruolo essenziale nella storia della sp in Europa. Il perfezionarsi delle tecniche grafiche favorì questo mezzo di espressione popolare e la sua diffusione nei paesi circostanti. Norimberga, Augusta, Magonza erano centri in cui le sp venivano prodotte in così notevole quantità, che la loro importanza può confrontarsi soltanto con quella odierna, dei mass media. La prima fabbrica di sp entrò in funzione a Norimberga nel 1390; «pittori d’immagini e di carte» erano nati a Ulm nel 1420 e ad Augusta nel 1428.
Piú della metà delle sp conservate hanno carattere religioso. L’Ecce homo della messa di papa Gregorio, la sp piú antica, daterebbe al 1400; e un San Cristoforo della Certosa di Buxbeim, conservato a Manchester, al 1423. Scene della vita di Cristo, della Passione, della vita della Vergine, della Vergine in maestà, della Vergine con Bambino, di sante onorate nei luoghi di pellegrinaggio, San Landolin a Brisgau, Santa Maddalena, ebbero grande diffusione a partire dalla seconda metà del sec. XV. Nel repertorio iconografico sono presenti anche immagini augurali come il Bambino Gesú nella cappa del camino per il 1475 o Ein seligs News Jaer con interpretazione del Padre Nostro, per il 1479, di Hans Paur, ed esempi dello Speculum humanae salvationis rappresentanti una mano aperta. In questo «genere» rientrano anche i fogli per le indulgenze, nei quali il testo occupava un posto maggiore dell’immagine; accompagnavano le reliquie e venivano vendute dalle confraternite. Proprio contro l’eccesso di vendita di indulgenze prese inizio la ribellione di Lutero.
La Riforma provocò un nuovo tipo di sp; lasciò molto spazio a quella di soggetti che rappresentano gli scontri ideologici, le peripezie politiche, le satire sociali. Le controversie confessionali utilizzarono i temi popolarissimi del Mondo alla rovescia o del Pazzo della Cuccagna; oltre a introdurre altri temi: papa e monaci in veste di lupi, agnelli protestanti e Lutero in preghiera, traffico delle indulgenze, rivolta dei contadini. La lotta partì da Norimberga nel 1523, animata dal poeta-calzolaio Hans Sachs, e in questa città si sviluppò in gran parte la stampa di immagini polemiche. Nel 1570 vi erano dieci stampatori, cinque intagliatori d’immagini, diciassette incisori di lettere. Augusta, Strasburgo, Mulhausen in Turingia furono altrettanti centri di stampa molto importanti. I fogli avevano grande formato, con titolo, incisione su legno e testo su piú colonne.
Le sp del sec. XVI comunicano il terrore del popolo tedesco. Sembrano annunciare la fine del mondo: raffigurazione del diavolo, apparizione di segni in cielo e di prodigi, nascita di esseri deformi, stregoneria, processi di streghe bruciate, guerre contro nemici crudeli, supplizi e repressioni sanguinose. Il diffondersi dell’arte barocca trasformò le sp tedesche, conferendo loro un’originalità che manterranno fino alla fine del sec. XVIII. L’impiego massiccio dell’incisione su rame, soprattutto a Norimberga, e le caratteristiche commerciali della produzione condizionarono il gusto del pubblico, sedotto
dal rinnovamento dei temi e dei mezzi tecnici impiegati per esprimerli. Paulus Fürst (1605-66) è noto come il massimo mercante e il migliore editore di fogli volanti. Il suo catalogo, che ci è pervenuto incompleto, comporta 369 articoli, di cui 90 su soggetti religiosi; vi figurano anche illustrazioni allegoriche e di proverbi: le Età della vita, La scala delle età. Nel 1639, Fürst ebbe un deposito permanente alla fiera di Lipsia; nel 1654, si recò alle fiere di Francoforte, di Vienna, di Linz, di Graz. Christophe Weigel (1654-1725), egli pure di Norimberga, pubblicò serie storiche, di costume e votive.
Negli stessi anni, la tradizionale incisione su legno ebbe un centro di grande produzione in Augusta, ove, nel 1648, vennero censiti 37 intagliatori di immagini e incisori di lettere, nonché tre stampatori: tra questi Abraham Bach e figlio (†1702), autori di numerose allegorie, come La scala delle età, e immagini devote; vendevano anche immagini devote importate da Anversa dai Gesuiti; e ancora Matthäus Schmid e Johann-Philipp Steuder (1650-1732), che pubblicarono solo soggetti religiosi, ispirati ai modelli del sec. XVI. I loro legni incisi sono arcaicizzanti e dai toni vivi e armoniosi. I tagli dolci colorati a mano affascinavano i compratori abbienti delle grandi città; alcuni fogli, incollati e incorniciati da motivi dipinti, ornano cofani detti de cavaliers, e le testate dei letti. Martin Engelbrecht era il piú conosciuto in Francia, poiché, mentre importava in Germania tagli dolci della rue Saint-Jacques e vedute ottiche, esportava le proprie sp rappresentanti contadini, cittadini in costumi regionali tedeschi, con didascalie in francese.
Anche nelle città ove non c’era una tradizione di sp si assiste all’apertura di botteghe da cui uscivano fogli curiosi, di fattura semplice e di esecuzione maldestra. Il periodo barocco fu dominato da Albrecht Schmid (1667-1744), che pubblicò ad Augusta un numero notevole di sp, di fattura assai bella; si servì indifferentemente di rami e legni. È notevole una serie di legni con rappresentazioni di orchi e personaggi grotteschi. Piacevoli le serie religiose, con bordure fiorite, destinate alle case di campagna.
Negli ultimi anni del Settecento la produzione cambiò molto. Il mutamento di stile fu indotto, in parte, dai mutamenti politici ed economici provocati dalla Rivoluzione francese e dalle campagne napoleoniche. La produzione delle sp fu condizionata dalla necessità di rappresentare le campagne militari e dall’urgenza di far fronte a una nuova, vasta, domanda di immagini per libri di diffusione popolare che avevano
bisogno di essere sostenuti da illustrazioni. Compaiono nuovi centri di produzione. Norimberga resta certo un importante centro, con Campe, il quale nel 1825 editò un catalogo di 1115 articoli di incisioni a mezzo foglio, con acquaforti colorate a mano. Sono sp fatte per i bambini quelle che Endter vendeva alla fiera del giocattolo di Norimberga.
A Vienna, Hieronymus Löschenkohl copiò i modelli in legno di Augusta trasferendoli su rame; e fin dal 1819 Matthias Trentsensky impiegò la litografia per sp per bambini di eccellente qualità.
Le sp tedesche del sec. XIX, dopo aver offerto scene pastorali, imbonitori ambulanti, militari e scene di battaglia, predilessero un pubblico infantile. La ditta impiantata a Neuruppin di Johann Bernhard Kühn diverrà il centro principale di questo particolare tipo di sp a partire dal 1775 fino alla prima guerra mondiale. Tutti i soggetti, tutte le forme, tutte le tecniche venivano impiegate senza altro scopo che quello di vendere il piú possibile. Tale obiettivo commerciale vivacizzò il complesso delle sp tedesche tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Soltanto Trentsensky, a Vienna, restò fedele alla litografia; gli si devono giochi e teatrini di carta per la gioventú, di ottima qualità. A tali sp per bambini si aggiungono sp per decorare salotti, stampate in cromolitografia, e altre occasionali d’informazione, che imitavano i giornali. Caspar Braun (1807-77), Friedrich Schneider (1815-64) e i loro successori pubblicarono dal 1849 al 1898 a Monaco cinquanta volumi all’anno, i Münchner Bilderbogen, contenenti 1200 fogli in nero e a colori, con temi seri o divertenti, a fasce di illustrazioni disegnate da artisti noti. Nei medesimi anni J. F. Richter pubblicò gli Hamburger Bilderbogen (1866-70), e Gustav Weise i Deutsche Bilderbogen.
A Francoforte e a Dresda, alcuni gruppi industriali finanziarono stamperie a colori, ove dopo il 1880 prevalse la cromolitografia. Questi Bilderbogen scompariranno durante la prima guerra mondiale con le immagini di battaglie e di soldati del Neue Bilderbogen, edite a Vienna da A. Berger, e delle sp di Robrahn, edite a Magdeburgo.
Paesi Bassi
Nei Paesi Bassi si trovano varie centinaia di sp stampate prima del 1500. Hanno, per la maggior parte, carattere religioso. Alcune recano il nome dei conventi che ne erano editori e nei quali, forse, venivano incise. Ai carmelitani scalzi di Liegi, rifugiatisi nel convento di Notre-Dame-de-la-Consolation di Vilvorde presso Bruxelles, si devono sp incise su legno, belle e bene impaginate, come una Vergine col Bambino e una Sacra Famiglia.La sp è cinta da una cornice di fiori, frutta ed emblemi, che riapparirà in figurazioni di spirito simile nel XVI e XVII secolo; sp piú semplici venivano incise nel convento di Béthanie a Malines.
Le sp ritrovate nei 25 manoscritti della Biblioteca di Liegi, provenienti dall’abbazia benedettina di Saint-Trond nel Limbourg belga, sono d’ispirazione e tecnica diverse. Diversa è la materia impiegata: sembra venisse preferito il rame. Non per questo si abbandona completamente la xilografia. Tale tradizione dell’incisione su rame per rappresentare Cristo, a Vergine, i santi si manterrà viva nella parte dei Paesi
Bassi rimasta cattolica dopo la Riforma, soprattutto ad
Anversa, nel sec. XVI e fino al XVIII.
La vendita cessa di essere monopolizzata dai conventi e passa nelle mani dei mercanti. Non è affatto un caso se Anversa divenne la principale città ove si producono sp devote. Intorno alla stamperia di Christophe Plantin si erano stabiliti laboratori d’incisione su rame. Essi forniranno sp di santi, di piccolo formato, riccamente lumeggiate e circondate di frutta, fiori ed emblemi dipinti a mano, in un’incorniciatura che è talvolta piú importante dell’incisione. Per impulso dei gesuiti tali sp vennero stampate a migliaia; ne compaiono 81 900 sull’inventario redatto alla scomparsa di Jan Galle nel 1676. Vennero diffuse in Olanda, Germania, Ungheria, Spagna e America del sud. Le producevano famiglie di incisori. I Galle (Philipp, verso il 1570; Theodor, fino al 1640; Jan, nel 1676), i van Merlen, i Wierix e i Bouttats sono le famiglie piú celebri. Le donne erano associate agli uomini come coloriste o direttrici di bottega. La moda delle sp persisterà fino alla fine del sec. XIX senza che se ne incidano altre: i rami continuavano a funzionare. Colorate a quel tempo senza invenzione, impiegate a qualsiasi fine devoto, queste sp persero sempre piú importanza. Bouttats, verso la metà del sec. XVIII, abbandonò le sp religiose e trattò temi di attualità come l’Operazione cefalica, la Gerarchia dei grandi, la Battaglia delle mutande.
I Paesi Bassi d’Olanda, conquistati dalle idee riformistiche fin dal 1518, respinsero i «santini» e manifestarono le proprie credenze in immagini bibliche, destinate a edificare ed educare. Gli artisti sfruttarono, a profitto delle nuove idee, i grandi temi che nella stessa epoca erano diffusi in Germania, in Francia e in Italia: la Ruota della Fortuna, la Scala delle età, grandi figure di scene grottesche, la Battaglia dei ratti e dei gatti, il Tempo presente, la Troia che fila. I pezzi migliori sono sp di combattimento, satiriche e piene di brio. Hanno colori netti e belli. Nel sec. XVI è possibile rammentare il nome di cinque loro editori: due ad Amsterdam, Cornelis Anthonisz Theunissen e Jan Ewoutsz, uno a Kampen, Peter Warnesoen, e due ad Anversa, Jehan Liefrinck (verso il 1538) e Sylvester van Parys.
Nel sec. XVII il piú importante centro della produzione di sp europeo divenne Amsterdam, con Theunis Lootsman, e suo genero van der Putte, la cui ditta utilizzerà gli stessi fortunati legni per centocinquant’anni; altri produttori furono Michel de Groot (dal 1634 al 1680), suo figlio Gysbert (1660-92) e, fino alla metà del sec. XVIII, Jost Broerz (1634-47), Paulus Mathysz (1640-84), Jan Boumann (1642-73) e i suoi discendenti.
Nel sec. XVI si diffuse sempre piú il gusto per sp in sequenza che narrano, in piú illustrazioni su un medesimo foglio, sottolineate o meno da un testo, episodi biblici, avventure leggendarie, storie di soldati, di mestieri, di animali. Gysbert de Groot editò con questa formula, la Tentazione di Cristo, il Pazzo della Cuccagna, uccelli, e van der Putte la Vita di san Paolo, gli Zoppi, le Stagioni.Nel sec. XVIII crebbe la richiesta di mercato; assunsero importanza le botteghe di Deventer, Haarlem, Leyda, Bois-le-Duc (’s-Hertgoenbosch). La loro produzione rivelava uno spirito assai simile a quello della letteratura dei venditori ambulanti, del teatro popolare e del teatro di marionette.
A partire dal 1750, Rynders ad Amsterdam editò gran numero di sp con risultati alterni. I suoi eredi produssero soltanto sp narrative, adatte alla gioventú a scopo didattico: Robinson Crusoe, le Favole di La Fontaine, i Racconti di Perrault. Nel sec. XIX, la casa Brepols di Turnhout inondò l’Europa, fino alla Russia, delle sue sp; Jacques Brepols (1778-1845), comperò alcuni legni presso J.-H. Le Tellier di Lierre († 1809). Ne acquisì altri di svariata provenienza e molti ne fece incidere. Li stampò e li fece colorare in modo tanto gradevole da venderne in gran numero. Abile commerciante, seppe sfruttare il successo dovuto al suo talento ricorrendo a numerosi rivenditori, alcuni dei quali avevano il loro nome, e non il suo, stampato sulle sp. Il suo catalogo, di 1395 articoli, comprendeva 73 storie con didascalie in francese e altri 73 in olandese. Sua figlia, vedova di J. J. Dierck, proseguì la produzione di sp che stampò fino al 1860 col marchio «B et D», oppure «B». Jean-Guillaume Dierck, suo figlio, sposò nel 1860 Joséphine Dessauer, che alla sua scomparsa si rimaritò con Arthur Dufour, i cui discendenti diressero la ditta Brepols fino al 1930. Le loro stampe sono tra le sp migliori impresse in questo periodo.
Italia
Nel 1441, il Senato di Venezia emanò un decreto per proteggere «le arti e mestieri delle carte e immagini che si fanno a Venezia». Erano stretti i rapporti tra gli stampatori tedeschi e olandesi da un lato, italiani dall’altro. Nel 1476 Erhardhus Ratdolt e Bernardus Pictor di Augusta si stabilirono a Venezia, e nel 1497 L. Pachel e M. Schinzenzeller a Milano. Nel sec. XVI Antoine Lafrery viene a Roma; e anche Nicolas Beatrizet, nel XVII. Gli stranieri erano attirati dalla cultura umanistica e dalla libertà espressiva, che non era limitata né da statuti di corporazione né da regolamenti di polizia; soltanto la raffigurazione delle immagini religiose veniva regolata dalle ordinanze delle autorità ecclesiastiche. Altra attrattiva è quella dell’edizione e della vendita di stampe in un paese in cui l’opera raffinata dell’artista noto veniva tradotta da sp. Così, il catalogo di Lafrery propose incisioni di Michelangelo e Raffaello, contemporaneamente alle Età dell’uomo.
La prima sp di autore italiano, nota, la Madonna del Fuoco, sarebbe precedente al 1428. Un San Tommaso stampato a Venezia nel 1450 e un San Bernardino da Siena a Ferrara nel 1470 sono incisioni su legno, come la Scimmia che fila, l’Uomo mascherato da volpe e molti altri soggetti allegorici. Nella stessa epoca, Maso Fini-guerra impiegò per la stampa la tecnica dell’incisione su rame appresa nelle botteghe degli orefici; illustrò la serie dei Pianeti (1450-55).
Nel sec. XVI, prevalse decisamente la tecnica dell’incisione su rame. Alcuni artisti produssero opere eccellenti. Ferranti Bertelli e il figlio Cristoforo, stabilitosi a Roma, firmarono la Scala delle età dell’uomo e la Scala delle età della donna; Nicolò Nelli, a Roma, incise a taglio dolce la Venerabile Poltroneria regina di Cuccagna nel 1565. Ferranti Bertelli produsse a Venezia il Trionfo del Carnevale nel paese di Cuccagna nel 1569; il figlio Cristoforo la Scala delle età dell’uomo e della donna; Antonio de Paulis, a Roma, gli Inganni del mondo.
La svolta decisiva nelle sp italiane si verificò nel 1630. Da questo momento l’edizione, la vendita e senza dubbio l’incisione furono monopolio solo di poche famiglie, e la situazione si protrasse fino alla fine del sec. XIX. Massima importanza, in questo mutamento, ebbe l’opera del Mitelli di Bologna (1634-1718). Le loro sp rappresentano la vita quotidiana del popolo italiano in un’epoca di trasformazioni. Descrivono le feste, i giochi, i personaggi da fiera e da commedia con un realismo privo di eccessi. Mitelli affrontava, con gusto ironico e lieve, temi di drammatica attualità: la guerra contro i Turchi, la carestia di Bologna, l’invasione da parte del Catinat nel 1709. Il complesso della sua opera è noto anche grazie alle ristampe fattene da Lelio dalla Volpe nel 1736. A Modena ebbe il monopolio la famiglia Soliani (1640-1870). Il loro catalogo, come, prima, quelli di Lafrery (1572) o dei fratelli Vaccari (1604-14), raccoglieva accanto ad opere di maestri, sp. Essi offrivano grandi tavole stampate da legni del sec. XV, entrati in loro possesso (la Madonna di Loreto, la Scimmia che fila), fogli illustrativi di legni del sec. XVI (i Paladini, l’Albero della fortuna), numerosi soggetti popolari, alfabeti, calendari, almanacchi. Nell’insieme si tratta di 1653 legni, di cui 851 a soggetto religioso e 802 a soggetto profano. Sono oggi conservati nel Castello Sforzesco di Milano, dopo essere stati ricomperati dal collezionista Achille Bertarelli da un mercante milanese che, verso il 1890, ne traeva ancora qualche tiratura.
La famiglia Remondini di Bassano (1650-186o), occupa nel campo delle sp italiane, il posto piú importante. Suo fondatore fu Giovanni Antonio, operatore in ferro battuto che divenne stampatore verso il 1650. Lui e i suoi discendenti editarono opere di carattere molto differenziato e dimostrarono forte senso degli affari. Giuseppe Remondini esportò le sue stampe in tutto il mondo: in Russia e negli altri paesi europei, in America del Sud, nonché in alcune regioni dell’Asia e dell’Africa. I testi e le didascalie erano stampati in italiano, latino, francese, spagnolo, tedesco, russo, greco, armeno. Fondò succursali ad Augusta e a Parigi in rue Saint-Jacques. I Remondini pubblicarono numerosi cataloghi; il piú ricco è quello del 1784, che comporta una lista di 6352 sp e stampe varie, per la maggior parte popolari. L’attività dei Soliani e dei Remondini proseguì dopo l’arrivo in Italia di Bonaparte nel 1796; ma le guerre e i rimaneggiamenti territoriali ebbero ripercussioni sulla rappresentazione dei temi tradizionali. Inoltre, si fece particolarmente sentire, l’influsso delle sp francesi. Bartolomeo e Achille Pinelli rinnovarono completamente il genere nell’Ottocento, calandolo nel clima politico, senza peraltro abbandonare le descrizioni di vita quotidiana. Le loro incisioni sono accompagnate, in moltissimi casi, da canzoni e testi, un certo numero dei quali è consacrato agli avvenimenti storici del risorgimento. I cantastorie vendono queste sp nelle strade.
Francia
Le sp francesi ebbero le stesse vicissitudini di quelle dei paesi circostanti. Comparse pressappoco alla stessa data, si affermarono nel xvi e xvii secolo; acquistarono caratteri originali soltanto nel sec. xviii e nella prima metà del XIX. Le sp francesi nascono, sembra, negli ultimissimi anni del Trecento, per l’impulso dato dalle abbazie borgognone di Cîteaux e Cluny alla diffusione delle indulgenze; sp di santuari e luoghi di pellegrinaggio, rappresentanti gli intercessori, venivano vendute a buon mercato grazie ai legni incisi, tecnica nuova piú rapida del disegno a mano. Venivano acquistate da gran numero di credenti. Grande fu l’influsso dell’incisione tedesca; tuttavia, la Vergine coronata trovata incollata sul fondo di un cofano e un San Francesco di questo periodo presentano i caratteri di un’arte che è stata detta «della Turenna» ma che sarebbe piuttosto parigina, influenzata dai Libri d’ore stampati da Antoine Verard (1493), di J. du Pré (1481) e di Pierre Le Rouge (1488). Gli imagiers en papier, o imagiers en histoires si stabilirono nel sec. XVI, in rue Montorgueil a Parigi. Sei di essi sono particolarmente noti: si tratta di Germain Hoyau, Guillaume Saulce, François de Gourmont, Jean Bonemere, Pierre Boussy e Alain Mathoniere. Le incisioni da essi stampate affrontano tutti i soggetti: il Figliol prodigo, Santi, Profeti, l’Albero della vita, il Paese di Cuccagna, e proverbi, che comparvero per la prima volta tra le sp francesi. Composte con grandi legni rettangolari, ben disegnate, ben intagliate, si ispiravano sia ai quadri della scuola di Fontainebleau, sia ai disegni di Jean Goujon, di Jean Cousin e persino, talvolta, alla pittura fiamminga. Un’altra famiglia, quella dei Leclerc, abbandonò rue Montorgueil per stabilirsi accanto alla Sorbona. Jean II Leclerc, in rue Saint-Jacques, verso il 1575-80, pubblicò Strilloni di Parigi, Giochi di bambini, allegorie. Jean III, suo figlio, incise lui stesso su legno soggetti di ogni sorta, e persino etichette di biancheria. È lui a introdurre, abbandonando l’incisione su legno, l’incisione su rame in rue Saint-Jacques. Con lui lavorarono alcuni fiamminghi. Pierre Firens (1580-1638) s’installò in una bottega vicina. Alla sua scomparsa aveva inciso 3400 rami. Gli succedettero il figlio e il nipote. Le sp da essi prodotte avevano tematiche «devote».
Nel sec. XVI erano comparse e scomparse sp legate alle battaglie religiose in corso, meno feroci che in Germania ma pur sempre aggressive. La scarsità dei pezzi conservati è dovuta all’ordinanza di Enrico IV contro gli stampati che rievocavano le guerre di religione e la Lega. L’esistenza di sp di questo tipo in quest’epoca è però attestata da una raccolta di Pierre de L’Estoille (1546-1611), dal titolo Belles Figures et drôleries de la Ligue, avec peintures et placards… prêchées et vendues publiquement en 1589.
Il gusto diffuso per i componimenti pastorali e la letteratura di corte, l’interesse per gli atti della vita quotidiana trasformarono nel sec. XVII le sp; inoltre non mancò di esercitarvi un influsso predominante l’opera di Abraham Bosse. L’impiego dell’incisione su rame prevalse su quello dell’incisione su legno. Il Recueil des plus illustres proverbes di Jacques Lagniet (1657-63) costituì la raccolta piú coerente, anzi
il tipo stesso della sp realistica. Descriveva costumi, abitudini e abbigliamenti dell’epoca. Influenzò Guérard e, per questa via, gli incisori della Rivoluzione francese. Le sp incise dai Bonnart non rappresentavano, come quelle di Lagniet, la vita quotidiana, né, come quelle di Firens, allegorie morali o religiose, ma personaggi e abbigliamenti eleganti. Henri Bonnart pubblicò 683 sp, nella maggior parte, ritratti. Come i suoi fratelli Nicolas e Robert, era incisore di qualità. Un altro fratello, Jean-Baptiste, pubblicò la serie dei Mestieri.Le sp provenienti dalla rue Saint-Jacques si orientarono sempre di piú verso l’incisione detta «semi-fine», dall’ornamentazione accurata, talvolta sdolcinata. Il genere era destinato a una clientela agiata, che amava i calendari alle pareti e si dilettava di vedute «ottiche», cioè di una nuova tecnica di raffigurazione che cercava di porre in rilievo i monumenti urbani e le loro vedute d’insieme. Risultati particolarmente felici, in questo genere, furono raggiunti dagli Chéreau (1732-1810); nella loro bottega all’insegna del Gallo, oltre le proprie, vendevano anche sp di provincia o provenienti dall’estero. Jollain e Mondhare pubblicarono vedute «ottiche» contemporaneamente a sp devote.
I Crépy (1686-1789) offrirono al pubblico i soggetti piú svariati. Incisero o fecero incidere, come Esnault e Rapilly, calendari di grande formato, con incorniciature imponenti, composte da figure e da decorazioni rococò. Tali incisioni, per quanto piacevoli, non possiedono né il valore di testimonianze di vita popolare, né la forza di immagini di rivendicazione. A «servire la patria» sarà Basset. Le sue caricature s’ispiravano alle incisioni su legno del sec. XVII; attaccavano la nobiltà e il clero. Basset rappresentava anche i cortei e le feste rivoluzionarie, come aveva fatto per i cortei e le feste di Luigi XVI. Soppresse, tra i colori, il giallo, usando soltanto il blu e il rosso. Il valore corrosivo delle sue sp sarà tanto alto quanto effimero.
Passato il periodo rivoluzionario, la produzione di rue Saint-Jacques tornò ad essere, per tutto l’Ottocento, quella che era stata in precedenza, dalle stampe accurate ai soggetti romantici e teneri verso il 1840, ricchi e un po’ compassati durante il secondo impero; piacevano a un pubblico piccolo borghese. Parallelamente a questa evoluzione delle incisioni a taglio dolce, intorno al 1750 si manifestò un risveglio d’interesse per le immagini incise su legno. Questo ritorno si accentuò a partire dalla fine della rivoluzione per toccare il culmine tra il 1820 e il 1830, incoraggiato dal Concordato e dalla rimessa in auge dei soggetti religiosi. Era stato favorito da un ritorno all’arte dell’incisione su legno nella fabbricazione di tessuti e tele dipinte. Vietata nel 1686, la stampa di queste tele era stata di nuovo autorizzata nel 1760. Il successo era stato immenso, e considerevole il numero degli stampatori su tela «indiana». Quando la moda decadde, gli stampatori furono naturalmente inclini a operare nell’ambito di tecniche
pressoché identiche. La voga della carta da parati dipinta consentì di mettere a frutto il talento di molti fra loro. In provincia, tali sp sopravvivevano in laboratori moribondi; la nuova moda le riportò alla piena vitalità. Nella prima metà dell’Ottocento esistevano una ventina di centri il cui impianto era dedicato alla trasformazione delle manifatture di tela «indiana» e di carta da parati. Primo tra essi era Orléans. Tre personaggi dirigevano due laboratori: Sevestre-Leblond, Perdoux e Letourmi, le cui sp sono le piú belle dell’epoca.
Jean Sevestre incise le sue belle tavole, colorate d’un azzurro splendido. Si dice producesse carta da parati, e così pure il suo operaio Perdoux († 1820), che gli succedette nel 1780. Ai due si devono sp, copriletto, bordure per camini, personaggi a grandezza naturale, che rappresentano, per la precisione, una domestica e uno svizzero. Il genero di Perdoux, Huet-Perdoux, ne assunse la successione nel 1805, ma non combinò un gran che e vendette i legni a Garnier di Chartres nel 1832.
Jean-Baptiste Letourmi, di Coutances, amico dei parigini Esnault e Rapilly, si stabilì a Orléans ove, dal 1774 al 1789, fece incidere nel suo laboratorio soggetti di moda. Fece buoni affari, grazie ai suoi cento depositi di vendita sia a Parigi che in provincia. Nel 1789, si schierò per la rivoluzione; essendo l’unico produttore provinciale di sp di questo genere e di questa importanza, le sue realizzazioni si accrebbero di soggetti d’attualità. Dopo la rivoluzione, celebrò Bonaparte. La produzione terminò nel 1800.
Il primo laboratorio di Chartres è quello del fabbricante di carte da gioco Pierre Hoyau, che produsse sp in numero sufficiente a dover far ricorso ad altri incisori, Thomas Blin e i fratelli Allabre. Il suo materiale venne acquistato nel 1770 da Sébastien Barc. Marin Allabre aprì un altro laboratorio (1782-1805), ma alla vigilia della rivoluzione sia lui che Barc stavano fallendo. Suo genero Jacques-Pierre Garnier, che ha operato da Basset a Parigi, fece uscire nel 1805 sp d’attualità, incise da Guillaume Allabre († 1807) e da suo fratello Louis. Garnier-Allabre riutilizzò vecchi legni incisi da Blin e dagli Allabre. Tra il 1810 e il 1820 ne pubblicò un gran numero; delle 192 incisioni note, 110 hanno soggetti religiosi, ma ormai non andavano piú di moda e Garnier vendette i legni di Thiébault a Castiaux di Lille. Simon Blocquel (1780-1863), socio di Castiaux (1768-1855), chiamò a Lille A. Thiébault. La sua ditta era in piena ascesa. Dal 1809 alla sua scomparsa editò centinaia di fogli di ogni genere: santini, scene bibliche, ritratti di personaggi regnanti o famosi, raffigurazioni di mestieri, animali.
Henri-Désiré Porret, prima di avere successo, a Parigi, ideò molti soggetti. Aveva fatto tirocinio presso Henri-Alexandre Martin-Delahaye (1776-1856), cui si deve una serie che è unica per bellezza d’incisione e armonia di colori (I Piccoli cacciatori, i Piccoli masnadieri, i Piccoli giardinieri) e altre sp a tematica tradizionale (L’Ebreo errante, il Figliol prodigo, Barbablu).Josué- Henri Porret, padre di Henri-Désiré e venditore di tela «indiana» proveniente dalla Svizzera, fu l’unico ad aver firmato legni per Martin-Delahaye. Altre sp di questo editore non sono che copie di incisioni di Amiens o di Cambrai.
Ad Amiens, Jean-Baptiste Lefèvre-Corbinière (1788-1812) incise o fece incidere fogli di santini fino al 1793. Dopo l’intervallo rivoluzionario, si occupò soltanto di ritratti e scene napoleoniche, colorate in blu Savoia, in verde scuro e in vermiglio. Ledien-Canda (1790-1832), in origine fabbricante di carte da gioco, editò saintetés i cui colori sono pressoché gli stessi che presso Lefèvre-Corbinière. I legni di Amiens arrivarono a Parigi, presso Tautin e presso Julienne, specialisti di sp d’attualità. A Cambrai l’attività durò solo qualche anno, dal 1808 al 1825 ca. Il libraio Armand-François Hurez (1791-1832) conferì
unità a un insieme di 211 sp, stampate su carta azzurrognola. Formatosi a Parigi presso Basset, fece incidere i suoi legni ad Alençon da Godard II (1768-1838), che copiò, trasponendole, incisioni di rue Saint-Jacques. I legni di Godard verranno acquistati da Glémarec, produttore di sp parigino, che le rieditò verso il 1856.
Antoine Thiébault, l’incisore di Garnier-Allabre a Chartres e di Blocquel-Castiaux a Lille, tornò nel 1828 a Nancy, sua città natale, dove opera, con il fratello Jean-Baptiste, per Desfeuilles, lui stesso incisore. Produsse allora i suoi legni piú belli. In questa stessa città Jacques-Stanislas Hubert detto Lacour (1805-71), imprimeur-imagiste, edita dal 1830 al 1839 pezzi napoleonici, per i quali si assicura la collaborazione di J.-B. Thiébault. Nel 1828, quando si trovava a Epinal, aveva comperato i legni di Dupont-Diot a Beauvais. Quando nel 1839 abbandonò quest’attività per dirigere una manifattura di carta da parati, vendette i propri legni a Dembour di Metz. Adrien Dembour (1799 – post 1838) utilizzò gli incisori A. Thiébault e Jean Wendling. Entrò in concorrenza con Epinal pubblicando santini e sp delle battaglie di Napoleone. Dal 1837 impiegò la carta fatta a macchina, e così pure fece a Belfort J.-P. Clerc (1776-1842). Nell’est del paese, un’altra ditta importante, fondata da Jean-Théophile Deckherr, venne fondata a Montbéliard nel 1796. I suoi figli produssero dal 1815 al 1830 sp che proponevano ancora una volta i temi tradizionali del Mondo alla rovescia, delle Cinque parti del mondo, e soprattutto santini, in fogli assai belli, dai fondi colorati in arancio.
Nel 1850, l’avvento dell’era industriale mandò in rovina le vecchie strutture artigiane. Al laboratorio successe la fabbrica. La carta venne prodotta a macchina, e fatta di pasta di legno e non di stracci. Le macchine sostituiscono gli incisori e i coloristi. La diffusione avviene per vendita organizzata. Epinal e Parigi restano i grandi centri di produzione. Se i mezzi di riproduzione erano mutati, lo spirito restò il medesimo. Sempre in modo collettivo, vennero prodotte sp destinate a piacere alle persone facili a commuoversi, che amavano ornare le pareti di scene moralizzanti o tenere, vivacemente colorate. La tradizione di rue Saint-Jacques, così, si perpetuò.
Per molti anni, agli occhi del pubblico, queste sp saranno le «immagini di Epinal», giornaletto per ragazzi, da dipingere, ritagliare e incollare, tanto diffuso in tutto il mondo che il termine Epinal è diventato generale, applicandosi a tutte le sp, fabbricate o meno da Pellerin.
Russia
I primi fogli volanti compaiono in Russia in ritardo rispetto alla diffusione del libro a stampa. Una stampa in stile rinascimentale italiano, un Apostolo, venne edita a Mosca nel 1564 per ordine dello zar Ivan il Terribile. Non è per nulla una sp; né lo è un’altra stampa, Prigione dei santi condannati, incisa su piombo a Kiev nel 1629. Le sp hanno inizio soltanto con Pietro il Grande, che portò a Mosca nel 1708 l’incisore Pierre Picard. Nato ad Amsterdam da famiglia di origine francese, quest’ultimo viene nominato, nella stamperia di Mosca, maestro nell’arte della stampa, e poi inviato a San Pietroburgo, per dirigere la tipografia. A Mosca, fu incaricato di insegnare le tecniche e le forme dell’incisione occidentale ai maestri argentieri del Dipartimento di Araldica. Venne proposta a modello la Bibbia di Pescator.Essa influenzò l’arte degli incisori che disegnavano le figure che ornavano gli oggetti d’uso dello zar. Il soggiorno di questi stranieri fu breve, ma il loro insegnamento lasciò tracce durevoli. Due loro allievi, Akhmetiev e P. Chuvayev, incisero le prime sp a bulino: il Gran Diavolo d’argento, il Mondo alla rovescia, la Scala delle età.Nel medesimo periodo vennero edite sp scompartite, parimenti incise a bulino. Sono opere affascinanti, con testi deliziosi, dette bylines (vecchie storie); esse fissano un’immensa letteratura orale di leggende. Erano state raccolte negli Urali verso il 1750 dal cosacco Dainloyv, e vennero pubblicate nel 1804. La forma a scomparti, adottata dagli incisori, venne ereditata da sp di questo tipo, in grandissima voga nei Paesi Bassi.
L’impiego dell’incisione su legno conferì alle sp di questo periodo carattere veramente popolare. Le prime conosciute erano tratte da un libretto di sette pagine stampato a Kiev nel 1626. Basil Koren è il primo grande nome delle sp in Russia. Esegue incisioni su legno, di grande formato, per illustrare una Bibbia in base ai disegni del pittore Gregorio. La Bibbia di Pescator ne è il modello. Artigiano piú che artista, Koren ebbe bisogno della guida di un disegnatore. Inciderà pure, a partire dal 1696, legni con soggetti presi dalla vita e dal folklore russo. Con lui le sp divengono veramente russe non soltanto per il tema, ma per la stessa figurazione, per le fisionomie, i costumi dei personaggi e gli oggetti domestici fra i quali si trovano. Koren interpreta a modo suo la Guerra dei gatti contro i ratti, corteo funebre del gatto Pietro il Grande, legato con lo spago su una slitta e scortato da ratti.
Per tutto il sec. XVIII, altri incisori, tuttora anonimi, operano a Mosca. Certuni hanno uno stile arcaicizzante; la loro maniera è vigorosa, e il loro senso estetico molto sicuro. Altri creano legni assai ben disegnati, in stile fiorito e ornato. A partire dal 1734, vige l’uso di stampare, su volantini colorati, i ritratti dei sovrani. Le sp propagandistiche si fondono con quelle storiche: narrano le guerre contro la Prussia
nel 1759 o contro la Turchia nel 1775, e attaccano vivacemente Napoleone. Le storie vere hanno la stessa importanza di quelle false: la cattura di una balena nel Mar Bianco nel 1760 e l’arrivo di un elefante dalla Persia nel 1796. Quest’elefante sarà rappresentato molte volte, e lo si ritroverà, nella veste di immagine-bersaglio, nella seconda metà del secolo successivo.
Nel sec. XIX si adotta una modalità impaginativa pressoché uniforme: il formato dei legni o delle litografie rettangolari è disposto per largo e accompagnato da un testo. Le sp e le loro didascalie sono sempre di grande bellezza poetica. Tali sp, o loubkis, sono state messe insieme nel 1860 in raccolte pubblicate da Sitine a Mosca dal 1873 al 1889; sono quelle originali, che si erano vendute per un copeco. Golicheff, editore di sp e insieme loro storico, scrisse nel 1870: «I fogli, una volta tirati, sono asciugati, tinti, colorati o lumeggiati nel villaggio di Nicolskaia, a 12 verste da Mosca […]. Un migliaio di persone, tutte autodidatte, sono occupate nella colorazione delle sp. Simpiegano quattro colori soli, il rosso lampone (santolina), il verde (verderame color tetto con miele), il giallo (scorza di fragola bollita nel latte), il rosso (minio macinato con rosso d’uovo e stemperato in kvass, birra fatta in casa). Essendo le sp dipinte in fretta, i colori superavano i contorni del disegno […]». Le sp raccontano la vita di tutti i giorni, le feste contadine; mostrano in quadretti di dolce ironia le occupazioni dei funzionari e quelle dei piccoli borghesi. E narrano anche i racconti di fate, dell’uccello di fuoco e del principe Ivan.
Le sp devote sono condizionate invece dagli imperativi del culto. La religione ortodossa vietava la raffigurazione a tutto tondo; al posto delle statue, si veneravano icone. Dipinte e riccamente incorniciate in rame, argento e pietre preziose, sono troppo dispendiose per ornare le iconostasi delle chiese di campagna, che si accontentano di figure di carta. Gli incisori incaricati di riprodurle hanno cura di copiare il
modello nel modo piú esatto possibile. Piú la copia è fedele, maggiore è il valore mistico del foglio. Si possono trovare appese o incollate in un angolo della casa, o sulla parete destinata alla preghiera.
Altri paesi europei
La storia delle sp in Occidente potrebbe limitare l’analisi a quella dei paesi già citati. L’abbondanza delle incisioni e il loro valore estetico e sociologico costituiscono un complesso nel quale tutte le correnti si corrispondono e si completano. Queste sp, diffuse dai venditori ambulanti in tutta Europa, avranno influenza determinante sulla fioritura di sp tratte da xilografie prodotte in luoghi ove pure esistono altre forme d’arte popolare. E ancora dalle sp gli artigiani trarranno rinnovamenti d’ispirazione. Così, in Scandinavia, i creatori delle pitture artigianali e dei paramenti dipinti che si appendevano alle pareti il giorno di Natale copiano immagini della Germania settentrionale.
Negli Stati slovacchi, in Polonia, in Romania e in Transilvania esistono sp di qualità, che attingono i propri modelli formali dalle pitture su vetro, le quali, notevoli per la bellezza dei colori applicati, svolgono la funzione che si conferisce alla sp: preghiera e protezione. Le sp slovacche, polacche, rumene o bulgare hanno parecchi tratti comuni. Rappresentano Vergini dei luoghi di pellegrinaggio, o miracolose, e santi popolari. I fondi non sono mai lasciati bianchi: sono decorati con drappeggi o, ancor piú spesso, con motivi floreali stilizzati. Questi medesimi motivi si iterano nelle stesure a colore piatto delle vesti o su qualsiasi superficie che possa eventualmente apparire vuota. L’intaglio di questi incisori su legno è grossolano, i contorni fortemente disegnati, e praticamente non esistono tagli incrociati. I colori sono vivi e talvolta opachi: ci si sforzava così di mascherare la carta grigia e grossolana.
Caratteristiche consimili si ritrovano alla fine del sec. XVIII nella Slovacchia centrale, nel centro di Jastrabie, e in Transilvania. In quest’ultima regione, alcune sp hanno stretta parentela con le carte da parati, soprattutto quelle in cui si alternano diagonalmente soggetti devoti e motivi floreali. Il Primo Adamo risalirebbe al 1700. P. Gheorghie ha inciso verso il 1787 e fino al 1817, Moraviu Nechita verso il 1835 e fino al 1862, P. Simion nel 1842, P. Onisie tra il 1840 e il 1870, e infine Man Andrei, dopo il 1859. I legni sono incisi in maniera arcaica.
In Polonia, nel 1921 è stato ritrovato in un antico fondo di tipografia, da parte di Z. Lazarski, tipografo di Varsavia, un buon numero di legni famosi. Per la maggior parte risalgono alla fine del XVIII e all’inizio del XIX secolo. Sono quasi tutti anonimi; tuttavia alcuni recano un nome, una data o un monogramma: Gregorio Skowronski, 1740; Samuel Stefanov, Mathieu Kostrycki di Plazow. Si ebbero tre centri principali: quello dei carmelitani, alla frontiera con la Prussia orientale, ove alcuni legni recano i monogrammi E.W. e A.I.M.; quello di Plazow, ove, oltre alle tavole firmate da Kostrycki, si trovano i monogrammi P., P.S., G.G., H.G., E.C.; e quello del comune di Bobrek, nel distretto di Cracovia. Quest’attività durò circa un secolo, durante il quale né la tecnica né lo stile hanno registrato variazioni di rilievo. La produzione di sp deve delimitarsi alla definizione che qui se ne è data. Esistono però generi che, pur non rispondendo strettamente a tali criteri, possono nondimeno assimilarvisi, tra i quali quelle sp d’informazione, che è il precedente dei nostri settimanali illustrati a carattere sensazionale.
In Francia, tali fogli sono detti canards (canarini); in Inghilterra cocks, catchpennies o anche gallows (galli; acchiappasoldi; forche); questi ultimi, o «letteratura della forca» riferiscono la sentenza, le ultime parole e l’esecuzione dei criminali. Il genere fu notevolissimo, di eccezionale importanza e originalità. «Niente, dopo tutto, supera un bel delitto sensazionale», diceva un venditore ambulante del sec. xix a
Hindley, lo storico inglese dei fogli d’informazione (1871). L’interesse che il pubblico manifestava per il criminale spinse gli scrittori a svilupparlo e variarlo in tutti i modi. James Catnach (1792-1841), il piú importante di tali editori nell’Ottocento, guadagnò oltre 500 sterline con l’assassinio di Weare e col giudizio e l’esecuzione del colpevole. I gallows e i cocks sono illustrati mediante legni anonimi, alcuni dei quali sono serviti almeno a quattro editori per oltre cinquant’anni e per crimini diversi. Gli artisti che incidevano tali legni avevano piú intuizione che abilità; la loro opera colpisce per il senso del dramma, non per la qualità dell’incisione. I gallows, e così pure altri fogli volanti, si vendevano assai prima dell’Ottocento.
Nel Seicento, Samuel Pepys (Journal, 1660-65) ha collezionato qualche Penny Merriment, Penny Witticism.Questi fogli, di cui si trova menzione nei dizionari sotto la denominazione generale di broadside o broadsheet, si vendevano agli angoli delle strade. Si presentavano non soltanto nella forma di fogli d’informazione, ma anche in quella di «ballate» che, nel sec. xix, si vendevano nello yard; i cantastorie, camminando molto lentamente, li cantavano salmodiando. La melodia era nota quel tanto che bastava a interessare il cliente, né troppo né troppo poco. Questa forma va considerata, forse, l’antenata del folksong.
Tra le prime storie di «ballate» stampate è quella di Robin Hood. Le ballate servirono, sotto il regno di Enrico VIII, alla propaganda politica e religiosa; l’esemplare noto piú antico è la Ballade of the Scottysh Kynge (Ballata dei re scozzesi) di John Skelton, stampata da Richard Fawkes nel 1563.
America
Non sorprende, considerando l’immensità e la diversità del suo territorio, che in America siano esistite due forme di sp: la prima tradizionale, di forma europea e soprattutto latina; l’altra con tecniche nuove, proteiforme e in continua evoluzione. L’America del Nord, nell’Ottocento, è popolata da una congerie di emigranti, che hanno abbandonato in Europa le proprie tradizioni portando con sé soltanto le abitudini. Non esistono le condizioni necessarie per la produzione di sp: né conventi, né luoghi di pellegrinaggio, nulla che ne susciti le motivazioni. Le religioni sono diverse, i riti molteplici. Non resta che il ricordo su carta di un passato legato a un’infanzia trascorsa in un altro continente. La sp, trasportata nel bagaglio degli emigranti, una volta rovinata ha poche probabilità di essere rimpiazzata. Sembra, tuttavia, che sulla costa est si siano vendute sp: Gangel, editore di sp di Metz, ha un depositario a New York, cui nel 1854 invia sp litografate.
Gli stampatori, impiantandosi, utilizzano macchine moderne e adoperano le nuove tecniche di stampa. Anche se, tuttavia, nell’Ottocento, nell’America del Nord vengono utilizzate tipologie di sp diverse da quelle del Vecchio Mondo, i cocks inglesi otterranno una certa fortuna pur se adeguati a nuovi usi. Nella forma di politipi e di stereotipi vengono illustrati annunci di vendita, avvisi per la ricerca di criminali, manifestini per tutte le modalità di locomozione (battello sul Mississippi, treno verso l’Ovest), e manifesti pubblicitari per prodotti manufatturieri.
Lo sviluppo industriale del sec. XX darà impulso allo studio di questi prodotti e ai successivi sviluppi del genere: dal poster, manifesto per interni, immagini di pin-up, incollate nelle caserme dei soldati, cartoline d’auguri e cartoline postali, anch’esse incollate sui cassetti delle scrivanie impiegatizie, alle immagini filmiche, e dei mass media.
Estremo Oriente
Cina
Il bisogno di un’immagine, che riproducesse l’aspetto della divinità e proteggesse la vita e i beni dell’uomo, ha sollecitato questo tipo di produzione in Cina da almeno 1500 anni. Si riportavano su carta le sculture e i caratteri dei bassorilievi dei templi e dei luoghi di pellegrinaggio, secondo una tecnica particolarissima, forse una delle forme piú antiche di stampa e riproduzione di opere d’arte. La carta veniva applicata sul rilievo, la si batteva leggermente con un martello coperto di feltro, finché il rilievo non comparisse. I letterati e gli appassionati d’arte utilizzavano questi fogli e alla corte degli imperatori Tang (618-907) gli stampatori erano iscritti sui registri accanto agli scultori e ai calligrafi. Il timore che le sculture si danneggiassero fece cessare la pratica del riporto diretto. Gli stampatori copiarono allora su pietra l’opera originale, prima di imprimerla su carta.
Le sp in senso piú moderno, sono apparse in Cina fin dal sec. VIII; provenivano da templi e conventi, erano stampate in gran numero con l’aiuto di blocchi di legno inciso e colorate mediante stampini, a pennello e talvolta persino ricorrendo a legni di colori diversi, venivano distribuite nei giorni propizi. La loro tecnica e il loro uso era molto simile a quello che avevano nei paesi occidentali. Le sp venivano acquistate in occasione del capodanno e incollate all’ingresso delle case su cui si voleva attirare la felicità. Poi si bruciavano quelle dell’anno precedente, onde lasciare alle potenze benefiche tutto il loro rinnovato potere.
S’incollavano all’interno dei cassoni, sui ferramenti, ove il pipistrello, segno di felicità, su fondo rosso, colore magico, scacciava gli spiriti maligni; e persino sulle teiere. Il simbolismo sembra complesso, ma soltanto per la molteplicità delle forme e delle loro varianti. Le idee di base sono semplici: felicità, ricchezza, longevità, figli maschi, alti onori; ognuno di questi temi diveniva soggetto di sp, la cui raffigurazione mutava a seconda del luogo in cui venivano collocate e della qualità della persona cui erano destinate. La sp della «gioia di abbondanti messi» è forse quella piú usata in Cina. Viene tutt’ora utilizzata, con alcune innovazioni iconografiche consone alle trasformazioni culturali e politiche della Cina post-rivoluzionaria, come, ad esempio, la presenza di un trattore accanto alle messi.
Sp a soggetto profano decoravano anche le case; rappresentavano guerrieri, personaggi di romanzi popolari: erano stampate da artigiani che, per secoli, le ricopiavano ogni volta che il legno inciso si logorava.
La fattura e la colorazione delle sp variano di provincia in provincia. Quelle di Pechino, ad esempio, erano molto sobrie nella scelta delle tinte. Le sp meglio conosciute sono quelle stampate dal sec. XVIII in poi. Vietate nel 1912, le sp ricomparvero col comunismo, ritrovando successo, mediante l’adattamento della raffigurazione dei tempi passati a voti augurali nuovi e collettivi. Il loro numero è grandissimo e la loro fattura piú o meno buona; ma non era questo lo scopo delle sp.
Vietnam
Le sp del Vietnam, cui spesso si dà il nome di «stampe del Têt», dànno il loro contributo alle festività del capodanno lunare. I loro incisori, condizionati dalla religione e dall’arte cinese, usavano però procedimenti e raffigurazioni consone alla loro cultura. Le prime sp sarebbero state stampate nella stessa epoca dei primi fogli di carta moneta, tra il 1400-407. I loro autori erano semplici contadini che vivevano in villaggi o in alcune strade di città, come la via dei Tamburi ad Hanoi. Usavano la tecnica dell’incisione su legno, ma in alcuni casi i colori risultavano da tirature successive dei legni su fondo ocra o giallo vivo lumeggiato con calce di conchiglie; in altri soltanto il disegno era inciso, e il colore veniva aggiunto a mano.
A partire dal sec. XIX, gli autori di sp di un centro di produzione molto noto, Dong-Ho, restarono fedeli ai coloranti vegetali e minerali, e continuarono a utilizzare per le loro stampe soltanto carta di bambú o scorza di gelso, mentre quelli della via dei Tamburi di Hanoi cominciarono ad usare carte industriali e colori chimici. Oltre ai soggetti religiosi, nei quali la raffigurazione dei geni fungeva anche come pretesto a una trasposizione simbolica della gerarchia feudale, sono innumerevoli i fogli con soggetti che valorizzano il talento degli incisori nella rappresentazione di animali con significato metaforico: il pesce significa abbondanza, la farfalla longevità, il pipistrello felicità, la zucca la vecchiaia. I soggetti tratti dai romanzi popolari e dalla vita quotidiana sono trattati in modo diverso a seconda dell’origine. Le incisioni di Dong-Ho, riportate su pannelli simmetrici, illustravano i temi delle quattro stagioni, dei quattro animali favolosi, dei quattro ceti sociali (letterato, lavoratore, artigiano, commerciante), e riproducevano gli aspetti piú semplici della vita rustica. Quelle della via dei Tamburi descrivevano, invece, scene di vita urbana: la composizione era piú sapiente e i dettagli avevano grande importanza. Le sp vietnamite, cadute in disuso all’epoca della colonizzazione, tornarono in voga in occasione della festa del Têt del 1946. Nel 1957, furono vendute ad Hanoi 300 000 sp che illustravano, nell’antico stile, temi nuovi: lo zio Hô in mezzo ai suoi nipoti, i guerriglieri alle feste della mietitura. Il centro di Dong-Ho, l’unico ancora attivo, produce una grande quantità di fogli, oramai tirati a offset.
Giappone
Dal sec. VIII in poi, venne prodotto in Giappone un milione di stra mediante incisione su legno, per il tempio Horyuji; i preti perfezionarono una tecnica di stampa per facilitare la tiratura, essendo necessario editare in grandi quantità gli esemplari di documenti illustrati contenenti la dottrina, per distribuirli ai fedeli e agli altri templi. Le prime sp entrate in repertorio datano al sec. XVII; sono buddiste, e rappresentano Amida, Fudo, Aïzen e Shomen Kongo, dèi popolari. Compaiono in epoca Edo (1613-1867) sulle rive del lago Biwa, nella città di Otsu, da cui questa produzione prese il nome, e in due altri villaggi, Oiwara e Otan. Erano disegnate da contadini e da gente del popolo che, fattisi artigiani, hanno trasmesso il mestiere di generazione in generazione. Tali opere – e la loro importanza nella vita giapponese – sono conosciute grazie a Basho, poeta del sec. XVII, che scrisse su di esse una celebre poesia.
Nel sec. XVIII, l’incisione su legno, poi colorata, prevalse sulla pittura, sino ad allora impiegata spesso da sola. I temi si moltiplicarono, i soggetti profani vennero incisi in concomitanza con quelli religiosi. Rappresentano scene di Kabuki, donne, animali domestici. Spesso ispirate dalle stampe ukiyoe e soprattutto dall’opera di Moronobu, queste stampe non erano destinate a un’élite borghese, ma al popolo.
Erano stampate su carta scura tinta in giallo; vi si aggiungevano spesso minuscoli frammenti di minerali frantumati; i colori sono vivi e contrastanti. Il vigore del tratto disegnato di getto, l’espressività dello stile, unitamente a una grande economia di mezzi, contrassegnano i migliori esemplari di Otsu.
Nell’ultimo periodo, che ha inizio alla fine del sec. XVIII e si prolunga per tutto il xix, le opere buddiste diminuirono e quelle profane, che rappresentano scene di strada e di vita quotidiana, si fecero sempre piú numerose. Spesso vi erano aggiunte massime moralizzanti e la sp divenne anche uno strumento di educazione morale. A partire dall’epoca Meiji (1867-1926), il genere cominciò a decadere per riprendere slancio in epoca moderna.