La semantica è lo studio dei significati dei segni linguistici, cioè delle parole, espressioni e frasi (dal greco semaínein, ‘significare’). La semantica indaga che cosa sono i segni linguistici e come acquistano la proprietà di trasmettere i significati: ossia, i modi in cui sono intesi dal parlante, fanno riferimento a cose e idee e sono interpretati dall’ascoltatore. Lo scopo della semantica è di associare il significato dei segni (cioè l’oggetto che indicano) con il processo di assegnazione dei significati.
Gli approcci alla semantica partono dalla filosofia del linguaggio o dalla linguistica: i filosofi si occupano dei fenomeni che accompagnano il processo dell’assegnazione dei significati; i linguisti studiano gli elementi dei tratti di significato, per come si manifestano e agiscono nel sistema linguistico. Tuttavia, spesso le due discipline sono coinvolte entrambe nell’analisi semantica ed è difficile assegnare un procedimento all’una o all’altra.
Le metodologie della semantica hanno applicazioni importanti. Attraverso la semantica descrittiva gli antropologi studiano che cosa le persone ritengono essenziale per la propria cultura o visione del mondo; dagli studi di semantica gli psicologi derivano indicazioni per la descrizione dei processi mentali della comprensione, e per ricercare come il significato sia acquisito nel linguaggio (così come i suoni e la struttura); infine gli etologi ricercano i modi in cui le altre specie comunicano e i contenuti della comunicazione.
LOGICA SIMBOLICA
Sviluppata dal filosofo tedesco Rudolf Carnap, che fu membro del Circolo di Vienna, la logica simbolica è un sistema per analizzare i segni e ciò che essi designano. Nel positivismo logico, il significato è una relazione fra le parole e le cose, e il suo studio è fondato su basi empiriche: dal momento che il linguaggio è idealmente un riflesso diretto della realtà, i segni si associano direttamente alle cose e ai fatti.
Così la logica simbolica è un ‘metalinguaggio’, ossia un linguaggio usato per parlare di un altro linguaggio (detto lingua oggetto): in questo caso una lingua naturale di cui si vuole studiare la semantica. Una lingua oggetto possiede un parlante (ad esempio una ragazza italiana) che usa delle espressioni (come ‘la penna rossa’) per esprimere dei significati. La descrizione completa, in simboli, di una lingua oggetto è detta la semiotica di quel linguaggio.
SEMANTICA DESCRITTIVA
La semantica descrittiva esamina che cosa significano i segni nelle diverse lingue: ad esempio si occupa di identificare che cosa costituisca il verbo e la frase verbale o il nome e la frase nominale. Per alcune lingue, come l’italiano, è un compito agevole, che può essere condotto tramite l’analisi di soggetto e predicato: tuttavia, per le lingue senza chiara distinzione fra nomi, verbi e proposizioni, è possibile dire che cosa significano i segni solo analizzando la struttura delle proposizioni.
La semantica descrittiva stabilisce classi di espressioni (classi di elementi che possono essere sostituiti l’uno all’altro all’interno del segno) e classi corrispondenti alle tradizionali parti del discorso (ad esempio i verbi). Le classi risultanti sono definite in base al loro comportamento sintattico, e questo assegna loro dei ruoli semantici.
La semantica descrittiva è usata dagli antropologi per studiare come i segni espressi in una lingua sono correlati alla percezione del mondo di chi la parla: questo tipo di analisi è detta ‘componenziale’ perché si presuppone che ogni voce lessicale di una lingua sia costituita di diversi componenti semantici.
SEMANTICA TEORETICA
La semantica teoretica ricerca una teoria generale del significato nella lingua: nella grammatica generativa, la competenza linguistica si articola a un livello fonologico, sintattico e semantico. Questo viene considerato un sistema di regole che governano l’interpretazione corretta dei segni e fanno in modo che il parlante distingua le frasi dotate di significato da quelle, pur corrette grammaticalmente, a cui non è assegnabile un significato preciso (ad esempio ‘idee verdi incolori dormono furiosamente’). Queste regole devono dar conto anche delle frasi che ammettono più di un significato come ‘una vecchia porta la sbarra’ (che significa ‘una donna anziana trasporta la sbarra’ oppure ‘una porta vecchia impedisce a lei il passaggio’).
Nella distinzione, che questi studiosi pongono, fra livello superficiale e livello profondo nella lingua, le informazioni necessarie per interpretare semanticamente una frase sono contenute nel livello profondo, grammaticale e sintattico. La struttura profonda di una frase fa uso di ‘lessemi’ cioè fasci di tratti semantici che ogni lingua mette insieme a seconda delle sue necessità a partire da una lista universale di tratti.
Risulta essere causa di controversie tra gli studiosi se la struttura profonda e l’interpretazione semantica sono distinte l’una dall’altra. Tuttavia molti riconoscono che la grammatica dovrebbe generare l’insieme delle espressioni semanticamente ben formate che sono possibili in un dato linguaggio, così come associare a ogni espressione una sua interpretazione semantica. Altra materia di dibattito è se l’interpretazione semantica abbia una base sintattica (che venga dalla struttura profonda) o se debba essere intesa come primaria. Secondo l’opinione di Noam Chomsky, il fondatore della scuola generativista, la teoria deve avere una base sintattica, e il significato scaturire dall’unione della struttura superficiale con quella profonda.