Ricordando che la Commedia dell’Arte abolì le barriere imposte dalle regole nella recitazione, ora è importante ricordare che il XVIII sec. ha avuto importanti teorici che hanno riflettuto sul ruolo dell’attore in toto, a partire dalla scelta di divenire attore, fino al modo in cui dovrebbe farlo.
Sto parlando di Denis Diderot col suo Paradosso sull’attore del 1773, nel quale con le sue parole nude e crude getta le basi di una nuova visione della recitazione, che si basa sullo straniamento anziché sulla immedesimazione.
“ […]l’attore si è ascoltato a lungo ; e si ascolta nel momento in cui vi commuove e il suo talento non consiste a sentire, come potete supporre voi, ma a rendere così scrupolosamente i segni esteriori del sentimento che ne siete ingannati. Gli accenti del dolore sono annotati nel suo orecchio. I gesti della sua disperazione sono appresi a memoria, sono stati preparati davanti ad uno specchio. Egli conosce il momento preciso in cui estrarrà il fazzoletto perché gli scenderanno le lacrime: e sarà su quella parola, in quella sillaba, né prima né dopo. “
Cosa significa straniamento? L’attore deve studiare il suo personaggio prima di incarnarlo, ma non deve solo fare sue quelle emozioni, deve analizzarle fino a dominarle. Paradossale per lo spettatore che guarda, ma vero: l’attore non deve provare quelle emozioni, ma prestare il suo corpo alle emozioni di un’altra persona (o personaggio come vogliamo chiamarlo) e viverle dall’esterno, restando freddo nella mente per meglio riuscire nell’impresa. Nelle prove l’attore, secondo Diderot, deve vedersi recitare, guardarsi nello specchio per osservare le emozioni che suscita a se stesso prima e poi imparare a comunicarle al pubblico. Deve mettere a tacere la propria sensibilità.
Facciamo un esempio: se un’attrice si trova a vestire i panni di una feroce assassina, magari madre di due figli che muoiono davanti ai suoi occhi (bell’esempio, eh!). Ecco, l’attrice potrebbe lasciarsi coinvolgere dalla scena e piangere disperatamente, ma se il suo personaggio ha il sangue freddo, l’attrice deve mantenere il sangue freddo e, magari con gli occhi inumiditi, urlare vendetta.
L’intenzione di Diderot è quella di riformare il teatro, ma prima di mettere in scena le situazioni contemporanee, occorreva istruire sul mestiere dell’attore.
Prove e ancora prove, questa è l’idea per Diderot per raggiungere un buon prodotto a teatro: convinto che il teatro classico, ripreso anche nel ‘600, non possa mantenersi ed emozionare a lungo, Diderot crede fermamente che osservare e restare fedeli alla realtà sia un ottimo soggetto per il palcoscenico. Paradossalmente emozionare in modo artificiale col vero, ovvero studiare la realtà per riprodurla e non imitarla, poiché la realtà non è mai uguale.