Appartengono all’ordine dei ditteri, comprendenti circa 100.000 specie. Hanno due ali membranose che corrispondono alla coppia anteriore degli altri insetti alati; sono assenti le ali posteriori, in quanto atrofizzate rappresentate da minuscole appendici dette bilancieri. Le parti boccali sono adattate per l’assorbimento; la combinazione dei vari organi forma una proboscide.
Le mosche subiscono una metamorfosi completa. Le loro larve , sprovviste di zampe, hanno un capo molto ridotto; le pupe sono libere o racchiuse in un guscio duro o pupario. Generalmente sono piccoli, tranne alcune eccezioni, e alcune specie misurano meno di un millimetro di lunghezza; hanno abitudini diurne e si alimentano del nettare dei fiori o di materiale organico in decomposizione, ma molte specie prediligono foglie, tronchi d’albero, legni macerati o fango. Solo qualche specie ha abitudini crepuscolari; altre succhiano il sangue, come i tafani , o predano insetti più piccoli o lombrichi. Le mosche hanno generalmente colorazione opaca ma varie specie presentano strisce gialle o nere, oppure macchie degli stessi colori. Non mancano quelle che mostrano tonalità verdi, azzurre o violacee; altre hanno un vello come le api. Vi sono mosche che assomigliano alle vespe e come queste emettono un ronzio quando sono catturate. Le mosche che assomigliano alle api ne sono parassite; altre specie vivono nei formicai o nei termitai, e gli individui sono molto modificati, le femmine in particolare. I sessi sono molto somiglianti anche se non è raro il dimorfismo . In alcune specie, le femmine presentano antenne maggiormente piumate del maschio, che ha invece occhi composti più ravvicinati fra loro. Il capo è generalmente costituito da una capsula sferoide, la cui superficie è per la maggior parte occupata dagli occhi composti, formati da centinaia di occhi semplici (ommatidi): inoltre, possono presentare tre ocelli (occhi semplici) collocati vicino alla parte appuntita dal capo, fra gli occhi composti.
Le antenne, che generalmente spuntano dalla metà della faccia frontale, hanno forme diverse e hanno grande importanza dal punto di vista della classificazione. Le parti boccali sono adattate alla suzione: le mandibole sono presenti solo in quelle specie che si alimentano per incisione ed hanno forma di bisturi; in queste mosche, i mascellari sono ridotti, parzialmente fusi sul capo e rappresentati dai palpi . Il labbro è membranoso e forma la maggior parte della proboscide: il suo apice si allarga nella formazione di due lobuli di suzione. Il torace è fuso in una massa unica in gran parte formata dal grosso mesotorace. Le zampe sono composte da tarsi a cinque segmenti. Le ali membranose spesso mostrano poche venature trasversali.
Nelle femmine, l’addome presenta spesso un segmento terminale tubulare e retrattile che ha la funzione di ovopositore. Le trachee si espandono a formare grossi vacuoli contenenti aria, mentre il sistema digestivo è solito contenere un serbatoio speciale per il cibo, cui è collegato per mezzo di un sottile condotto. In molti casi, i gangli della catena ventrale si fondono in un unico organo e spesso gli organi riproduttivi femminili sono adattati per ritenere le uova fino a quando non sono nate le larve.
Sistematicamente le mosche appartengono alla famiglia dei Muscidi: questi comprendono numerose specie, fra le quali la più nota è la mosca comune. Questo piccolo insetto si dimostra resistentissimo a qualsiasi condizione ambientale avversa, ed è quasi certamente il più onnivoro fra tutti gli animali. Queste caratteristiche, unite alla sua eccezionale prolificità, hanno permesso alla mosca di diffondersi in ogni regione del globo, seguendo l’uomo in ogni suo spostamento. Per quanto fastidiose, le mosche non arrecano danni diretti all’uomo: sono però molto pericolose come veicolo di infezioni. Più innocua sotto il profilo sanitario, ma assai più fastidiosa, è la mosca cavallina, che punge in modo abbastanza doloroso; tristemente nota è la Mosca tze-tze (Glossina Palparis) che come l’affine Glossina Morsitans ospita nel tubo digerente svariate specie di flagellati del genere Tripanosoma, che provocano nell’uomo la malattia del sonno e decimano il bestiame con la nagana, grave malattia cui fortunatamente l’uomo è immune. Molto simili alle Mosche, ma più grandi, sono i Mosconi: fra le specie più comuni vi è il Moscone azzurro, che depone le uova sulle carni, accelerandone la putrefazione. Costumi analoghi presentano i Mosconi grigi, dal corpo grigiastro con linee nere longitudinali sul torace.