Ultimi ad apparire sulla terra furono i vertebrati, animali provvisti di scheletro: dapprima comparvero i pesci, poi alcune specie si trasformarono in anfibi e successivamente in rettili. Durante il mesozoico alcune specie di rettili subirono una evoluzione che diede origine a piccoli animali che vivevano esclusivamente sulla terra; erano caratterizzati da un sistema nervoso più complesso, un apparato riproduttore perfezionato, un maggiore livello intellettivo e una notevole omeotermia . Nel cenozoico , con la scomparsa dei grandi rettili, questi piccoli vertebrati, i mammiferi, subirono, a loro volta, una notevole evoluzione tanto da raggiungere dimensioni enormi, ottenendo così il dominio assoluto della terra e iniziando l’ «era dei mammiferi», in cui viviamo ancora oggi. Circa 60 milioni di anni fa cominciarono ad estinguersi gli ordini di mammiferi più primitivi e contemporaneamente apparvero quelli moderni; infine, nell’oligocene, comparvero le scimmie antropomorfe e con esse iniziò il filone evolutivo che, secondo Darwin , avrebbe dovuto concludersi con l’uomo. È abbastanza difficile stabilire l’esatto numero dei mammiferi, poiché vengono alla luce sempre nuovi resti di forme estinte e spesso si scoprono nuove forme viventi: costituiscono comunque una delle classi maggiori, comprendente gli animali più evoluti. La respirazione polmonare rende i mammiferi prevalentemente terricoli, anche se esistono alcune specie come le balene, i delfini e le foche, adattate alla vita acquatica e altre, come i pipistrelli (chirotteri) che «volitano», cioè volteggiano nell’aria con movimenti simili al volo degli uccelli. Le dimensioni sono variabili dal piccolissimo topo alla balenottera azzurra che con i suoi 33 metri di lunghezza è l’animale più grande esistente.
Lo scheletro dei mammiferi è suddiviso in tre parti: capo, tronco e arti; la cavità cranica che contiene la massa cerebrale è molto ampia e il maggior volume del cervello rispetto alle altre specie fa sì che i mammiferi abbiano capacità intellettive più sviluppate che non gli altri animali, capacità che aumentano proporzionalmente alle circonvoluzioni e ai solchi presenti sopra la superficie cranica. Il tronco è formato dalla colonna vertebrale, asse di sostegno del corpo, le cui vertebre sono intervallate da dischi fibrosi; le ossa sono internamente cave e contengono una sostanza detta midollo osseo; generalmente posseggono quattro arti che, in relazione al genere di vita che conducono, presentano notevoli diversità: per esempio gli animali adattati all’ambiente marino sono privi degli arti posteriori e quelli anteriori sono molto ridotti (natatoie). Le clavicole che collegano il tronco con gli arti anteriori mancano o sono ridotti quando gli arti anteriori compiono solo movimenti pendolari (corsa, salto, nuoto) mentre sono molto sviluppati in quei mammiferi che si sono specializzati nella corsa (gazzelle, giraffe, ghepardi). Uno dei tanti sistemi di classificazione dei mammiferi è quello che tiene conto del modo di camminare: vi sono mammiferi digitigradi – che poggiano sul suolo solo le dita (cani, gatti) – plantigradi – che poggiano tutta la pianta del piede (orso, uomo) – unguligradi – che camminano poggiandosi solo sulle ultime falangi, munite di unghie, chiamate zoccoli (bue, cavallo). Il corpo dei mammiferi è rivestito da una pelle ricca di vasi sanguigni che dà origine ai peli o a formazioni cutanee di notevole durezza (unghie, corna, scaglie, aculei); la funzione del pelo, che può essere di vari colori, è quella di mantenere uniforme e costante la temperatura del corpo; negli animali privi di pelo (cetacei), si sviluppa sotto I’ epidermide uno strato di adipe ricco di grassi che serve a impedire la dispersione del calore.
La pelliccia dei mammiferi può essere di due tipi: la «lanugine» formata da peli fitti, morbidi e corti, e la «giarra», formata da peli radi, lunghi e rigidi; nel riccio e nell’istrice i peli si sono trasformati in aculei, che servono loro come armi di difesa, mentre nei rinoceronti, il caratteristico corno è dovuto alla fusione di setole; nei bovidi le corna sono sporgenze ossee ricoperte di materiale corneo, mentre le corna dei cervidi sono solo di materiale osseo. Infine alcuni roditori e felini sono dotati di «vibrisse», peli particolari con funzione sensitiva (per esempio i baffi del gatto). Nello strato profondo della pelle sono situate le ghiandole sebacee che secernono una sostanza grassa destinata a proteggere la pelle, e le ghiandole sudoripare, che servono all’animale per difendersi dal caldo eccessivo: si pensa che proprio da una modificazione di queste ghiandole siano derivate le ghiandole mammarie delle femmine, la cui secrezione – il latte, contenente sostanze proteiche, grassi, sali e zuccheri – serve alla nutrizione dei piccoli nel primo periodo di vita.
Riproduzione e Classificazione dei Mammiferi
L’apparato digerente mostra variazioni sensibili, in modo particolare nei denti, che si differenziano per la forma, la funzione e la posizione. Mentre la funzione primitiva dei denti era quella di trattenere in bocca la preda, nei mammiferi attuali essi hanno assunto una nuova funzione, quella della masticazione. l denti possono essere tutti uguali (dentatura omodonta) o suddivisi in quattro categorie (dentatura eterodonta): incisivi, canini, premolari e molari. In alcuni mammiferi ( formichiere ) mancano totalmente; in altri esistono allo stato embrionale o, come nella balena, sono sostituiti da lamine cornee (fanoni); nei roditori, privi di canini, gli incisivi crescono continuamente; nelle scimmie la dentatura è completa; nei trichechi e negli elefanti, infine, alcuni denti si sviluppano enormemente (zanne), perdendo la funzione masticatoria. In alcuni mammiferi erbivori (bovini, caprini, ovini e altri), lo stomaco, diviso in quattro cavità, è adatto alla ruminazione.
Varie specie di mammiferi, che al sopraggiungere dell’inverno vengono a trovarsi nell’impossibilità di procurarsi il cibo, cadono in un sonno (letargo) che dura per tutta la stagione fredda, durante il quale la respirazione rallenta, il battito cardiaco diminuisce e i processi di combustione corporei si riducono a un valore minimo, cosicché l’accumulo di grasso basta a fargli superare l’inverno. Degli organi di senso il più sviluppato è l’olfatto, ma anche quello del gusto è più sviluppato che in ogni altra classe di animali: ha sede nella lingua che, generalmente piatta e carnosa, può essere sottile, mobile e protrattile (come nel formichiere) costituendo un organo di presa o per catturare piccoli insetti. Il tatto è ben sviluppato (un elefante avverte quando una mosca si posa sulla sua pelle. Le orecchie, molto perfezionate forniscono ai mammiferi un udito superiore a quello degli altri vertebrati. Anche la vista, inferiore a quella degli uccelli è acuta nei predatori, ma manca nelle forme viventi nel sottosuolo (talpa). Nei mammiferi la riproduzione è sessuale o gamica, cioè la formazione di un nuovo individuo avviene grazie alla fecondazione. Le femmine degli unici mammiferi ovipari, i monotremi, depongono le uova racchiuse entro un guscio protettivo, in buche scavate nel terreno (ornitorinchi) oppure in una borsa ventrale detta marsupio (echidna).
Dopo il breve periodo della cova, come avviene negli uccelli, le uova si schiudono e ne fuoriescono i piccoli. Nelle femmine degli altri mammiferi, che sono tutti vivipari, lo sviluppo dell’uovo ha inizio nel corpo materno. Ad eccezione dei marsupiali, che partoriscono la prole con un certo anticipo rispetto allo stadio di massimo sviluppo (i piccoli completano la loro formazione nel marsupio), le femmine degli altri ordini possiedono un organo (placenta) dotato di vasi sanguigni, mediante il quale la madre provvede alla nutrizione dell’embrione che si sta sviluppando nel proprio corpo fino al momento del parto: quando questo si verifica, il piccolo viene alla luce completamente sviluppato. Mentre la madre si prende cura dei piccoli, oltre che allattarli, fino a quando non sono in grado di badare a se stessi, il padre si disinteressa completamente della prole, anche perché i mammiferi sono quasi tutti poligami e la famiglia-tipo comprende, a parte alcune rare eccezioni, un maschio e un certo numero, a volte assai elevato, di femmine e di piccoli, per cui le responsabilità del maschio investono l’intero branco.
Alcune specie (scimmie, cavalli, castori ) sono dotate d’istinto sociale: i castori formano una società a elevato livello organizzativo, che li mette in grado di costruire grandi opere collettive (come le dighe di sbarramento dei corsi d’acqua), mentre le scimmie e i cavalli formano mandrie più o meno numerose che vivono in perfetto accordo fino alla stagione degli amori. Tra i carnivori, sono numerose le «società di caccia». Animali che d’abitudine vivono isolati, come i lupi , durante i periodi di carestia (per esempio, l’inverno) si riuniscono e cacciano insieme.
La classe dei mammiferi, la cui area di diffusione copre praticamente tutto il globo, comprende molti ordini, alcuni costituiti solo da esemplari estinti. La loro classificazione basata generalmente sul grado di organizzazione cerebrale contempla:
monotremi: unici mammiferi che depongono uova, sono i suddetti e i più semplici (ornitorinco, echidna);
marsupiali: le femmine portano i neonati in una tasca incubatrice ventrale, il marsupio ( canguro , opossum );
insettivori: sono quelli che più conservano i caratteri primitivi ( riccio , talpa, toporagno);
carnivori: sono i predatori per eccellenza e comprendono numerose famiglie tra cui i canidi.
Riproduzione e Classificazione dei Mammiferi
L’apparato digerente mostra variazioni sensibili, in modo particolare nei denti, che si differenziano per la forma, la funzione e la posizione. Mentre la funzione primitiva dei denti era quella di trattenere in bocca la preda, nei mammiferi attuali essi hanno assunto una nuova funzione, quella della masticazione. l denti possono essere tutti uguali (dentatura omodonta) o suddivisi in quattro categorie (dentatura eterodonta): incisivi, canini, premolari e molari. In alcuni mammiferi ( formichiere ) mancano totalmente; in altri esistono allo stato embrionale o, come nella balena, sono sostituiti da lamine cornee (fanoni); nei roditori, privi di canini, gli incisivi crescono continuamente; nelle scimmie la dentatura è completa; nei trichechi e negli elefanti, infine, alcuni denti si sviluppano enormemente (zanne), perdendo la funzione masticatoria. In alcuni mammiferi erbivori (bovini, caprini, ovini e altri), lo stomaco, diviso in quattro cavità, è adatto alla ruminazione.
Varie specie di mammiferi, che al sopraggiungere dell’inverno vengono a trovarsi nell’impossibilità di procurarsi il cibo, cadono in un sonno (letargo) che dura per tutta la stagione fredda, durante il quale la respirazione rallenta, il battito cardiaco diminuisce e i processi di combustione corporei si riducono a un valore minimo, cosicché l’accumulo di grasso basta a fargli superare l’inverno. Degli organi di senso il più sviluppato è l’olfatto, ma anche quello del gusto è più sviluppato che in ogni altra classe di animali: ha sede nella lingua che, generalmente piatta e carnosa, può essere sottile, mobile e protrattile (come nel formichiere) costituendo un organo di presa o per catturare piccoli insetti. Il tatto è ben sviluppato (un elefante avverte quando una mosca si posa sulla sua pelle. Le orecchie, molto perfezionate forniscono ai mammiferi un udito superiore a quello degli altri vertebrati. Anche la vista, inferiore a quella degli uccelli è acuta nei predatori, ma manca nelle forme viventi nel sottosuolo (talpa). Nei mammiferi la riproduzione è sessuale o gamica, cioè la formazione di un nuovo individuo avviene grazie alla fecondazione. Le femmine degli unici mammiferi ovipari, i monotremi, depongono le uova racchiuse entro un guscio protettivo, in buche scavate nel terreno (ornitorinchi) oppure in una borsa ventrale detta marsupio (echidna).
Dopo il breve periodo della cova, come avviene negli uccelli, le uova si schiudono e ne fuoriescono i piccoli. Nelle femmine degli altri mammiferi, che sono tutti vivipari, lo sviluppo dell’uovo ha inizio nel corpo materno. Ad eccezione dei marsupiali, che partoriscono la prole con un certo anticipo rispetto allo stadio di massimo sviluppo (i piccoli completano la loro formazione nel marsupio), le femmine degli altri ordini possiedono un organo (placenta) dotato di vasi sanguigni, mediante il quale la madre provvede alla nutrizione dell’embrione che si sta sviluppando nel proprio corpo fino al momento del parto: quando questo si verifica, il piccolo viene alla luce completamente sviluppato. Mentre la madre si prende cura dei piccoli, oltre che allattarli, fino a quando non sono in grado di badare a se stessi, il padre si disinteressa completamente della prole, anche perché i mammiferi sono quasi tutti poligami e la famiglia-tipo comprende, a parte alcune rare eccezioni, un maschio e un certo numero, a volte assai elevato, di femmine e di piccoli, per cui le responsabilità del maschio investono l’intero branco.
Alcune specie (scimmie, cavalli, castori ) sono dotate d’istinto sociale: i castori formano una società a elevato livello organizzativo, che li mette in grado di costruire grandi opere collettive (come le dighe di sbarramento dei corsi d’acqua), mentre le scimmie e i cavalli formano mandrie più o meno numerose che vivono in perfetto accordo fino alla stagione degli amori. Tra i carnivori, sono numerose le «società di caccia». Animali che d’abitudine vivono isolati, come i lupi , durante i periodi di carestia (per esempio, l’inverno) si riuniscono e cacciano insieme.
La classe dei mammiferi, la cui area di diffusione copre praticamente tutto il globo, comprende molti ordini, alcuni costituiti solo da esemplari estinti. La loro classificazione basata generalmente sul grado di organizzazione cerebrale contempla:
monotremi: unici mammiferi che depongono uova, sono i suddetti e i più semplici (ornitorinco, echidna);
marsupiali: le femmine portano i neonati in una tasca incubatrice ventrale, il marsupio ( canguro , opossum );
insettivori: sono quelli che più conservano i caratteri primitivi ( riccio , talpa, toporagno);
carnivori: sono i predatori per eccellenza e comprendono numerose famiglie tra cui i canidi.