La letteratura della penisola araba è diventata via via la letteratura di tutti i popoli mussulmani che scrivevano e scrivono in arabo. L’Arabia Saudita si formò nel 1932 come unione personale dei regni o emirati del Neged e Higiaz e di altri minori.
La letteratura ebbe inizio in Arabia in tempi preislamici. Già nel secolo III a.C. si formarono in Arabia alcuni Stati, il più importante dei quali fu il regno dei Nabatei, conquistato dai Romani. Nel secolo V d.C. Hasan Ibn Tubbaa conquistò il Neged, e costituì diversi regni ed emirati, governati da capi tribù a lui alleati.
E’ in questo periodo, forse, che si forma la poesia araba classica: i poeti erano nomadi, beduini. Il più famoso fu Imr-ul-Kais. Un altro poeta beduino fu Tarafa ibn al Abd, originario del Bahrein. Un poeta riformatore fu Zuchair ibn Abi Sud’ma (530-627), mentre Antara ibn Saddad al Absi (525-615) raggiunse nelle sue poesie una raffinatezza incredibile. Le sue poesie sono recitate a memoria ancora oggi.
La prima opera in prosa araba, che avrebbe avuto (e ha tuttora) un’enorme diffusione è, naturalmente, il Corano, scritto da Maometto (o a lui attribuito: gliel’avrebbe dettato l’arcangelo Gabriele). Pure in prosa si diffusero in questo periodo (VII secolo) le khadisi, o tradizioni sulla vita e sulle opere di Maometto.
Con la formazione del califfato la poesia uscì, per così dire, dal deserto, si diffuse anche nelle città (La Mecca e Medina). E cambiò anche moduli e intendimenti. Se prima era legata ai vari gruppi feudali e tribali, ora diventava strumento di diffusione di una religione universale come l’islamismo. Si cantò la guerra “santa”, si celebrarono i caduti durante le molte guerre di conquista. La forma era ancora quella dell’elegia o qasida, ma i contenuti cambiavano.
Diventarono molto popolari le ghazele (canti lirici), nonchè le canzoni e i canti satirici. Si ricordano i nomi di Giamil ibn Abdallah ibn Mamara, proveniente dallo Higiaz, di Omar ibn Abi Rabia (644-712), che era della Mecca, del lirico Abn Akwas e altri. Da questo periodo la letteratura coincide con quella araba classica.
L’età contemporanea.
Alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, mentre la storia araba attraversava vari e turbolenti periodi, non si hanno personalità letterarie di particolare rilievo. Fa eccezione Ibrahim al-Iskubi, autore di poesie in cui si esprime la contemporaneità, non esclusi conflitti sociali e problemi politici, nonchè di poesie in cui criticava il sultano turco (allora l’Arabia era ancora sotto il dominio turco). Husein Sarradg (nato nel 1912) segue gli esempi dei classici nelle sue ghazele, e così altri poeti come Muhammed Ali Shali, Fuad Shaker, Akhmed al Arabi, Muhammed Said al-Amudi, Ahmed e Kandil Ibrahim al-Ghazali e altri.
Il re Saud, divenuto re assoluto dell’Arabia, custode delle sante moschee come i suoi successori, cercò di modernizzare il culto, ma non volle neppure sentir parlare di elezioni, parlamenti ecc. L’Arabia continua a essere un Paese non democratico: ciò nonostante parecchi poeti e prosatori coraggiosi non hanno esitato e non esitano a scrivere opere di critica, anche a questo proposito.
Negli anni Trenta del XX secolo ha inizio la stampa (nel 1931 viene pubblicato il giornale La voce dello Higiaz, che servì come modello per i numerosi giornali e riviste che vennero dopo). Negli anni Quaranta ebbe fortuna il romanticismo. I poeti romantici insistettero non solo sul rinnovamento delle forme della poesia araba, ma anche per introdurre nella letteratura contenuti nuovi, moderni.
Iniziatori del movimento definito appunto romantico furono Muhammed Surur as-Sabban (nato nel 1898) e Muhammed Hasan Awwad (nato nel 1906). Quest’ultimo, pur di idee liberali, ebbe importanti incarichi governativi e organizzò molti circoli di poeti. Fu ampiamente influenzato dal decadentismo e dal modernismo europei.
Il poeta Abd al-Aziz ar-Rifan toccò un tema in genere poco espresso nella poesia araba: l’interesse per il paesaggio, per la natura incontaminata e la sua bellezza. Uno straniero in patria si sentì invece Ahmed Kindil (autore di vari volumi di versi, fra cui Lo ieri perduto). L’inquietudine, l’incertezza, i dubbi sono gli elementi caratteristici della poesia di Muhammed Said al-Muslim, Muhammed Hasan Fiki (nato nel 1930); pure romantico fu il poeta Abdallah Feisal, che era un emiro. Ottimistica e gioiosa fu invece la poesia di Abd al-Ghani Kisti, Abdallah al-Karrawi (nato nel 1935), Makhmud Takh e Mahmud Aref.
Dopo la prima guerra mondiale si diffuse anche il realismo, con romanzi, novelle, drammi, traduzioni da letterature occidentali. La gente semplice trova espressione nelle opere di Abd as-Salam Hashim Hafiz. Ahmed Abd al-Gafur Attara, Madgid al-Husein e altri. Proteste contro il regime assolutistico esprimono Salakh Musaid e Yasin Allaf.
La protesta sociale diventò più forte dopo la fine della seconda guerra mondiale. Trovò il suo spazio nella letteratura anche la donna: sia come personaggio di romanzi (per esempio nel romanzo di Abd as-Salam Hashim Hafiz Samra dello Higiaz), che come autrice.