Opera in prosa dello scrittore greco Erodoto (c. 484-425 a.C.). Il titolo è stato desunto dalle prime parole del I libro: “Questa è l’esposizione delle ricerche di Erodoto”; l’opera fu suddivisa dai biologi alessandrini in nove libri, contrassegnati dai nomi delle Muse. E’ veramente una storia quella di Erodoto? Si senta la risposta data dallo stesso scrittore: “Questa è l’esposizione delle ricerche di Erodoto, perché le imprese degli uomini col tempo non cadano in oblio, né le gesta grandi e meravigliose, delle quali han dato prova cosi i Greci come i Barbari non restino senza gloria e inoltre per mostrare per qual motivo vennero a guerra fra loro”. A questi propositi l’autore si attiene: al primo non c’è dubbio, tanto che Erodoto può essere considerato l’aedo antico, che ha vinto il silenzio dei secoli: quanto al secondo proposito, indicare le cause per le quali Greci e Barbari vennero a conflitto, si deve riconoscere che ha assolto il suo compito, in quanto anche per i moderni, come già per Erodoto, la causa del conflitto sta nell’urto di due civiltà, che si contendevano il dominio dell’Egeo. Ora Erodoto nel raccontare l’iter percorso dai Persiani, che finalmente dovevano scontrarsi con i Greci, e attribuendo ai Barbari il desiderio di un’espansione sempre maggiore, assolve al suo compito e merita giustamente il titolo di storico. Dopo la premessa, l’opera inizia finendo riferimento a certi antefatti mitici; quindi la trattazione prosegue con la storia della Lidia, della formazione del regno di Persia e si conclude con la fine delle guerre persiane e la presa di Sesto (478 a.C.). Più precisamente, il I libro (Clio) tratta della conquista da parte di Creso della Grecia asiatica, la caduta di Creso a opera di Ciro, re della Persia, una digressione sulla storia, usi e costumi dei Babilonesi, le imprese di Ciro controTamiri, regina dei Massageti, e la sua scomparsa nel 529 a.C. Nel Il libro (Euterpe) Cambise succede a Ciro e muove alla conquista dell’Egitto: descrizione particolareggiata di carattere religioso, politico e geografico dell’Egitto; prosperità dell’Egitto sotto il regno di Amasi: nel libro (Talia) si tratta della conquista dell’Egitto da parte di Cambise (525 a.C.), delle fallite spedizioni contro gli Etiopi e gli Ammoni, delle crudeltà compiute da Cambise, quindi della scomparsa di Cambise, dell’usurpazione del falso Smerdi, infine dei primi anni di regno del legittimo successore Dario, conquista di Samo e riconquista della Babilonia (519 a.C.). Il IV libro (Melpomene) è diviso in due parti: nella prima si narra la spedizione di Dario contro gli Sciti, con descrizione dei costumi e delle tradizioni della Scizia; nella seconda è descritta la spedizione del satrapo Ariande contro Cirene e Barce, con relativa digressione sulla storia della Libia. Con il V libro ( Tersicore) si giunge finalmente al racconto delle guerre persiane: i Persiani, sotto la guida di Megabizo, conquistano l’Ellesponto; rivolta del 499 delle città ioniche dell’Asia Minore sotto la guida di Aristagora di Mileto; Aristagora si reca a Sparta e ad Atene per chiedere aiuti; incendio di Sardi da parte dei Greci, che vengono sconfitti a Efeso. Nel libro VI (Erato)è narrata l’impresa militare di Dario in Grecia e la sua sconfitta a Maratona (490 a.C.) a opera di Milziade, che viene poi condannato per la fallita conquista di Paro. Nel VII (Potìmnia) si parla della scomparsa di Dario (486 a.C.), e di Serse, suo successore; scavo dell’istmo del promontorio dell’Athos, costruzione dei ponti sull’Ellesponto, la figura di Temistocle, le flotte all’Artemisio, la battaglia delle Termopili con Leonida e i trecento Spartani (480 a.C.). Nell’VIII libro (Urania) è descritta la battaglia navale all’Artemisio, quindi l’invasione persiana dell’Attica, la distruzione dell’ acropoli di Atene la battaglia di Salamina (settembre 480 a.C.), il ritorno di Serse in Asia e l’inutile tentativo di Mardonio di stipulare un accordo con Atene (primavera 479 a.C.). Nell’ultimo libro, il IX (Calliope), si parla della nuova invasione dell’Attica a opera di Mardonio; i Greci vincono a Platea, in Beozia. e a capo Micale, nella Ionia (479 a.C.); la città di Sesto viene assediata e presa dagli Ateniesi (479-478 a.C.) e la Persia è esclusa definitivamente dall’Europa.