Massima unità linguistica, è una struttura più lunga di una frase, con un senso compiuto e determinata da un’occasione comunicativa conclusa. È pressoché coincidente con la nozione di ‘testo’, usata in particolare nel campo della semiotica. Un discorso può essere un romanzo, ma anche un monologo o l’arringa di un avvocato. Gli studi sul discorso si sono concentrati soprattutto sul tentativo di fornire una spiegazione della comunicazione, piuttosto che di formalizzare il contenuto semantico delle sue parti, come succede per esempio in semantica, dove si privilegia lo studio della frase.
Presupposto intuitivo dell’analisi del discorso è che nella realtà non si comunica mai per frasi isolate, ma attraverso la strutturazione di un sistema di frasi che nel loro complesso raggiungono un senso compiuto. L’analisi del discorso si preoccupa soprattutto di individuare gli elementi caratteristici che conferiscono coesione, coerenza e compiutezza a un testo.
Cerca inoltre di spiegare fenomeni come la persistenza di un determinato tema o il suo cambiamento all’interno di un medesimo discorso. In generale si impegna a trovare le regole e le convenzioni che strutturano il discorso stesso.
Questa nozione ha suscitato vivo interesse anche al di fuori degli studi linguistici in senso stretto. Infatti, poiché i discorsi sono considerati l’espressione di un’interazione sociale, il loro studio ha avuto una funzione importante in discipline affini quali la sociologia o la psicologia. Inoltre si deve ricordare che la nozione riveste notevole importanza nell’ambito dei Cultural Studies, dove diventa oggetto di indagine per potere analizzare, ad esempio, le differenze di genere nel linguaggio in uso e quindi nella società, le relazioni tra potere e mass media, o anche il modo in cui un’ideologia viene espressa e divulgata.