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8 Gennaio 2022

Sintassi della Frase Semplice

L’enunciato semplice è costruito intorno ad un verbo ed alle sue valenze. I sintagmi circostanziali sono solitamente interni al verbo (verifica sostituendo con fare+lo); esistono però sintagmi da considerare esterni al nucleo della frase.

  1. A)         Tipi di frase semplice

–           accusativa, con verbo transitivo o intransitivo, il soggetto occupa una posizione esterna al sintagma verbale;

–           inaccusativa, in cui è lasciato vuoto il posto dell’argomento esterno al verbo, il soggetto si origina all’interno del sintagma verbale e ha caratteristiche sintattiche comuni all’oggetto diretto delle frasi accusative costruite intorno a verbi transitivi: ad esempio entrambi sono pronominalizzabili con NE, proprietà tipica dei sintagmi nominali interni al verbo e di sintagmi preposizionali interni ad essi; ad entrambi si può collegare un participio aggettivale o usato in senso assoluto; l’unica differenza tra i due è il caso, laddove è ancora distinguibile in italiano ovvero nei pronomi personali, l’uno è al nominativo e l’altro all’accusativo, ma è una differenza morfologica e non sintattica.

–  Sono partito io.

–  Ha salvato me.

Di solito l’ordine più naturale è soggetto+verbo nelle frasi con verbi transitivi, verbo+soggetto in quelle con verbi inaccusativi; nei verbi intransitivi l’ordine verbo+soggetto è molto dubbio. Sono costruzioni inaccusative anche la costruzione passiva e quella con il SI passivante; anche il soggetto di queste costruzioni si può pronominalizzare come nel caso della frase inaccusativa; si spiega così l’evidente corrispondenza tra oggetto della frase accusativa e soggetto di quella passiva: se una frase accusativa è volta al passivo il soggetto, quel sintagma che era oggetto della frase attiva, rimane interno al sintagma verbale. Esiste anche la costruzione inaccusativa con essere + alcuni aggettivi come possibile.

  1. B)         Frasi con il verbo essere

Le frasi con il verbo essere si dividono in:

–           predicative, in cui si attribuisce una qualità ad un soggetto, che è un sintagma nominale, un pronome o altra parte del discorso e rappresenta un’entità del mondo reale; il complemento predicativo è un sintagma aggettivale, nominale o preposizionale ed indica possesso o qualità.

-− Mario è bello / Lui è bello / Grasso è bello

-− Obama è il presidente degli Stati Uniti

-− Lui è di corte vedute

-− Questo libro è di Mario

-− L’organizzazione è senza scopo di lucro

–           Specificative, che specificano il referente al quale una proprietà è associata, l’elemento precedente il verbo essere è detto specificando ed esprime la proprietà, il successivo è detto specificatore e designa il referente della proprietà; l’interpretazione delle frasi cambia a seconda della domanda cui esse rispondono, qual è la proprietà o chi è il referente.

-− Il presidente degli Stati Uniti è Obama

-− Il vincitore è Gianni

Nelle frasi predicative il complemento predicativo si può pronominalizzare con lo (esempio è bello, lo è), mentre nelle specificative non è possibile sostituire il referente con lo;

-− Obama è il presidente degli Stati Uniti / Obama lo è

-− Il presidente degli Stati Uniti è Obama / *Il presidente degli Stati Uniti lo è

allo stesso modo si può pronominalizzare con NE il sintagma preposizionale riferito alla qualità nelle frasi predicative, ma non quello associato al referente delle frasi specificative.

-− Michelle è la moglie di Barack Obama / Michelle ne è la moglie

-− Il Segretario di Stato americano è la moglie di Bill Clinton / *Il Segretario di Stato americano ne è la moglie

Dunque il complemento predicativo delle frasi predicative è sintatticamente analogo all’oggetto delle frasi accusative: è interno al sintagma verbale mentre il soggetto è esterno.

-− Gianni ha interrogato l’amico di Giorgio / Gianni lo ha interrogato

-− Gianni è l’amico di Giorgio / Gianni lo è

-− Gianni ha interrogato l’amico di Giorgio / Gianni ne ha interrogato l’amico

-− Gianni è l’amico di Giorgio / Gianni ne è l’amico

Nelle specificative lo specificatore ha le stesse proprietà del soggetto delle accusative: è esterno al sintagma verbale e non è sostituibile con un clitico così come il sintagma preposizionale ad esso riferito.

-− L’amico di Giorgio ha interrogato Gianni / *Lo ha interrogato Gianni

-− L’amico di Giorgio è Gianni / *L’amico di Giorgio lo è

-− La moglie di Bill Clinton ha visitato Israele / *La moglie ne ha visitato Israele

-− Il Segretario di Stato americano è la moglie di Bill Clinton / *Il Segretario di Stato americano ne è la moglie

  1. C)         La costruzione passiva

Se si volge una frase attiva al passivo il complemento d’agente può non essere espresso e avere un’interpretazione generica o indeterminata.

–  Gianni ha prestato un libro a Maria / Il libro è stato prestato a Maria (da Gianni)

-− La recita di Gianni è stata molto applaudita

La costruzione passiva è possibile con l’ausiliare essere in tutti i modi e i tempi tranne l’indicativo trapassato remoto, ma anche con venire nei tempi semplici.

–  Gianni è / sarà / fu / sarebbe informato

–  Dopo che Gianni era stato / sarà stato / *fu stato informato…

Una frase può essere interpretata come passiva o stativa; vi sono casi ambigui (esempio la porta è chiusa), elementi disambiguanti sono il complemento d’agente e sintagmi che aggiungono caratteristiche all’azione o allo stato.

–  La porta è chiusa da Gianni (passiva, è presente il complemento d’agente)

–  La porta è chiusa violentemente (passiva, si aggiunge una caratteristica all’azione)

–  La porta è chiusa da tre ore (stativa, si aggiunge una caratteristica allo stato)

– *La porta è chiusa da Gianni da tre ore / *La porta è chiusa violentemente da tre ore

Una classe di verbi detti stativi indicano di per sé durata, dunque è impossibile una confusione tra i valori, non c’è differenza tra le due interpretazioni (esempio il verbo amare).

–  Maria è amata da Gianni da molti anni / Maria è amata da Gianni teneramente

Se è usato un tempo composto o il passato remoto il parlante propende per l’interpretazione passiva, come azione, in mancanza di altri elementi disambiguanti; in presenza di tempi semplici e senza altri elementi si è portati all’interpretazione stativa.

–  La porta è stata / era stata / fu chiusa

–  La porta è stata / era stata / ?fu chiusa per molti anni

In frasi subordinate è il verbo reggente a far comprendere la giusta interpretazione: i verbi di volontà suggeriscono un’azione, i verbi di pensiero uno stato.

–  Credo che la porta sia chiusa / Voglio che la porta sia chiusa

I verbi venire e andare usati come ausiliari determinano assenza di ambiguità, la frase è passiva; andare ha sfumatura di necessità e mal tollera il complemento d’agente.

–  La porta viene chiusa / *è venuta chiusa

–  La porta va chiusa / *è andata chiusa

–  La porta viene chiusa da Gianni / *La porta va chiusa da Gianni

I verbi che indicano relazione non possono essere resi passivi (avere, riguardare, concernere). Non è possibile il passivo con le espressioni idiomatiche (polirematiche come tagliare la corda).

–  *Il libro è avuto da Mario

–  *La costruzione passiva è riguardata dalla lezione

–  *Le cuoia sono state tirate da Gianni

La frase con il SI passivante ha le stesse proprietà della passiva, anch’essa è inaccusativa e il complemento d’agente si può esprimere con la locuzione DA PARTE DI.

–  Il presidente ha consegnato i diplomi agli studenti / Si sono consegnati i diplomi agli studenti (da parte del presidente)

–  Si sono degradati molti ufficiali / Se ne sono degradati molti

–  Si è degradato il figlio del generale / Se ne è degradato il figlio

Diversa è la costruzione con il SI impersonale: l’oggetto diretto della frase accusativa rimane tale in quella impersonale.

–  Il presidente ha consegnato i diplomi agli studenti / Si è consegnati i diplomi agli studenti

–  Il presidente li ha consegnati i agli studenti / Li si è consegnati agli studenti

Nota sui segni utilizzati

Ho premesso agli elenchi interni e paragrafi e sottoparagrafi il segno –       , agli esempi il segno – seguito da due spazi. Le frasi precedute da * sono agrammaticali, cioè sono riconosciute come mal formate da qualunque parlante nativo di italiano: una frase come A me mi piace la frutta è censurabile dalla norma ma non è agrammaticale, mentre *A io piace la frutta non verrebbe mai utilizzata da nessun parlante ed è agrammaticale.

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