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Nel nostro Paese sono in costante aumento gli alfabetizzati ma non i lettori. Sembra infatti che la scuola riesca a dare gli strumenti per leggere ma non a creare le condizioni psicologiche affinché, poi, i giovani si abituino a prendere in mano un libro liberamente.
Molti insegnanti di lettere, soprattutto nella scuola dell’obbligo, si chiedono come possano far nascere nei loro alunni il gusto della lettura. Per un insegnante, infatti, deve essere considerato quasi un fallimento professionale il fatto che i ragazzi escano dalla scuola media senza portare dentro di sé almeno un po’ del bagaglio di immaginario che regala la lettura, capace di allargare gli orizzonti e di rispondere al bisogno di conoscenza e di fantasia tipico di tutti. In questo senso, l’obiettivo dell’insegnante deve essere quello di guidare l’alunno in un mondo fatto di storie e di personaggi inventati, ma reali nella mente dei lettori.
Chi tra gli appassionati di libri non ricorda la forza di Jo, personaggio di Piccole donne o l’eroismo di Ernest Nemecsek nei Ragazzi della via Paal? Chi non ha invidiato le avventure vissute da Tom Sawyer?
Per conseguire il suo obiettivo, il più delle volte l’insegnante si trova nella necessità di non lasciare scelta ai propri alunni: deve obbligarli a leggere. Le maniere forti, purtroppo, sono spesso le uniche che inducono i giovani a prendere confidenza con l’oggetto-libro. Forse, in questo modo, essi non apprezzeranno né il primo né il secondo libro che saranno costretti a leggere, ma poi riusciranno a provare interesse gusto a quello successivo e cominceranno anche a divertirsi. Si creerà infatti in loro un’aspettativa nei confronti dei testi e cominceranno a provare gusto per la lettura.
Gli ostacoli che si incontrano in questo lavoro sono soprattutto di ordine pratico: assenza o scarsità di biblioteche scolastiche, esiguità o eccesso di proposte significative, difficoltà, a volte economiche ma più spesso di mentalità, ad acquistare un oggetto ritenuto spesso superfluo. Non è invece vero che i ragazzi siano demotivati nei confronti della lettura: semmai è vero che, superati gli ostacoli di ordine pratico, risulta difficile guidarli nel cammino per diventare lettori.
Sapere scegliere
Da questo punto di vista, uno dei compiti più difficili per un insegnante è senza dubbio quello della scelta dei testi da proporre. In effetti, il mezzo più adatto per creare interesse e, poi, amore per la lettura passa proprio attraverso una scelta oculata e veramente motivante. I criteri che devono guidarla sono precisi
– l’insegnante deve, innanzitutto, partire dalla necessità di suscitare attraverso il testo che propone amore per la dimensione dell’immaginario e interesse per il linguaggio e lo stile. La scelta dei testi da leggere non deve quindi mai essere condizionata da riferimenti ad altre materie di studio né dalla trattazione di particolari tematiche (attualità, problemi morali ecc.); anzi, questi elementi possono anche essere presenti nei testi scelti, ma devono essere “rivestiti” da quel gusto del raccontare che rende affascinante la narrativa;
– il testo, sia per la lettura in classe sia per quella a casa, deve, all’inizio, essere uguale per tutti gli allievi. Ciò può sembrare riduttivo e limitante, ma è indispensabile che l’alunno assimili e interiorizzi quanto ha letto approfondendo il contenuto e mantenendone la memoria, e questo può essere ottenuto in modo proficuo solo attraverso la lettura di un testo comune e la discussione collettiva in classe;
– gli adolescenti e i preadolescenti devono essere motivati alla lettura sfruttando tutto ciò che è più vicino ai loro specifici interessi. Essi per lo più prediligono testi che rispondono ad alcune loro esigenze e, in primo luogo, al bisogno di identificazione e al gusto per l’avventura e per l’ignoto;
– l’alunno-lettore deve certamente affrontare diverse tipologie testuali, ma è indubbio che, almeno per i primi due anni di scuola media, deve imparare a conoscere soprattutto il testo narrativo. I testi più complessi e di minor impatto emotivo- quali ad esempio il testo espositivo e quello argomentativo- possono ben essere rimandati all’ultimo anno;
– all’interno della narrativa, poi, è opportuno che gli alunni imparino a conoscere e ad apprezzare diversi generi narrativi, rilevandone le caratteristiche strutturali attraverso l’analisi e il confronto. A questo proposito, si possono ipotizzare diversi percorsi di lettura: i testi che meglio si adattano a far maturare del gusto e le capacità di comprensione degli allievi sono le fiabe, i miti, i romanzi e i racconti verosimili per la prima media; il diario, l’autobiografia, le novelle, i romanzi e i racconti gialli, i racconti comici e i romanzi d’avventura per la seconda; infine per la terza, i racconti e le novelle dell’800 e del ‘900, i racconti e i romanzi di fantascienza e fantastici;
– con buona pace dei detrattori dell’importanza degli apparati didattici, gli alunni delle medie devono essere guidati a comprendere ciò che leggono. Nella scuola elementare, infatti, spesso non si ha tempo per dedicarsi alla lettura. Ora, poiché non è pensabile che si possa prendere gusto a un’attività che risulta ostica o incomprensibile, il percorso per diventare lettori passa inevitabilmente attraverso l’acquisizione della capacità di comprendere un testo in tutti i suoi aspetti. Anche da questo punto di vista è opportuno stabilire degli obiettivi graduali; a un lettore di prima media, ad esempio, si dovrà insegnare e richiedere la capacità di: a) rilevare gli elementi fondamentali di un testo (luogo, epoca, personaggi, avvenimenti salienti della trama); b) distinguere le diverse tecniche narrative e le caratteristiche strutturali dei generi più semplici; poi, a un lettore di seconda e di terza si richiederà la capacità di:
1) individuare le tematiche trattate e di comprendere il messaggio dell’autore;
2) riconoscere le scelte stilistico-espressive in rapporto ai contenuti;
3) cominciare a riflettere criticamente sul testo. Questi obiettivi didattici non devono ostacolare il piacere della lettura: è opportuno, quindi, proporre ai ragazzi testi corredati da esercitazioni purché, naturalmente, queste, dopo una parte analitica, siano finalizzate a una riflessione globale sul testo.
Le raccolte di racconti
Tra gli inconvenienti che più spesso compromettono e rendono difficile il conseguimento dell’obiettivo del lavoro di conquista dei giovani alla lettura, c’è indubbiamente l’inevitabile frammentazione a cui va incontro la lettura dei testi. Questo problema, intrinseco alla struttura dell’istituzione scolastica è, per forza di cose, più rilevante quando si sceglie di leggere un romanzo. Spesso, infatti, gli alunni non sono in grado di “trattenere” le informazioni relative a un testo lungo; la dilatazione dei tempi di lettura e la frammentazione della lettura stessa producano inevitabilmente difficoltà di comprensione, noia e spesso rifiuto del testo. Questa difficoltà, però, può essere evitata ricorrendo tutte le volte che è necessario, a raccolte di racconti. Il racconto, tra l’altro, presenta già di per sé caratteristiche che meglio si adattano alle capacità e al gusto dell’adolescente. I ragazzi, è noto, sono attirati da trame che presentano lo sviluppo completo di una vicenda in un numero ridotto di pagine e con un finale chiaro, aperto o chiuso che sia. Inoltre, sul piano della dialettica della lettura, è più facile affinare le abilità di lettura degli alunni su un testo non troppo ricco di situazioni e di personaggi e avviare utili confronti tra autori e generi diversi su trame brevi.
Così, sfruttando solo raccolte di racconti nei primi due anni della media- mentre il terzo anno e già parte del secondo devono essere utilizzati per “dilatare” il discorso al romanzo-è possibile strutturare un percorso di lettura che permetta di spaziare non solo fra diversi generi e autori, ma anche di offrire la possibilità di affrontare tematiche di particolare interesse per la formazione culturale dei ragazzi: per la prima media si possono far leggere fiabe, ad esempio, le Fiabe della tradizione italiana, Storie proprio così di Kipling, Attorno al fuoco di Brown, Le avventure di Pierino, Fatti e misfatti, Pierino non farne più! di Chiara; per la seconda classe Classico giallo, Vita in famiglia di Amurri, il Decamerone a cura di Chiara, Il gatto Lorenzino e altri racconti di Saviane; per la terza, infine, parallelamente alla lettura di romanzi si possono far leggere. É passata la guerra e altri racconti di Berto, Ora ti conto un fatto di Chiara, Il colombre e altri racconti di Buzzati, Ciàula e altre novelle di Pirandello.
Infine, è fondamentale far prendere sempre coscienza agli alunni del lavoro che stanno facendo, perché acquisiscano, in modo consapevole, una metodologia di lettura che deve divenire un elemento fondamentale del loro bagaglio culturale. A questo proposito è indispensabile, dopo aver impostato il lavoro in classe, che agli allievi venga assegnato, come compito a casa di verifica, la lettura, almeno bimensile, di un testo. Ciò serve sia per consolidare le tecniche acquisite sia per stimolare l’abitudine a leggere.
La scuola non deve abituare i ragazzi a relegare la lettura all’ora di narrativa ma deve insegnare loro a dedicare a un libro un po’ di tempo della loro giornata. Solo così potrà sperare di riuscire nel compito di formare dei lettori permanenti oltre che dei lettori consapevoli.