Parte del discorso che serve a collegare fra loro due parole o due proposizioni. La congiunzione esiste in tutte le lingue, anche se in forme diverse, ed è sempre invariabile. Nell’italiano, le uniche variazioni che subisce sono legate a ragioni eufoniche (‘ed’, ‘ad’ e ‘od’ davanti a parole che iniziano con la stessa vocale).
A seconda del rapporto che intercorre tra i termini (parole o proposizioni) collegati, le congiunzioni si dividono in coordinanti, quando il rapporto è paritario, e subordinanti, quando uno dei due termini dipende dall’altro.
Le congiunzioni coordinanti si dividono a loro volta in: copulative (‘e’, ‘né’, ‘anche’), disgiuntive (‘o’, ‘oppure’), avversative (‘ma’, ‘però’), dimostrative (‘cioè’, ‘infatti’), conclusive (‘dunque’, ‘perciò’), aggiuntive (‘inoltre’, ‘pure’), correlative (‘e… e’, ‘sia… sia’).
A seconda della proposizione subordinata che introducono, le congiunzioni subordinanti si dividono in: dichiarative (‘che’, ‘come’), temporali (‘quando’, ‘finché’), finali (‘perché’, ‘affinché’), causali (‘dato che’, ‘poiché’), concessive (‘benché’, ‘sebbene’), condizionali (‘se’, ‘purché’), modali (‘come’, ‘senza che’), consecutive (‘tanto… che’), interrogative indirette (‘come’, ‘quanto’), eccettuative (‘fuorché’, ‘tranne’).
In base alla forma, si hanno congiunzioni semplici (‘se’, ‘che’, ‘mentre’); composte, quando sono formate dall’unione di due o più parole (‘perché’: ‘per’ + ‘che’) e locuzioni congiuntivali, composte da più parole (‘anche se’, ‘dal momento che’).