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4 Febbraio 2022

Sintassi Marcata

La struttura fondamentale della frase semplice SVO si intreccia con la struttura comunicativa tema/rema: il tema è ciò di cui si sta parlando, il rema è ciò che si dice del tema. Di norma alla struttura tema/rema corrisponde la struttura sintattica SVO: il soggetto è tema, il sintagma verbale è rema.

–  [SNGianni] [SVlegge un libro]

–  [TEMAGianni] [REMAlegge un libro]

Ci sono però casi in cui non si rispetta quest’ordine di cose, esistono varie costruzioni alternative, per esempio la costruzione passiva serve a rendere tematico un elemento diverso dal soggetto della frase attiva.

–  [TEMALa situazione economica] [REMApreoccupa molti analisti]

–  [TEMAMolti analisti] [REMAsono preoccupati dalla situazione economica]

Di solito tema corrisponde a dato o noto, rema a nuovo; quest’articolazione però è consentita solo all’interno di un contesto, la risposta ad una domanda che la chiarifica o il testo precedente; ci sono anche casi in cui il tema, ciò di cui si parla, è elemento nuovo.

–  (Che cosa fa Gianni?)

[TEMAGianni] [REMAlegge un libro]

[DATOGianni] [NUOVOlegge un libro]

–  (Che cosa legge Gianni?)

[TEMAGianni] [REMAlegge un libro]

[DATOGianni legge] [NUOVOun libro]

–  (Che succede?)

[TEMAGianni] [REMAlegge un libro]

[NUOVOGianni legge un libro]

–  (Chi ha sentito Giorgio?)

[TEMAIo,] [REMAl’ho sentito]

[NUOVOIo,] [DATOl’ho sentito]

Per conservare la struttura comunicativa si usano anche ordini marcati, non usuali.

  1. A)         La dislocazione a sinistra

È la collocazione a sinistra di un costituente diverso dal soggetto unita a una ripresa pronominale in alcuni casi obbligatoria. Il costituente dislocato è il tema della frase e spesso anche il dato.

–  Gianni, non lo vedo mai

–  Il giornale, lo leggo tutti i giorni

Può essere dislocato l’oggetto diretto o indiretto o altri complementi (stato in luogo, compagnia, partitivo, predicativo del soggetto).

–  A tuo padre, (gli) ho già parlato

–  A me, (mi) piace la frutta

–  Di tua sorella, non (ne) so niente

–  A casa di Giorgio, non (ci) sono mai stato

–  Con Maria, Giorgio non (ci) vuole più stare

–  Di amici, non ne ho / *Di amici, non ho

–  Ricco, Mario non (lo) è più da tempo

Può essere dislocata anche un’intera frase sia in funzione di oggetto diretto sia in altra funzione, se all’infinito introdotta da una preposizione o da un complementatore.

–  Che non sarei venuto, lo sapevi benissimo

–  Di venire oggi, me l’avevi promesso

–  Di aver trucidato una mandria di agnellini, Gianni se ne / si è pentito

–  A scherzare, Gianni (ci) prova sempre

L’unico costituente che non può essere dislocato a sinistra è il soggetto, che non ne ha bisogno per diventare il tema. È un uso differente rispetto ad altre lingue come il francese:

–  Sa mère, elle est vieille

–  George, il veut pas y aller

In italiano sono possibili costruzioni come:

–  Sua sorella, quella sì che è furba

La ripresa pronominale è obbligatoria quando è dislocato l’oggetto diretto (si può evitare quando l’intonazione è enfatica e la funzione è contrastiva).

–  Questa rivista, la compra il nonno / *Questa rivista, compra il nonno

–  QUESTA RIVISTA, compra il nonno

Si ha una dislocazione a sinistra dell’oggetto diretto anche nell’atto di nascita dell’italiano, il placito capuano.

–  «Sao ko kelle terre, … trenta anni le possette parte Sancti Benedicti»

Anche una frase in funzione di oggetto diretto deve avere ripresa pronominale.

–  Che arrivavate oggi, non me l’aveva detto nessuno / *Che arrivavate oggi, non mi aveva detto nessuno

Anche con i partitivi la ripresa con NE è obbligatoria:

–  Di donne, ne ha conosciute tante / *Di donne, ha conosciute tante

negli altri casi è facoltativa e in quanto tale considerata ridondante, non ammissibile ai livelli più alti di scrittura perché marcata come colloquiale.

  1. B)         Il tema libero o sospeso

È la collocazione a sinistra di un costituente diverso dal soggetto, privo di preposizioni e ripreso obbligatoriamente da un pronome clitico o libero o da un sintagma nominale. Anche qui il costituente spostato è il tema, ma corrisponde spesso all’elemento nuovo.

–  Il dottor Kranz, nessuno gli affiderebbe un bambino / affiderebbe un bambino a lui / affiderebbe un bambino a quel pazzoide / *affiderebbe un bambino

–  Il dottor Kranz, ne hanno parlato bene / hanno parlato bene di lui / hanno parlato bene di quel furbacchione / *hanno parlato bene

Se l’elemento dislocato è oggetto diretto si distinguono dislocazione e tema libero se c’è ripresa con sintagma nominale.

–  Il dottor Kranz, nessuno può dimenticarlo / dimenticare quell’uomo generoso / *dimenticare

È uno degli anacoluti più usati nella letteratura italiana (vedi Boccaccio e Manzoni).

–  «Calandrino, se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima» (Boccacio, Decameron, VIII 6, 48)

–  «Noi altre monache, ci piace di sentir le storie per minuto» (Manzoni, I promessi sposi, IX)

Si tiene distinto dagli anacoluti che danno luogo ad agrammaticalità, poiché ha regole precise e può essere approvato dalla grammatica normativa.

  1. C)         La dislocazione a destra

È la collocazione a destra di un costituente tematico anticipato da un pronome clitico; in questo caso è sempre elemento dato.

–  La regalo a Giorgio, la mia sciarpa

–  Ci andiamo domani, dalla nonna

–  Gli parli subito però, a Maria

Dal punto di vista pragmatico, cioè dell’uso della lingua nella comunicazione, è un ripensamento, il locutore crede di non essere stato chiaro e precisa l’elemento che aveva lasciato solo espresso da un pronome clitico; per questa scarsa programmazione è un tratto popolare, non tipico di un registro sorvegliato. Proprio perché all’inizio lo si dà per scontato, l’elemento deve essere già presente nel contesto, a differenza della dislocazione a sinistra: si possono coordinare due dislocazioni a sinistra ma non una a destra e una a sinistra, poiché si ha un cambio di tema non compatibile con la differenza delle due strutture.

–  Il dolce, lo porto io e il vino, lo porti tu

–  *Il dolce, lo porto io e lo porti tu, il vino (La 1a frase pone un tema diverso dalla 2a)

–  *Lo porto io, il dolce e lo porti tu, il vino (La 1a frase presuppone un tema diverso dalla 2a)

  1. D)         Frasi scisse, pseudoscisse e presentative

La frase scissa è una proposizione introdotta dal verbo essere al quale segue il costituente spostato rispetto all’ordine normale; segue poi una pseudorelativa. La frase scissa sposta a sinistra l’elemento rematico e nuovo, mentre la pseudorelativa esprime il tema e il dato. Può essere spostato qualunque elemento della frase compreso il soggetto, qualunque sintagma nominale, preposizionale, aggettivale o avverbiale, o anche verbale; si può inserire nella frase copulare anche un’intera proposizione.

–  È Giorgio che mi ha telefonato

–  Sono le foto che vado a ritirare domani

–  È di tua sorella che dobbiamo parlare

–  È di Giorgio che riconosco la buona fede

–  Era ieri che doveva partire

–  È alto che Giorgio è diventato

–  È presidente che lo hanno eletto

–  È sparito che non può essere

–  È imbrogliando che si fanno soldi

–  È nuotare che mi piace molto

–  È che Maria esca con Giorgio che non mi va

Se l’elemento della frase copulare è sintagma nominale con funzione di soggetto, può anche essere seguito da un’infinitiva con l’introduttore A; in questo caso la flessione del verbo nel tempo è affidata al verbo essere (ma non è del tutto agrammaticale la flessione dell’infinito).

–  È stato Giorgio a telefonarmi

–  *Sono le foto a ritirare domani

–  È Giorgio ad avermi telefonato

La frase scissa non ammette mai ripresa pronominale nella pseudorelativa, tranne nel caso in cui nella frase scissa compaia un sintagma introdotto dalla preposizione A e nella pseudorelativa siano presenti uniti due pronomi clitici;

–  *Sono le foto che le vado a ritirare domani

–  *È di tua sorella che ne dobbiamo parlare

–  È a Giorgio che gliel’ho proposto

–  *È a Giorgio che gli ho proposto un accordo

se si usa l’oggetto preposizionale, struttura marcata in diatopia, si può avere ripresa pronominale.

–  È a me che non mi vogliono

La frase pseudoscissa è una proposizione in cui è presente prima il tema poi il rema, cioè prima la relativa poi la frase copulare; è una struttura che non modifica quella normale della comunicazione.

–  Che mi fa paura è la nebbia

–  Che non posso sopportare sono le arie che si dà

Un tipo particolare di frase scissa è quella con c’è presentativo, l’elemento nella frase copulare deve essere presente nel contesto extralinguistico (ma si danno anche usi allargati in cui ciò non è necessario).

–  C’è qualcuno che bussa alla porta

–  C’è Giorgio che ti vuole parlare

–  C’è mio cugino che non crede che sia possibile

Nota sui segni utilizzati

Ho premesso agli elenchi interni e paragrafi e sottoparagrafi il segno –       , agli esempi il segno – seguito da due spazi. Le frasi precedute da * sono agrammaticali, cioè sono riconosciute come mal formate da qualunque parlante nativo di italiano: una frase come A me mi piace la frutta è censurabile dalla norma ma non è agrammaticale, mentre *A io piace la frutta non verrebbe mai utilizzata da nessun parlante ed è agrammaticale.

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