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Il verbo è l’elemento fondamentale della frase, tanto che ad ogni verbo corrisponde una frase, ed ha una flessione più complessa detta coniugazione in quanto possiede genere, forma o diatesi, numero e persona. La coniugazione poi si articola in modi e tempi.
Il genere
Rispetto al genere i verbi si dividono in
-transitivi, se sono seguiti da un complemento oggetto (basta porsi la domanda chi? che cosa?) ad esempio mangiare (che cosa?) una mela;
-intransitivi, se non possono essere seguiti da un complemento oggetto, ad esempio andare, recarsi o dirigersi.
Non tutti i verbi sono transitivi o intransitivi in modo assoluto, molti possono essere usati ora come transitivi ora come intransitivi ad esempio il verbo cantare nella frase Canta con me è intransitivo, nella frase Cantiamo una canzone allegra è transitivo.
La forma o diatesi
La forma o diatesi indica l’atteggiamento del soggetto nei confronti dell’azione verbale e può essere
-attiva, se il soggetto compie direttamente l’azione, ad esempio Il temporale ha distrutto la capanna;
-passiva, se il soggetto subisce l’azione, ad esempio La capanna è stata distrutta dal temporale;
-media, quando l’azione, pur partendo dal soggetto, rimane nella sua sfera o ricade su di esso, ad esempio Il gelo invernale si sciolse. La forma media si identifica del tutto a quella passiva, tant’è che si può parlare di diatesi medio-passiva.
Il numero e la persona
Come nella lingua italiana, anche in latino ad ognuno dei due numeri, singolare e plurale, corrispondono tre persone per un totale di sei persone
SINGOLARE | PLURALE |
Io (prima persona)Tu (seconda persona)
Egli/ella/lui/lei/esso/essa(terza persona) |
Noi (prima persona)Voi (seconda persona)
Essi/esse/loro (terza persona) |
I modi
I modi indicano l’atteggiamento di chi parla rispetto all’azione verbale. Sono otto e si distinguono in
-modi finiti: indicativo, congiuntivo e imperativo, sono quelli che presentano una flessione articolata nelle sei persone;
-modi indefiniti: infinito, participio, gerundio, gerundivo e supino, sono quelli che non presentano l’articolazione nelle sei persone.
I tempi
Il tempo definisce l’azione verbale in rapporto al momento in cui svolge. Sono in tutto sei
-presente
-imperfetto
-futuro semplice
-perfetto (corrisponde al nostro passato remoto)
-piuccheperfetto (corrisponde al nostro trapassato)
-futuro anteriore
Come in italiano, anche in latino la distribuzione dei tempi all’interno dei modi non è omogenea: solo l’indicativo presenta tutti e sei i tempi, il congiuntivo ne ha quattro, l’infinito e il participio tre ciascuno e l’imperativo ne ha solo due. Il gerundio, il gerundivo e il supino sono privi di determinazione temporale.
L’aspetto
L’aspetto riguarda la durata dell’azione verbale che può essere:
-incompiuta, se l’azione è in corso di svolgimento, ad esempio Alessandro Magno combatteva una guerra in terre lontane;
-compiuta, se l’azione si è conclusa, ad esempio Cesare entrò a Roma con l’esercito;
-durativa, se l’azione viene considerata nella sua durata, ad esempio L’esercito di Cesare combatteva su più fronti;
-momentanea, se l’azione viene colta nel momento in cui si verifica, ad esempio Cesare arrivò per primo.
Nel verbo latino la nozione di aspetto ha finito per essere oscurata da quello di tempo.
Le coniugazioni
I verbi latini vengono raggruppati in quattro coniugazioni in base all’uscita dell’infinito presente:
USCITA | ESEMPIO | TRADUZIONE | |
prima coniugazione | –are | voc-are | chiamare |
seconda coniugazione | -ere (con la “e” lunga) | mon-ere | rimproverare |
terza coniugazione | -ere (con la “e” breve) | leg-ere | leggere |
quarta coniugazione | -ire | aud-ire | ascoltare |
Il paradigma
Se cerchiamo un verbo nel dizionario latino, troviamo il cosiddetto paradigma che presenta le forme fondamentali nel seguente ordine: presente indicativo (prima e seconda persona), perfetto indicativo (prima persona), supino e infinito presente.
Ad esempio il paradigma di vocare è voco (prima persona presente indicativo), vocas (seconda persona presente indicativo), vocavi (prima persona perfetto indicativo), vocatum (supino), vocare (infinito presente).
Il paradigma ci consente di ricavare i temi del presente, perfetto e supino.