Intorno al 1870 alcuni artisti, prevalentemente parigini e nati tra il 1832 e il 1841, decisero di fondare una “società” con l’intento di organizzare delle mostre libere, senza giuria e senza premi, in polemica con i salon ufficiali. La società riuscì ad organizzare otto mostre, dal 1874 al 1886, cui parteciparono diversi artisti in modo variabile. I principali esponenti furono Manet, Monet, Degas, Renoir, Pissarro, Sisley, Cézanne ed anche Morisot, Bazille, Cassat, Caillebotte, Fantin-Latour e altri. Il termine Impressionismo, assegnato con intento ironico, deriva da un quadro di Monet, Impression: soleil levant, esposto nel 1874.
Alle origini dell’Impressionismo, che si estende tra il 1867 e il 1880, ma che ha radici sin dai primi anni Sessanta, stanno motivazioni culturali e tecniche. Possiamo rintracciarne le premesse nei paesaggisti inglesi del XIX secolo, in Delacroix e nella Scuola di Barbizon (soprattutto in Millet), in Corot e nel Realismo di Courbet. Ma gli impressionisti sostituiscono alla resa descrittiva e minuziosa della realtà un’impressione mobile del fenomeno visibile. Per gli impressionisti non sono tanto importanti il disegno, la prospettiva o l’elaborazione in studio, alla luce artificiale, quanto l’apparire della realtà all’interno dell’atmosfera e i cambiamenti che si manifestano al variare di essa. Il soggetto delle opere è costruito dal colore e dalla luce, filtrati attraverso lo stato d’animo del pittore. E l’immersione nell’atmosfera è proprio ciò che determina la variazione dell’oggetto rappresentato (si pensi alla serie delle cattedrali di Monet; cinquanta opere dal 1889 al 1894).
Il colore viene steso sulla tela a brevi pennellate, accostate in modo che l’effetto finale si ricomponga a distanza nell’occhio di chi guarda. Frequentemente i colori scelti sono puri.
Due scoperte hanno influito profondamente sugli impressionisti: la scoperta della legge dei contrasti simultanei tra i colori di Chevreul e la fotografia. Quest’ultima aiutò a rendere piana la visione dei paesaggi, favorendo lo studio delle masse e dei colori ed influì anche nella scelta delle inquadrature e dei tagli da dare alle opere, così come nel ridimensionare il valore della prospettiva. Caratteristiche, queste, che furono rafforzare dall’influenza delle stampe giapponesi del XIX secolo, studiate ed apprezzate per la capacità di sintesi che dimostravano e per la perfezione nell’uso della linea e del colore.
Gli impressionisti sono accomunati anche dalla preferenza per una gamma di soggetti legati alla vita quotidiana, nei suoi aspetti privati e pubblici: ritratti, paesaggi, nature morte, scene familiari (delle loro famiglie e dei loro amici, di loro stessi), vita moderna (i caffè, i balletti, le corse). Tutti soggetti che rivelano una serenità ed una gioia di vivere caratteristiche della borghesia parigina. Tipico è anche l’interesse per l’acqua (marine, regate, laghi, inondazioni).
Una svolta importante avvenne nel 1863 grazie alla conoscenza delle opere di Manet Musica alle Tuileries e Déjeuner sur l’herbe (quest’ultima, rifiutata dal salon ufficiale ed esposta al Salon des Refusés, destò notevole scandalo). Edouard Manet (1832 – 1883) divenne presto una figura carismatica per il gruppo, pur non condividendone alcune scelte tecniche e non sentendosene parte. Ebbe una conoscenza approfondita della tradizione artistica ma, convinto della necessità di un suo rinnovamento, si dedicò ad una pittura diretta, priva di simboli, volta alla rielaborazione di temi classici in contesti moderni. Realizzò una stesura bidimensionale che aboliva la prospettiva, il chiaroscuro e le mezzetinte, costruendo l’immagine per campiture piatte, giustapposte, sottolineate da contorni ben definiti. Caratteristiche furono la priorità della figura umana sul paesaggio e una diversa concezione della luce, assai evidente nella qualità dei bianchi (Il balcone, 1868-69).
Altro momento importante per gli impressionisti fu il contatto con i pittori della Scuola di Barbizon, avvenuto a partire dal 1860 (da un punto di vista tecnico, l’idea di separare le pennellate in piccoli tocchi di colore puro risale, infatti, a Théodore Rousseau), grazie soprattutto a Sisley e a Monet.
Claude Monet (1840 – 1926) iniziò il suo percorso parigino dal 1859 studiando le opere di Courbet e Manet ed approfondendo lo studio della pittura all’aperto anche con soggiorni a Fontainebleau. Dal 1867 Monet si concentrò sul paesaggio marino e fluviale (ad Argenteuil, in Normandia) e nel 1883 si trasferì definitivamente a Giverny, dove costruì il giardino acquatico raffigurato nelle numerose tele dedicate al ponte giapponese e alle Ninfee.
Hilaire-Germain-Edgar de Gas, detto Degas (1838 – 1917), pur partecipando alle mostre degli impressionisti, per molti aspetti se ne dissociò: rifiutò la pittura en plein air e lo studio delle variazioni atmosferiche, ma lavorò in studio, basandosi su schizzi e foto, preferendo lo studio del movimento colto nell’istante. Fondamentali furono il carattere costruttivo della linea e la scelta dell’inquadratura. I soggetti preferiti furono i ritratti, le corse di cavalli, l’ambiente del teatro e dei café, il circo, le donne nell’intimità, le lavandaie. A causa di un progressivo peggioramento della vista, a partire dal 1898 smise quasi completamente di dipingere per dedicarsi alla scultura in bronzo.
Pierre-Auguste Renoir (1841 – 1919) iniziò a dipingere en plein air con Monet, Sisley e Bazille, soprattutto a Fontainebleau, dove conobbe Courbet. Renoir sviluppò un sempre maggior interesse per gli effetti atmosferici, l’acqua e i giochi di luce (Il Moulin de la Galette del 1876) e dipinse numerose scene di vita familiare (la moglie e i figli in particolare). Durante un viaggio in Italia nel 1881 rimase colpito da Raffaello e dagli affreschi pompeiani per la capacità di coniugare con naturalezza aderenza alla realtà e soggetti mitologici. Dal 1900 si trasferì in Provenza, dove elaborò l’inserimento di nudi femminili nel paesaggio (Le bagnanti, 1818-19).
Jacob Camille Pissarro (1830 – 1903) orientò la sua attenzione verso lo studio del suolo e della terra, tenendo sempre ben salde composizione ed esecuzione. In contatto con Cézanne, fu uno dei maestri di Paul Gauguin. Dal 1885 al 1890 si interessò al Pointillisme di Seurat e Signac. Alfred Sisley (1839 – 1899) si rivolse allo studio del cielo e dell’acqua. Berthe Morisot (1841 – 1895), pittrice di notevole talento, fu in stretto contatto soprattutto con Manet, dipinse prevalentemente figure femminili e maternità, ma anche paesaggi. Gustave Caillebotte (1848 – 1894) fu pittore interessante e al tempo stesso mecenate degli impressionisti.