Movimento artistico inglese fondato nel 1914 dal pittore Wyndam Lewis. Il termine «vorticista» è usato per la prima volta, all’inizio del 1914, da Ezra Pound, poi critico e collaboratore sulle pagine della rivista del movimento, «Blast», il cui primo numero esce nel luglio di quell’anno con esplicita direttiva: Blast years 1837 – to 1900 (Maledetti gli anni dal 1837 al 1900). Lewis, insieme agli altri dieci firmatari del manifesto vorticista, aspirano a liberare l’arte inglese dal retaggio opprimente del passato mediante la proposizione di un’arte conforme al «Mondo moderno» ma alternativa al futurismo, al cubismo e all’espressionismo.
Del futurismo, presentato a Londra nel 1912 alla Sackville Gallery, i vorticisti condividono lo spirito moderno e l’esaltazione della meccanica ma si distanziano da questo sul concetto e sulla resa pittorica del «movimento». «Là nel punto della concentrazione, si colloca il v», scrive Lewis associando al «vortice» le idee di «energia» e di «silenzio», concetti sostanziali per una pittura che preferirà la definizione dei contorni e della forma al continuum dinamico futurista.
Il tentativo di annessione dei vorticisti da parte di Marinetti, nel 1914, sarà comunque respinto.
Rispetto al cubismo, che aveva informato gli esordi di molti esponenti del gruppo, il v mira a un linguaggio piú astratto. Accanto a Lewis e a Pound, sono impegnati nella ricerca gli artisti Lawrence Atkinson, Jessica Dismorr, Henri Gaudier-Brzeska, Cuthbert Hamilton, William Roberts, Helen Saunders; marginalmente lo scrittore Richard Aldington e il fotografo Malcolm Arbuthnot. Ma artisti che non compaiono tra i firmatari del manifesto del 1914, tra i quali Jacob Epstein, scultore, e David Bomberg, che anzi rifiutò la pubblicazione delle sue opere su «Blast», presentano nelle loro ricerche caratteri analoghi a quelli del movimento inglese.
Nel giugno 1915 ha luogo alle Doré Galleries di Londra la prima esposizione pubblica del gruppo, cui segue a pochi mesi di distanza, l’uscita del secondo e ultimo numero di «Blast». Nel gennaio 1917 il collezionista americano John Quinn, che aveva acquistato, su consiglio di Pound, la maggior parte delle opere vorticiste, organizza una mostra al Penguin Club di New York.
Al termine del primo conflitto mondiale, che aveva inevitabilmente interrotto l’attività del v, venuto meno il clima sperimentale caratteristico della fase pre-bellica, il movimento viene meno.