Termine che, riferito all’ambito delle tecniche della pittura e del disegno, denota un trapasso luministico-cromatico reso con soluzioni di morbidezza e gradualità. L’effetto dato dallo sfumato è quello di un delicato passaggio chiaroscurale che attenua e smorza i contorni delle immagini. Già Cennino Cennini – autore del celebre Libro dell’arte (circa 1390), ricettario di straordinario valore storico-artistico che testimonia l’evoluzione della tradizione figurativa nella Toscana del Trecento – utilizzò il verbo “sfumare” o “sfummare” nei capitoli dedicati alle tecniche a fresco (capp. LXXVI, LXXVII), su tavola (cap. CXLV) e su tela (cap. CLXIV).
Il termine comparve con frequenza sempre maggiore nella letteratura artistica successiva, assumendo connotazioni differenziate e specificamente legate allo stile dei diversi artisti. Il principio dello sfumato divenne elemento peculiare del linguaggio di Leonardo da Vinci, che, superando i limiti del linearismo disegnativo di scuola fiorentina, indagò con attenzione scientifica gli infiniti stadi di trapasso dalla luce all’ombra. Alla raffinatezza espressiva raggiunta da Leonardo nella tecnica dello sfumato si deve la realizzazione di ritratti i cui protagonisti appaiono avvolti nel vibrante e impalpabile “divenire” della natura che li circonda.
L’artista ricordato dal Vasari come colui che “sfumò le sue pitture e dette una terribil movenza alle sue cose, per una certa oscurità di ombre bene intese” (Proemio alla terza parte delle “Vite”) fu Giorgione, che riprendendo la tradizione iconografica e stilistica veneta, approfondì il tema del paesaggio attraverso una tenue modulazione delle gradazioni luministico-cromatiche. In Raffaello, l’abilità nello sfumare composizioni a fresco e a olio assunse un carattere elegantemente classicistico e costituì un tratto di marcata differenziazione dalla maniera più prettamente linearistica di Michelangelo.
Il gusto barocco si distinse per un utilizzo dello sfumato come mezzo espressivo lirico e celebrativo: si pensi alle soluzioni formali evanescenti ed ispirate già presenti nell’arte pittorica d’inizio Seicento di Federico Barocci