Per circa un decennio dopo l’unificazione d’Italia, resteranno al Governo gli uomini della Destra, eredi di Cavour. Per distinguere i due schieramenti politici che si fronteggiano in Parlamento, si usano le definizioni rispettivamente di Destra Storica e Sinistra Storica.
I problemi a cui il governo della destra deve far fronte riguardano non solo il pagamento delle spese delle guerre per l’unificazione, ma anche la costruzione di nuove ed efficienti vie di comunicazione e il completamento dell’unità con l’annessione di Venezia e Roma.
Il territorio viene diviso in province e comuni, rispettivamente retti da prefetti e sindaci, entrambi di nomina regia.
Le sole spese del Ministero dei lavori pubblici aumentano del 125% in venti anni, e le spese del bilancio vengono assorbite dal debito pubblico, dall’amministrazione generale, dalle spese per l’esercito e la marina, dagli investimenti per la costruzione di ferrovie e altre vie di comunicazione, dall’edilizia scolastica, bonifiche, irrigazione, tutte spese che però interessano in particolar modo il Nord del Paese.
In effetti l’Italia, all’inizio degli anni sessanta dell’Ottocento, è ancora un Paese sottosviluppato: mancano quasi del tutto le ferrovie, e anche le strade non sono completamente efficienti, a tal punto che alcuni centri abitati sono costretti a rimanere isolati nei mesi più brutti e freddi dell’anno.
L’industria italiana non accenna a decollare, soprattutto a causa dell’imposizione della tariffa doganale piemontese, che porterà a una vera e propria inondazione di merci straniere sul mercato italiano, prodotte a prezzi notevolmente più bassi.
Ma c’è anche una gravosa situazione sociale a condizionare lo sviluppo del Paese: subito dopo l’Unità, l’ 80% della popolazione italiana risulta analfabeta, e nonostante l’introduzione della legge Casati, che obbliga la frequentazione scolastica per i primi due anni, a dieci anni dall’unificazione, ancora il 68% della popolazione è analfabeta.
L’arretratezza dell’agricoltura si riflette direttamente sulle condizioni di vita dei contadini, che rappresentano la massa della popolazione, e che sono costretti a vivere in uno stato di arretratezza davvero inconcepibile: sottoalimentazione, condizioni igienico-sanitarie pessime, relegati in case che a volte sono addirittura delle grotte, senza acqua corrente, luce e riscaldamento.
Questo malessere e l’imposizione di tasse sempre più gravose, come ad esempio quella sul macinato, che colpisce proprio le classi più povere, portano alla nascita di un movimento, il brigantaggio, soprattutto nelle campagne del sud: un fenomeno sociale di vaste proporzioni, rispetto al quale lo stato italiano risponde con la repressione armata.
La politica finanziaria della Destra Storica porterà comunque nelle casse dello Stato, capitali necessari per la soluzione di alcuni problemi. Il settore industriale resta comunque molto arretrato, a causa dell’importazione di merce dall’estero, che porterà, invece, un rafforzamento del settore del commercio.
Gran parte dei soldi recuperati saranno spessi per la costruzione di numerose opere pubbliche: ponti, strade, ferrovie, porti, scuole, acquedotti, fognature. Ma anche in questo caso, la costruzione di queste opere viene fatta con materiali provenienti dall’estero, quindi l’industria siderurgica e meccanica nazionale ne riceverà incentivi molto limitati.