Il Phylum degli artropodi costituisce il ramo più vasto del regno animale, con più di 700.000 specie descritte, ossia più dell’80 per cento delle specie conosciute: insetti, granchi, ragni, centopiedi, zecche sono artropodi, così come lo sono altre forme meno familiari e fossili.
Il corpo di un artropodo è diviso in segmenti come quello degli anellidi, ed è protetto da un involucro spesso e chitinoso a volte rinforzato con sali calcarei che lo rendono duro. Questo esoscheletro racchiude gli arti e il corpo come in un’armatura, anche se è dotato di numerose articolazioni flessibili che permettono all’animale di muoversi; artropo significa, infatti, «zampa articolata». Anche se il dermascheletro è una buona protezione per l’animale, presenta tuttavia alcuni inconvenienti: non cresce proporzionalmente allo sviluppo dell’animale, quindi viene periodicamente sostituito con un altro più grande grazie al fenomeno della metamorfosi: I’animale si trova di conseguenza in stato di vulnerabilità mentre la sua nuova corazza si sta indurendo. Gli arti degli artropodi primitivi probabilmente erano simili tra di loro e si sviluppavano in quasi tutti i segmenti del corpo; quelli attuali sono dotati di molte varietà di membra, destinato ad usi diversi. Non hanno mascellari nella loro bocca, ma i membri della testa si sono modificati fino a formarne dei succedanei; il mangiare è triturato prima di essere introdotto in bocca. Membri della parte frontale del corpo hanno subito evoluzioni e si sono trasformati in antenne ed organi sensoriali mentre la parte posteriore è spesso priva di arti. Insetti e crostacei possiedono occhi composti, diversi dai nostri: sono infatti formati da numerose piccole lenti; ogni lente manda un’immagine separata al cervello e gli animali vedono il suo contorno sotto forma di mosaico costruito da piccoli «pezzi di luce». L’acutezza dell’immagine dipende dal numero di lenti; le libellule , per esempio, per cui la vista è indispensabile alla sopravvivenza essendo l’unico mezzo a loro disposizione per procurarsi il cibo, posseggono migliaia di lenti nei loro occhi che consentono loro di scoprire con facilità anche le mosche più piccole. Gli artropodi derivano dagli anellidi, probabilmente da qualche varietà di policheto nella quale i lobuli che avevano setole si modificarono fino a formare zampe; questa mutazione si è verificata milioni di anni fa, ma ci sono ancora animali la cui attuale struttura testimonia i vari stadi evolutivi. Questi, il più conosciuto è il Peripatus, sembrano essere a metà strada tra gli anellidi e gli artropodi: hanno cuticole morbide, come i lombrichi anellidi, ma respirano per mezzo di tubi tracheali come la grande maggioranza degli artropodi. Inoltre posseggono delle zampe molli che si potrebbero paragonare a moncherini terminanti con brandelli di pelle ed è facile immaginare come queste zampette possano essersi sviluppate dai lobuli con setole dei lombrichi anellidi e, in seguito aver dato origine alle zampe articolate.
I Peripatus vivono generalmente nelle aree tropicali, ma alcuni abitano la regione dell’Asia australe: ne esistono circa 70 specie e tutte abitano in luoghi umidi, tra il fogliame caduto; sono considerati come una classe differenziata degli artropodi, infatti le altre più importanti sono i trilobiti , poi i crostacei, gli insetti, gli aracnidi, gli onicofori e i miriapodi a cui appartengono il centopiedi e il millepiedi.
Morfologia, Riproduzione e Distribuzione degli Artropodi
L’apparato circolatorio degli artropodi è di tipo lacunare, cioè il sangue parte dal cuore e attraverso un sistema arterioso in genere poco sviluppato, si spinge nelle lacune che si trovano tra gli organi. La circolazione periferica, più sviluppata nei Branchiati, si riduce nei Tracheati.
Dalla periferia, il sangue torna al cuore, passando attraverso il seno pericardico; il cuore possiede delle aperture laterali, dette ostii, attraverso le quali il sangue viene aspirato con movimenti contrattili attivi. Il sangue può possedere in alcuni casi emoglobina non localizzata nei globuli rossi, oppure emocianina. Il meccanismo della respirazione varia negli Artropodi, a seconda dell’ambiente nel quale vivono. Le forme di taglia più piccola, hanno quasi sempre una respirazione cutanea. l Crostacei, che vivono in ambiente acquatico, respirano per mezzo delle branchie, espansioni laminari in rapporto con gli arti toracici. Gli Artropodi terrestri effettuano una respirazione aerea, per mezzo di polmoni o di trachee.
Negli Artropodi la riproduzione è esclusivamente sessuale; le gonadi, sia maschili che femminili, derivano dal celoma. Allo stadio larvale e in alcune forme primitive, esse conservano la disposizione metamerica delle vescicole celomatiche, ma generalmente gli elementi primitivi sono addensati in un unico ammasso. L’orifizio genitale si trova nella porzione posteriore del corpo degli insetti e dei Chilopodi, nei Decapodi è collocato in uno dei primi segmenti, nei Chelicerati è al limite tra prosoma e opistosoma, nei Crostacei si trova tra il torace e l’addome. Per quanto riguarda il ciclo biologico il discorso si richiama a quello della riproduzione: infatti, negli insetti, i sessi sono separati, mostrando essi un dimorfismo sessuale fin dallo stadio larvale. Tra i Crostacei esistono invece forme ermafrodite e in altri Artropodi si riscontrano forme partenogenetiche. La partenogenesi può essere facoltativa, come tra gli lmenotteri, ciclica, come tra gli Afidi, pedogenetica, quando una larva genera altre larve per via partenogenetica, come avviene tra alcuni Ditteri. La maggior parte degli Artropodi sono ovipari, si conosce solo qualche Insetto viviparo. Le uova sono grandi e di tipo centrolecitico, cioè con il materiale nutritizio posto al centro, e le larve sono molto diverse nei vari gruppi per dimensioni e aspetto. Successivamente la larva passa allo stadio di adulto, a volte subendo variazioni brusche e profonde, a volte gradualmente, mediante una successione di mute. Questo processo si chiama metamorfosi. La durata della vita larvale è varia. Generalmente la metamorfosi avviene sotto il controllo diretto di un ormone secreto dai corpora allata, ghiandole endocrine ai lati dell’esofago. Come già detto precedentemente, gli artropodi sono diffusi in ogni ambiente. Gli Onicofori sono i terrestri e vivono nei luoghi umidi dell’Africa e dell’Asia. Anche i Tardigradi, che sono cosmopoliti, amano i luoghi umidi, ma resistono anche in condizioni di siccità. I Linguatulidi sono parassiti di Vertebrati. I Crostacei sono per la maggior parte acquatici, vivono sia in acqua salata che in acqua dolce, raggiungendo come profondità massima i 5.000 m circa. Solo alcune forme sono terrestri. Si osservano nella classe dei Crostacei, esempi di simbiosi. Casi di simbiosi, nonché di parassitismo e di commensalismo, sono assai frequenti negli Insetti. Questi Artropodi sono tipicamente adattati alla vita aerea; tuttavia, esistono forme che vivono in ambiente acquatico, prevalentemente di acqua dolce, o durante tutto il corso della loro vita o allo stadio larvale. Tra gli Insetti vi sono specie con spiccata tendenza alla vita sociale. l Miriapodi sono terrestri. Gli Aracnidi sono soprattutto terrestri, ma vi sono anche forme marine; conducono vita libera o parassitaria.