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Imparare a leggere sempre meglio, cioè consolidare e raffinare progressivamente la capacità di comprendere un testo scritto, è una finalità centrale non solo nello studio dell’italiano ma in quello di tutte le materie, a tutti i livelli del curriculum scolastico. É la fascia scolare in cui l’attività di lettura consiste nel fondare e nell’esercitare le tecniche adeguate a decodificare testi diversi, secondo esigenze comunicative diverse è, come è ovvio, il biennio.
In questo senso, particolare importanza assume nel biennio l’educazione alla lettura finalizzata all’apprendimento di un testo e, quindi, di una disciplina. Dato che nella scuola e fuori della scuola è necessario inserire nell’elaborazione di un piano didattico veramente completo e attento anche alle necessità “pratiche” degli allievi alcune attività specifiche, mirate ad insegnare questo tipo di lettura chiamata di apprendimento o anche di assimilazione o analitica, oppure lettura-studio.
Nella realtà scolastica, spesso è solo nelle ore di italiano che si impara a leggere, mentre la situazione ottimale si verificherebbe se in una classe tutti gli insegnanti perseguissero un obiettivo comune e contribuissero, ognuno per la propria materia, a dare gli strumenti adatti ad una comprensione dei manuali di studio. Ma anche quando esiste una buona collaborazione tra colleghi, in una attività di questo genere l’insegnante di italiano ricopre senza dubbio un ruolo centrale, almeno per due motivi: da una parte ha gli strumenti e gli spazi per insegnare un metodo generale di lettura di apprendimento applicabile a tutti i testi; dall’altra può guidare gli allievi a leggere i manuali di studio delle diverse materie secondo il metodo di analisi che essi hanno acquisito, o stanno acquisendo, nella trattazione dei tipi testuali.
Per apprendere un metodo generale
Indipendentemente dal fatto che l’insegnante di italiano lavori da solo o con i colleghi, un utile punto di partenza per avviare il discorso sulla lettura finalizzata allo studio di una materia consiste nell’informare gli allievi che esistono dei meccanismi mentali tipici della lettura-studio che vengono applicati spontaneamente da chi è abituato a studiare, ma che non sono affatto scontati nello studente medio che arriva al biennio.
Gli inevitabili insuccessi a cui porta una lettura-studio superficiale come questa costituiscono, di solito, lo stimolo decisivo che spinge lo studente a desiderare di conoscere e di esercitare queste strategie. L’insegnante, approfittando della necessità pratica degli allievi e della motivazione che essa crea, può così cominciare a rendere esplicite alla classe alcune tecniche, semplici e forse ovvie per chi le applica automaticamente, ma decisive per migliorare le prestazioni scolastiche di tutti gli studenti e, specialmente, dei più deboli.
La prima cosa da fare è prendere spunto da alcune considerazioni preliminari, che devono essere chiare agli allievi:
il fine è quello di imparare a costruire un proprio modo di studiare, che non può essere uguale a quello di nessun altro. In pratica, l’alunno deve essere consapevole che le indicazioni ricevute dall’insegnante costituiscono solo in parte la soluzione ai suoi problemi, perché sta soprattutto a lui elaborare e raffinare progressivamente il suo modo di studiare. Per questo l’insegnante può consigliare ad ognuno di porsi domande di questo tipo: «Dove studio meglio? Quando studio meglio? Studio meglio con un amico o da solo? Mi è sufficiente un lavoro di lettura silenziosa o è necessario che, almeno all’inizio, ripeta ad alta voce? Ho memoria visiva? ecc.». Naturalmente una risposta definitiva a queste domande potrà essere data solo dopo che ognuno abbia sperimentato, nel corso di alcune settimane, modi diversi di studiare;
la lettura di apprendimento è un tipo di lettura particolare, il cui scopo è quello di comprendere il testo, di ricordarlo e di essere in grado di rielaborarlo in maniera personale. Non basta dunque leggere il testo e pensare di averlo capito: bisogna controllare che l’acquisizione delle informazioni sia esatta e completa, memorizzarle, essere in grado di ragionare su quello che si è imparato ed, eventualmente, saperlo esporre in una forma adeguata;
esistono delle tecniche di memorizzazione, il cui utilizzo facilita lo studio. L’insegnante può presentarne alcune a mo’ di esemplificazione – gli esercizi di memorizzazione divertono e interessano sempre la classe – ma, soprattutto, ne dimostrerà l’utilità nella fase successiva del lavoro, applicandole ai testi reali che gli allievi studieranno; ogni volta che si studia è necessario tenere conto di come saranno utilizzate le informazioni apprese: richiedono infatti strategie di lettura diverse i testi di cui si deve saper ripetere il contenuto (ad esempio, i manuali di storia, di geografia, di scienza naturali) e i testi contenenti delle informazioni o delle regole che devono essere applicate per svolgere esercizi o risolvere problemi (ad esempio, le grammatiche di lingue antiche e moderne, i testi di matematica, di fisica, di chimica); è molto conveniente considerare anche le caratteristiche dei vari insegnanti e privilegiare, nello studio, gli aspetti che ognuno di essi ritiene centrali durante l’interrogazione (l’approfondimento personale di alcuni argomenti, la capacità di collegare fatti o fenomeni, l’impiego di una terminologia adeguata ecc.).
Fatto questo, è necessario passare alla presentazione di alcune tecniche e strategie tipiche della lettura-studio, che gli alunni applicheranno sui loro manuali, prima con l’aiuto dell’insegnante (o, se è possibile, degli insegnanti delle varie materie) e poi autonomamente. Per dare di questa fase del lavoro un’illustrazione concreta, tratta dall’esperienza scolastica, riportiamo qui di seguito una “guida alla lettura-studio” che è stata redatta con la collaborazione degli alunni di una prima superiore e che offre utili indicazioni da applicare prima, durante e dopo la lettura del testo. Come è ovvio, il valore di tale prodotto non sta tanto nel rigore scientifico con cui è stato costruito, quando nell’utilità pratica e nel fatto che gli alunni hanno partecipato attivamente all’elaborazione.
La lettura di apprendimento e i tipi testuali
Naturalmente le indicazioni di metodo che si sono descritte vanno, volta per volta, adeguate alle reali capacità dei singoli alunni. Alcuni, infatti, trovano difficoltà nel comprendere la strutturazione logica dei testi, nel distinguere i concetti principali dai concetti secondari e, di conseguenza, non sono in grado di apprendere consapevolmente i contenuti. Un ulteriore aiuto può giungere, allora, nell’individuazione del tipo testuale a cui appartiene il testo da studiare. Infatti, se l’alunno ha imparato ad analizzare, attraverso la lettura di testi-modello, le particolari caratteristiche strutturali e linguistiche di una descrizione, di un testo argomentativo o espositivo, le potrà applicare anche ai testi di studio, con una ricaduta senz’altro positiva sulle sue abilità di apprendimento.
Prima della lettura
Chiarire l’argomento di cui tratta il testo, puntando l’attenzione sul titolo che solitamente, nei manuali scolastici, dà delle notizie precise sul contenuto, mentre in altri tipi di testo- ad esempio i giornali- può non centrare l’argomento o addirittura essere fuorviante.
Attivare le mappe mentali generali tipiche della disciplina che si sta affrontando. Per la storia, ad esempio, ricordare che l’elemento portante è la dimensione temporale; per la fisica, il metodo sperimentale e deduttivo; per la letteratura i rapporti fra autore, testo e contesto ecc. E scegliere, tra le strutture ordinatrici dell’informazione, quella più adatta all’argomento specifico che si ha di fronte.
Se si studia un capitolo di storia dedicato a un popolo dell’antichità ci si dovrà aspettare, grosso modo, una ripartizione delle informazioni di questo genere:
1) luoghi e tempi;
2) organizzazione dello Stato;
3) rapporti con altri popoli;
4) vita economica;
5) vita cultural.
Se invece il testo presenta un fatto storico ben definito, come può essere, ad esempio, la guerra del Peloponneso, molto facilmente la sua organizzazione logica avrà questa struttura:
1) situazione pre-bellica degli Stati o delle città coinvolte;
2) cause remote e occasionali del conflitto;
3) svolgimento dei fatti (diviso spesso in anni di guerra);
4) conseguenze del conflitto nella politica interna ed estera delle parti in gioco.
Durante la lettura
Eseguire una prima lettura orientativa, durante la quale si segnano anche tutti i termini e i riferimenti sconosciuti, di cui si chiarisce il significato con l’aiuto di dizionari ed enciclopedie.
Eseguire una seconda lettura più approfondita per capire l’organizzazione logica del testo e i legami che uniscono i vari blocchi testuali, scrivendo, a lato di ognuno di questi, dei titoletti riassuntivi che ne contengano l’idea principale (anche se il testo prevede già dei titoletti a margine, è utile farne di propri, perché si ricordano meglio); oppure sottolineare le parole più importanti e schematizzare con dei numeri, delle lettere o dei simboli la struttura del testo.
Mentre si legge, richiamare alla memoria tutte le conoscenze che già si possiedono sull’argomento (non solo le informazioni acquisite nello studio dei capitoli o paragrafi precedenti, ma anche tutto quello che si è appreso in momenti estranei alla vita scolastica, ad esempio, durante un viaggio o una vacanza, guardando un film, conversando ecc.) e “agganciare” le informazioni nuove a quelle che si conoscono già, perché, in questo modo, è più facile ricordarle.
Non trascurare le raffigurazioni grafiche e iconografiche presenti e cercare di collegare a ognuna di queste la parte di testo a cui si riferiscono o di capire se danno informazioni nuove, non presenti nel testo.
Dopo la lettura
Con il libro chiuso, cercare di ripetere ad alta voce- o meglio, di scrivere su un foglio- i titoletti riassuntivi dei vari blocchi testuali, nell’ordine in cui sono nel testo.
A ogni titoletto cercare di “agganciare” le informazioni secondarie (anche qui è meglio scrivere delle parole-chiave riassuntive) e di memorizzarle, servendosi quando è possibile, delle varie tecniche di memorizzazione;
Provare a ripetere ad alta voce il contenuto del testo, seguendo come scaletta “mentale” i titoletti e andando a ricercare sul libro le parole adatte qualora si abbiano difficoltà di esposizione.
Soprattutto quando si ripassa e ci si prepara a interrogazioni generali, cercare di ripetere le informazioni apprese secondo percorsi alternativi a quelli proposti dal libro di testo. Ripassando la geografia degli Stati europei si può provare, ad esempio, a elaborare un discorso trasversale che confronti le diverse situazioni da un punto di vista particolare: le attività economiche, la vita religiosa ecc. Sarà così possibile anche verificare la capacità di rielaborare personalmente quello che si è imparato.