Aumento di intensità di suono conferito a una vocale nella pronuncia di una parola; a tale intensità, detta accento tonico (o primario), può corrispondere nella lingua scritta un segno, detto accento grafico, che diventa ortografico quando è richiesto dalle regole grammaticali di una lingua. In alcune lingue, come il finnico, il polacco o il persiano, l’accento tonico è fisso, cioè cade sempre sulla stessa sillaba; in altre è mobile (o libero). In italiano può cadere sull’ultima sillaba (parole ‘tronche’), più spesso sulla penultima (‘piane’), talvolta sulla terzultima (‘sdrucciole’) o quartultima (‘bisdrucciole’), raramente sulla quintultima (‘trisdrucciole’).
Alcune parole – in particolare quelle composte – portano anche uno o più accenti secondari, come è il caso di ‘pòrtacénere’, con accento primario sulla terza sillaba e secondario sulla prima.
Sono poche le lingue che non fanno uso di accento grafico (ad esempio l’inglese e il russo), ma non sempre questo corrisponde all’accento tonico: il francese, ad esempio, distingue sempre graficamente, anche all’interno di sillabe che non portano l’accento tonico, tra e aperta (è, con accento grave) ed e chiusa (é, con accento acuto). L’italiano considera due tipi di accento, che di solito viene riportato graficamente soltanto quando cade sull’ultima sillaba: grave, cui corrisponde un suono aperto delle vocali e, o (è, ò); e acuto, cui corrisponde un suono chiuso delle stesse vocali (é, ó). Per convenzione, le vocali a, u, i, che non possono articolarsi in suoni aperti e chiusi, si scrivono in fine di parola sempre con l’accento grave. Per i monosillabi, l’accento grafico è necessario solo in alcuni casi, ad esempio in ‘sì’, ‘giù’, ‘là’ (avverbio), ma non in ‘su’, ‘la’ (articolo). Un tempo era usato in italiano anche l’accento circonflesso per indicare il suono di una i prolungata (î).
Non bisogna confondere l’accento con altri segni diacritici come la tilde (ã, ñ, õ ), la dieresi o Umlaut (ü, ö) e la cediglia (ç), che modificano il valore fonetico di una consonante o di una vocale.