Indice
Tacito è uno storico che vive sotto i Flavi. Nasce in Gallia, studia retorica a Roma, infatti è in contatto con molti personaggi importanti.
L’Agricola
Nella prefazione Tacito tesse le lodi della nuova epoca inaugurata da Nerva e da Traiano dopo quella di Domiziano.
A questo punto comincia la biografia di Agricola, in un’ordinata esposizione in ordine cronologico dlele vicende del protagonista. Le tappe dlela vita di Agricola sono scandite dalla presentazione delle virtù, che fanno di lui un personaggio eroico.
Particolare importanza viene data alle vittoriose campagne militari di Agricola in Germania. Molto breve, invece, è la trattazione riservata agli ultimi nove anni di vita di Agricola, proprio perché Tacito vuole sottolineare come egli sia stato costretto a ritirarsi a vita privata a causa della gelosia di Domiziano.
L’intera monografia è quindi un inno di lode ad Agricola, non solo per le sue virtù ma anche per i suoi atteggiamenti nei confronti di Domiziano: egli è il prototipo del servitore fedele anche sotto cattivi principi.
Secondo il punto di vista di Tacito, la lotta contro il principato non ha alcuna possibilità di successo.
Lo stile è magniloquente negli elogi di Agricola, ma presenta una grande varietà di toni a seconda delle situazioni descritte. Evidente è l’influenza dello stile di Sallustio.
La Germania
Tacito non conosce la Germania e per scrivere la sua opera si avvale di fonti scritte e orali; le fonti scritte sono prese da un’opera di Plinio, quelle orali dai racconti dei mercanti o militari.
L’opera è divisa in due parti. Nella prima parte Tacito concetra l’attenzione sulla religione, sulla cultura e sulla geografia; nella seconda parte illustra l’organizzazione del mondo germanico. È un opera abbastanza breve.
Traiano vuole consolidare le difese contro la Germania, perché ha capito che sarà un popolo pericoloso per Roma; ecco perché Tacito ha interesse per la Germania.
Nella sua opera egli mette in contrapposizione la civiltà germanica e quella romana: la Germania è una civiltà sana, vergine, al contrario di Roma che è corrotta; per questo è un popolo che deve essere domato per non avere problemi.
Historiae
Nelle Historiae viene usato il metodo annalistico. Si sofferma su avvenimenti accaduti dal 69 al 96, dalla scomparsa di Nerone all’eliminazione di Domiziano, quindi la caduta della dinastia flavia.
Tutto inizia dal capodanno del 69, giorno in cui Galba sceglie Pisone come suo successore, un giovane senza esperienza. I soldati non lo accettano e scelgono Otone.
Nel Nord Europa era stato eletto Vitellio; in Oriente viene nominato Vespasiano.
Tacito ascoltò testimoni oculari degli eventi, ed egli stesso, anche se molto giovane, assistette agli eventi. Il 69 fu un anno di piena anarchia.
Nello scontro tra Vitellio e Vespasiano ne esce vincitore Vespasiano. Si spezza la catena di successione di padre in figlio. Il potere è nelle mani dei soldati.
Annales
Negli Annales Tacito torna indietro nel tempo: non parla di Nerva e Traiano, secondo l’ordine cronologico, ma torna all’inizio del principato, alla fine della dinastia Giulia, ad Augusto, fondatore dell’impero.
Tacito è un repubblicano, ma è comunque convinto che indietro non si può tornare; critica i suicidi per la libertà: sono gesti nocivi per se stessi e per gli altri che non portano a niente. Il periodo trattato va da Augusto a Nerone. Principato e libertà, secondo Tacito, sono inconciliabili.
I problemi sono cominciati con Augusto; Augusto, formalmente da libertà, ma il potere è tutto nelle sue mani. Comincia quindi a meditare sull’impero.
Con Augusto c’e’ ancora l’ereditarietà della carica, e questa è una cosa negativa perché porta al potere uomini incapaci o superbi come Nerone e Caligola, e a stragi familiari pur di arrivare al potere.
Dialogus De Oratoribus
è incentrato sulle causa della decadenza dell’oratoria a Roma. Tacito non espone direttamente il proprio punto di vista, ma riporta un dialogo tra un tragediografo e tre oratori al quale aveva assistito da giovane.
All’interno dell’opera si riscontra un realistico pessimismo nei confronti del principato. La repubblica cadde proprio a causa dell’eccessiva libertà; il nuovo regime, quindi, offre un ristabilimento dell’ordine, della sicurezza, della pace. Un ritorno indietro è decisamente impensabile.
L’avvento del principato aveva avuto come prima conseguenza la fine del dibattito politico e della lotta fra le fazioni, che fino ad allora avevano alimentato l’eloquenza romana; le doti degli oratori dovettero, quindi, cimentarsi in altri campi.
Per quanto riguarda lo stile, la scelta del dialogo conferisce vivacità ai personaggi e ai loro discorsi. L’atteggiamento stilistico usato nell’opera retorica è molto diversa dalla restante produzione storica.