I sinonimi sono quei termini che hanno lo stesso significato o quasi sintomo che la lingua è in grado di esprimere diverse sfumature di significati. Un esempio è la parola abito che può significare sia qualcosa da indossare che il verbo oppure l’aspetto esteriore di qualcuno. Oppure la parola bugia che indica un’affermazione contraria alla verità oppure falsità di azioni non rispondenti al vero in senso assoluto.
Le parole possono essere legate tra loro anche per inclusione: in questo caso si formano coppie di iperonimi e iponimi. L’iperonimo indica una parola di significato più ampio e generale (es. animale, pianta), l’iponimo ha significato più ristretto e particolare (es. cane, abete). Ovviamente un iperonimo può includere anche molti iponimi (ad esempio animale comprende vertebrato, mammifero, carnivoro, felino, gatto, siamese).
Esistono, inoltre, delle sinonimie particolari quali i sinonimi perifrastici costituiti da giri di parole (es. la capitale d’Italia) o regionalistici come babbo per indicare papà. Attualmente possono dirsi sinonimi anche alcune parole provenienti da altre lingue come volley per indicare la pallavolo o alcuni termini usanti in differenti momenti storici o appartenenti a registri diversi es.: destriero, cavallo. Alcuni sinonimi sono detti eufemistici perché tendono ad attenuare la crudezza di un’espressione es.: passare a miglior vita, morire.
I contrari o antonimi sono due parole dal significato opposto es.: ricco/povero. Talvolta il contrario si forma anteponendo semplicemente l’avverbio non. I contrari sono anche graduabili ammettendo il comparativo ed il superlativo. I contrari possono dividersi in tre gruppi: reciproci che vivono in funzione dell’esistenza del loro contrario es.: comprare/vendere; incompatibili che non possono essere vere contemporaneamente es.: buono/cattivo; disgiunti cioè i contrari per antonomasia: celibe/sposato.
La tautologia si realizza quando si ripete lo stesso concetto es.:caratteristica tipica, dove caratteristica già indica la tipicità di qualcosa.
Possiamo ricordare anche altri due fenomeni quali il pleonasmo ovvero una parola che risulta superflua sia dal punto di vista concettuale che grammaticale es. tornò a casa sua con la sua macchina; la ridondanza, invece, si verifica quando sussiste un eccesso di termini che non aggiungono nulla alla frase.