I dati cronologici sul poeta greco Nicandro sono contrastanti e poco si sa della sua vita: originario di Colofone e vissuto tra il III e il II sec. a.C., fu autore di due poemi didascalici, pervenuti quasi integralmente, di argomento piuttosto bizzarro: il primo, Theriaka, (= Animali velenosi) in 958 esametri ha per argomento i morsi e le punture di animali e insetti velenosi, e i relativi rimedi per contrastarne gli effetti; il secondo, Alexipharmaka (= I contravveleni), tratta, in 630 esametri, dei veleni conosciuti nel mondo animale, vegetale e minerale e si sofferma sui relativi antidoti.
Le due opere sono contraddistinte dal gusto per una realtà difficile e misconosciuta, piena di rischi per l’uomo, e dalla curiosità per un mondo, per certi versi leggendario. Nicandro unisce all’osservazione della realtà notizie attinte dalla tradizione, servendosi di uno stile epico, pieno di termini dotti e rari, spesso contorto. Di questo poeta esistono anche frammenti che trattano di problemi meteorologici, di agricoltura e di apicoltura. Fu autore di un trattato, Georgiche, che ispirò, nell’argomento e nel titolo, l’opera virgiliana, e di alcune Metamorfosi, che suggerirono al latino Ovidio materia per il suo omonimo scritto.