I pinnipedi rappresentano un ordine di mammiferi acquatici che, per le notevoli affinità con l’ordine dei carnivori, sono talvolta considerati un sottordine di questi ultimi: sono animali provvisti di una membrana assai larga tra le dita, da cui sporgono solamente le unghie. Hanno le zampe posteriori rivolte all’indietro, che servono anche da organi natatori, mentre il corpo ha forma generalmente affusolata ed è ricoperto da peli simili a setole. Sotto la pelle hanno uno strato di grasso molto spesso, utile per il nuoto sulla superficie dell’acqua, in quanto contribuisce a ridurre il peso specifico del corpo; inoltre, poiché questi animali vivono prevalentemente in ambienti freddi, serve a riparare meglio dalle avversità atmosferiche. La testa, senza padiglioni auricolari, è piuttosto piccola e tondeggiante: tuttavia il cervello è voluminoso e i Pinnipedi manifestano una grande facilità di apprendimento anche se non si può certo parlare di «intelligenza».
L’ordine dei Pinnipedi è suddiviso in tre classi, foche, otarie e trichechi, diffuse nei mari e talvolta nei grandi laghi, con aspetto e abitudini piuttosto variabili. Le foche hanno il corpo fusiforme di colore grigio-acciaio lucente, e una semplice piega cutanea ricopre le aperture delle orecchie, prive di padiglioni, quando devono immergersi sott’acqua. Gli arti, molto brevi, sono a forma di pinne a paletta, e il grasso che avvolge il loro corpo serve anche come riserva alimentare nei periodi di digiuno prolungati; le foche si muovono goffamente sulla terraferma, ma sono agilissime nuotatrici in acqua, dove riescono anche a immergersi per diversi metri e restare fino a dieci minuti senza respirare. Vivono in branchi numerosi e si nutrono di pesci e altri animali marini: si riproducono sulla terraferma, generando di solito uno o due piccoli. L’area di questi animali è ampia, essendo presenti nell’oceano Atlantico, nel Pacifico, nel Mediterraneo e nel mare di California; in Italia vive la foca monaca, le cui dimensioni possono raggiungere i tre metri di lunghezza. Esistono anche varietà lacustri nel Caspio e sul lago Baikal. L’indole di questi animali, molto pacifica e socievole, li rende facilmente addomesticabili, ed è piuttosto comune vederli nei circhi a compiere numeri acrobatici; sono però anche oggetto di caccia spietata da parte dell’uomo, per poter ricavare la pelliccia e la pelle, molto ricercate e impiegate in pellicceria e pelletteria, il grasso, l’olio. Presso le popolazioni eschimesi si fa largo uso anche della carne, consumabile fresca o essiccata sotto sale.
La seconda classe è quella delle otarie, meno adatte delle foche alla vita acquatica: presentano un orecchio esterno rudimentale, da cui il nome otaria, che in greco assume il significato di piccolo orecchio. I maschi hanno un corpo di dimensioni molto maggiori di quello delle femmine, con il labbro superiore fornito di vibrisse , analoghe a quelle dei gatti, di lunghezza notevole: sono stati osservati esemplari con vibrisse di 50 cm. Anche le otarie vivono in branchi, nutrendosi di pesci e uccelli acquatici, e se ne conoscono oltre venti specie diverse; sono anche chiamate leoni di mare, sono intelligenti e imparano ogni sorta di giochi. L’area di diffusione di questi animali comprende, ora, soltanto la California, la Patagonia e il mare di Bering, mentre un tempo era più estesa: la causa è da ricercare nella caccia indiscriminata esercitata negli ultimi cento anni dall’uomo.
Rimangono da annoverare i trichechi, dalla mole grande e massiccia, considerati i giganti dell’ordine dei Pinnipedi: il maschio adulto può essere lungo oltre 5 metri e pesare 15 quintali. Le vibrisse sono molto numerose e servono a filtrare il fango durante la ricerca del cibo; la nota saliente è però il notevole sviluppo dei denti canini superiori, del peso medio di 3 kg e lunghi ben 60-70 cm. La pelliccia che ricopre il corpo manca durante l’inverno, quando l’animale vive sempre immerso nell’acqua; anche i trichechi sono animali cacciati con ferocia, per gli stessi motivi delle otarie e delle foche e perché le zanne sono costituite da discreto avorio. Comunque i trichechi sanno difendersi con energia dagli attacchi e, se molestati, cercano di rompere il fondo delle barche a colpi di zanne: sono diffusi nel mare Artico, nel Pacifico settentrionale e nell’Atlantico centro settentrionale.