Agnès di Francia, figlia di Luigi VII, ha appena nove anni quando si imbarca per Costantinopoli dove diventerà Anna di Bisanzio. L’articolo ripercorre brevemente la storia di Anna, dalle nozze con Alessio II all’assassinio del marito, fino alla caduta di Costantinopoli durante la Quarta crociata del 1204.
Un ritratto di una giovane imperatrice e del suo modo di vivere l’ultimo splendore e la crisi definitiva del grande impero bizantino.
Prima che abbia l’uso della parola, c’è già chi la chiede in sposa: Federico Barbarossa, che la vorrebbe moglie del figlio Enrico (ma è osteggiato da Papa Alessandro III), e Manuele I, l’imperatore bizantino nemico del Barbarossa, che, appoggiato dal papato, la invoca per il figlio Alessio II. Agnès di Francia, figlia di Luigi VII, con la sua piccola ed elegante figura, diventa, nello stile dei tempi, uno strumento di manovre dinastiche internazionali.
Nella primavera del 1179 un’imponente flotta di 19 navi solca le acque del Mediterraneo. A bordo, una fanciulla bionda di quasi nove anni e di fresca bellezza: è Agnès, per la quale il padre ha scelto la strada dell’Oriente. La meta del suo viaggio è una città di grande fascino: Costantinopoli, capitale dell’impero bizantino che da secoli perpetua la gloriosa tradizione di Roma. Agnès va in sposa all’undicenne Alessio, anch’egli biondo e di aspetto attraente. Sullo sfondo di questo matrimonio tra bambini si tesse un’alleanza internazionale, con il papato abile mediatore, per arginare le ambizioni di Federico Barbarossa e la minaccia dell’Islam. L’ingresso della principessa venuta dalla Francia nella “Roma orientale”, che l’accoglie festante in un trionfo di acclamazioni, significa per lei la nascita a una nuova vita e la rende una persona completamente diversa, anche nel nome. D’ora in poi non esisterà più Agnès di Francia ma Anna di Bisanzio e il suo destino sarà legato a quello dell’Impero.
Paolo Cesaretti, nelle pagine dell’Impero perduto, fa di una fanciulla venuta dalla lontana Francia la testimone privilegiata attraverso cui raccontare la storia dell’ultima stagione d’oro di un impero e della sua capitale […]. Dalla complessa trama di avvenimenti che accompagnano la formazione della protagonista emerge il tratto di una figura femminile che è, suo malgrado, strumento di disegni più grandi di lei e conosce eventi esaltanti ma anche sanguinosi, violenti e dolorosi; due volte imperatrice, in pochi anni piange la scomparsa del padre e del suocero, è vedova prima del giovane Alessio, ucciso a tradimento, poi del vecchio e crudele Andronico, successore del precedente marito e mandante del suo omicidio.
A 14 anni, con l’ascesa al potere della dinastia degli Angeli, che massacra Andronico, emarginata dalla carica di imperatrice, resta isolata, senza rete di protezione, ma può ridefinirsi come persona. Non si identifica con il ruolo politico cui è stata destinata ma assiste con rara consapevolezza alla crisi della “Roma d’Oriente” e dà testimonianza di sé in una realtà che sta rapidamente cambiando: fino alla Quarta Crociata che, nel 1204, con la conquista di Costantinopoli decreta il tramonto dell’Impero come grande potenza. La sua maturità coincide con la crisi dell’Impero e quando i cavalieri francesi e fiamminghi, che le sono anche legati per sangue, portano un attacco fatale a Bisanzio, Anna si mostra irreversibilmente bizantina, proprio nel momento in cui è più difficile esserlo.
Di Anna, figura intensa ma fugace, resta poco, ma la sua vita è uno strumento privilegiato per scrutare uno dei più grandi capovolgimenti della Storia: la fine di Bisanzio erede di Roma.