Nella lingua scritta, l’insieme di segni non alfabetici (specificamente detti ‘di interpunzione’) che dividono ed evidenziano le componenti logiche del testo, o riproducono l’intonazione della lingua parlata. L’uso della punteggiatura ha poche regole fisse, e può variare a seconda dei contesti e degli autori. Sono illustrati qui di seguito i segni d’interpunzione più usati nella lingua italiana.
Punto (.), si trova a conclusione di un periodo per indicare una pausa forte. Quando è seguito da un a-capo indica una cesura maggiore. Si usa anche nelle abbreviazioni e nelle sigle.
Virgola (,), indica una pausa breve, ed è il segno più diffuso e dalle funzioni più diversificate in relazione alle varie esigenze del testo. È fondamentalmente usata per separare le proposizioni, e inoltre nelle enumerazioni, prima e dopo complementi indiretti, negli incisi.
Punto e virgola (;), inventato dallo stampatore Aldo Manuzio, indica una pausa minore del punto, ma più forte della virgola. Si usa in periodi piuttosto complessi per separare proposizioni coordinate; nelle enumerazioni più complesse – comprendenti incisi o subordinate – rispetto a quelle costituite da singoli termini.
Due punti (:), servono generalmente a spiegare, chiarire e argomentare quanto espresso nella proposizione reggente. Si usano inoltre per introdurre un discorso diretto, prima di un’enumerazione, o in sostituzione di una congiunzione subordinativa, ad esempio causale, trasformando in coordinata la proposizione seguente.
Punto interrogativo (?), conclude la frase indicandone il valore di domanda diretta. In particolari contesti (tipico ne è l’uso nei fumetti) o con specifici intenti può essere ripetuto o associato al punto esclamativo per esprimere forte sorpresa o esitazione.
Punto esclamativo (!), conclude la frase per esprimere sorpresa, incredulità, o per enfatizzare quanto affermato.
Virgolette (‘ ‘) (« ») (‘ ‘), racchiudono citazioni di parole o frasi altrui, titoli di opere letterarie e musicali, termini ed espressioni cui si desidera dare una particolare connotazione o che vengono usati in senso diverso da quello corrente.
Parentesi tonde ( ( ) ), racchiudono un inciso, una spiegazione o un’annotazione.
Parentesi quadre ( [ ] ), indicano omissioni all’interno di un testo citato, oppure racchiudono un eventuale inciso entro parentesi tonde.
Puntini di sospensione (…), in numero fisso di tre, a seconda che si trovino alla fine, all’inizio o nel corpo del periodo segnalano che il discorso viene interrotto, o viene ripreso da un punto di interruzione, o contiene una lacuna. All’interno di parentesi quadre segnalano un’omissione all’interno di un testo citato.
Trattino (-) e lineetta (–); il trattino non è un segno di interpunzione, ma un segno grafico che indica: la divisione di una parola nell’andare a capo; la separazione fra due cifre; una correlazione fra due nomi o aggettivi; uno stacco fra due componenti della stessa parola, soprattutto se il primo è un prefisso. La lineetta, o tratto medio, può introdurre il discorso diretto come le virgolette o un inciso, in sostituzione delle parentesi, o infine sostituire i puntini di sospensione.