Il katakana nasce dalla semplificazione di alcuni ideogrammi cinesi.

In origine era utilizzato per indicare la pronuncia delle parole contenute nei sutra buddisti, che spesso erano di origine straniera.

Uso attuale

Attualmente viene utilizzato per trascrivere in caratteri giapponesi le parole di origine straniera ad esempio si usa per i nomi propri occidentali o per le numerose parole inglesi che sono entrate a far parte della lingua comune giapponese, come del resto accade anche con l’italiano.

Negli ultimi anni sono sempre più le parole di origine straniere, dette gauraigo, che sono entrate a far parte del vocabolariogiapponese di conseguenza si fa un ricorso sempre maggiore al katakana per scriverle.

Questo alfabeto giapponese si usa in diversi casi e non solo per scrivere parole straniere:

per trascrivere in caratteri giapponesi i nomi propri di persona stranieri o i nomi di località estere;
esempio: Milano ミラノ o Renzo レンツオ

per trascrivere i suoni onomatopeici; esempio: Wan Wan ワンワン – il verso del cane corrisponde più o meno a bau bau in italiano

per scrivere alcuni nomi di piante e animali; esempio: tigre トラ

per scrivere i telegrammi;

per mettere in evidenza alcune parole in un testo scitto in kanji e hiragana.

Trascrizione

Quando una parola viene trascritta non sempre mantiene la pronuncia originaria ma si adegua ai suoni della lingua giapponese,ad esempio poichè in giapponese i suoni r e l non vengono distinti le parole Mirano e Milano vengono scritte e pronunciate allo stesso modo. In altri casi sono state introdotti dei kana che imitino suoni inesistenti in giapponese come “ve” o “zia”. La parola Venezia, ad esempio prima veniva trascritta “benechia”.

Le vocali lunghe vengono indicate con un trattino – orizzontale, quando si scrive da sinistra a destra, oppure tratto verticale |,quando si scrive dall’alto in basso

Tabella